Giro, confermati Gavia e Stelvio: 16esima tappa da vertigini

Ciclismo
I dolori alle gambe vengono solo a guardare l'altimetria: 139 km da vertigini per la 16esima tappa
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Dopo l'ok della direzione di corsa, ecco la Ponte di Legno-Val Martello, il tappone con Gavia e Stelvio in sequenza, riproposto dopo l'annullamento causa meteo nel 2013. Una frazione di 139 con arrivo in quota. Una giornata che può essere indimenticabile

Doveva esserci anche nel 2013, ma poi il maltempo l'aveva fatta saltare. Questa volta la Ponte di Legno-Val Martello ci sarà. A meno di problemi dell'ultimo minuto (leggi: neve). La conferma è arrivata lunedì sera dagli organizzatori dei Giro, che hanno dato l'ultimo via libera alla più affascinante delle tappe della 97esima edizione, la numero 16. Si affronteranno in sequenza – e mai è successo nella storia della corsa rosa – due salite simbolo come Gavia e Stelvio, cima Coppi a quota 2.758 metri. Poi si arriverà in salita a Martellalt, quota 2.059.

Una giornata epica, comunque vada, e resa ancora più imprevedibile da un ingrediente: si corre subito dopo il giorno di riposo. Non tutti i corridori reagiscono allo stesso modo né all'altura né alla sosta. Impossibile quindi fare previsioni e – con la classifica ancora serratissima – non potrà che essere una tappa decisiva. E attenzione anche alle discese, tutte complicate, a partire da quella dello Stelvio.

I chilometri in programma sono appena 139, ma ce ne saranno sì e no una ventina in pianura. Si parte con un “classico” come il Gavia, affrontato nel versante da Ponte di Legno: 16.5 km di scalata dura e interminabile, all'8% medio di pendenza e con punte oltre il 15. Il gpm è a quota 2.618 metri e prelude a ben 26 km di discesa, ripida soprattutto nella prima parte. Tempo di rimettere le ruote in piano ed ecco che, al km 49, inizia l'altro “mostro” di giornata: lo Stelvio. Saranno altri 21 chilometri e mezzo con pendenza media oltre il 7%, tratto duro soprattutto nel finale e scollinamento a 2.758 metri.

Dalla Cima Coppi fino a valle, a Prato allo Stelvio, si tratterà di scendere per 25 km e 48 tornanti. Con fegato e capacità di guida, c'è margine per fare la differenza. Una volta a valle, ecco i famosi 20 chilometri di pianura, giusto una parentesi. Poi si è di nuovo in salita, per altri 22 km che faranno pagare il conto anche della fatica accumulata. Sarà un'ascesa irregolare: sei chilometri tosti (all'8%), poi si rifiata per qualche centinaio di metri, poi sette chilometri tra il 6 e il 7%, poi una rampa breve e terribile al 14%, poi un breve tratto il falsopiano, infine due chilometri da incubo, tra il 9 e il 14%. Tutto d'un fiato, tutto senza respiro. Come questa tappa che si preannuncia indimenticabile.