Caso Pantani, spunta una nuova testimonianza mai ascoltata

Ciclismo
Marco Pantani in maglia gialla al Tour de France 1998 (Getty)

L'INTERVISTA. Seconda tappa dell'inchiesta sulla morte del Pirata. Dopo le parole del vicino di stanza emergono delle incongruenze tra la ricostruzione della Procura e quanto accaduto il 14 febbraio del 2004 al quinto piano del residence Le Rose di Rimini

di Dario Nicolini

Che la prima inchiesta sulla morte di Marco Pantani fosse lacunosa lo dicono direttamente i fatti: dal non aver rilevato le impronte digitali nella stanza del residence dove Marco è morto il 14 febbraio 2004, al non aver chiarito alcuni punti oscuri come la presenza di due grossi giubbotti da sci che Pantani non aveva con sé il giorno del suo arrivo a Rimini.

E indirettamente lo conferma il fatto che il caso sia stato riaperto dal procuratore capo Paolo Giovagnoli con l’imputazione di omicidio nei confronti di ignoti, dopo appena 5 giorni, weekend incluso, dalla presentazione dell’esposto da parte dell’avvocato della famiglia. Si vagliano nuove ipotesi, si cerca di chiarire cosa sia realmente avvenuto quella mattina. E chi può aiutare a farlo è senz’altro chi quella mattina era lì, nel residence Le Rose di Rimini al quinto piano: il suo vicino di stanza.