Effetto vintage sul Tour. E il nostro Squalo sguazza

Ciclismo
La maschera di fango e fatica del leader della corsa, Vincenzo Nibali
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IL PUNTO. Nibali che mai ha visto il pavè guadagna più di due minuti e mezzo a Contador e diventa il vero padrone del Tour. E pensare che gli avevano spedito una lettera di richiamo per mancato rendimento. I datori di lavoro non sempre ci azzeccano

di Francesco Pierantozzi

La montagna di pavè che fa più male di una salita. La pioggia e il fango che non si vedono nemmeno ad aprile a Roubaix. Il vincitore di un anno fa che si ritira prima di arrivare alle pietre bagnate: Froome cade tre volte e deve salire sull’ammiraglia. Nibali che mai ha visto il pavè in corsa guadagna più di due minuti e mezzo a Contador, resta in giallo, diventa il vero padrone del Tour de France.

Nemmeno una sceneggiatura pensata, studiata a tavolino avrebbe potuto provocare una simile storia. Gli organizzatori del Tour hanno messo sulle strade di De Vlaeminck, Moser, Ballerini, Museeuw, Boonen, Cancellara quelli che scalano  Alpi e Pirenei, quelli dei grandi giri che non vanno mai alle classiche del nord… al massimo si “fanno” le Ardenne.

Bravi, l’effetto vintage, con fango e cadute, con tutte le facce più note, ingigantisce l’immagine del ciclismo. Serviva il Tour per togliere al pavè l’etichetta di strada per soli specialisti. Adesso però viene voglia di vedere Nibali alle prossime classiche delle pietre, leggero e deciso, uno che sa guidare la bicicletta dappertutto. Abbiamo ritrovato una maglia gialla “all around”, buono per ogni terreno, per ogni tempo. E pensare che una ventina di giorni fa gli hanno spedito una lettera di richiamo per mancato rendimento. I datori di lavoro non sempre ci azzeccano.