Paolini azzanna la Gand-Wevelgem per distacco

Ciclismo
Luca Paolini in azione negli ultimi km della Gand Wevelgem (Getty)
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La classica belga del nord, 240 km durissimi e 9 Muri da scalare con pioggia e forte vento, torna in mani italiane: vittoria dell'azzurro, 38 anni, che impone una fenomenale progressione

Gand-Wevelgem 2015, la n° 77 della storia, profumata d'azzurro. La classica belga del nord, 240 km durissimi e 9 Muri da scalare con pioggia e forte vento, è stata infatti letteralmente azzannata da Luca Paolini, 38 anni, per distacco. Paolini, portacolori della Katusha e già splendido protagonista alla Milano-Sanremo, si è imposto attaccando a 6 km dal traguardo e ha preceduto di 11" l'olandese Niki Terpstra, secondo, e il britannico Geraint Thomas del Team Sky, piazzatosi terzo.


“Non ero il più forte, ma ho giocato bene le mie carte. E’ il successo più importante della carriera - spiega Paolini -. E’ stata una giornata molto difficile. Sono caduto due volte e per due volte ho cambiato bici, ma conoscevo il percorso e sapevo che dovevo restare davanti con il primo gruppo. Le condizioni meteo sono state tremende, non sapevamo se continuare, ma siamo al Nord e qui è il vero ciclismo. Sono davvero contento di questa vittoria. Molto inaspettata”.


In condizioni meteo estreme (con raffiche fino a 50 kmh e acquazzoni che hanno accompagnato i corridori dalla partenza fino al traguardo) e ai limiti del praticabile, con 9 muri da superare, il 38enne milanese (che nel suo palmares vantava una Freccia del Bramante nel 2004 e una ventina di successi minori) ha messo tutti in riga nonostante le difficoltà sulla salita del Kemmelberg e le due cadute.

La corsa si anima a un centinaio di km da Wevelgen, con Jurgen Roelandts che cerca lo strappo, inseguito da un gruppetto di 5 corridori (Oss, Vanmarcke, Debusschere, Vandenbergh e Thomas). Paolini dimostra subito di essere in giornata e nemmeno la seconda caduta giornaliera (fortunatamente senza conseguenze) gli impedisce di tornare sul gruppetto degli inseguitori. A 47 chilometri dal traguardo, Roelandts viaggia ancora a ritmi eccezionali, aumentando il vantaggio fino a 2', mentre il gruppo è a oltre 5 minuti ormai quasi tagliato fuori dalla lotta per la vittoria finale.

Quando mancano meno di 20 km al traguardo Roelantds è ormai sotto tiro e pian piano si fa riassorbire. La gara si decide a 6 km dall'arrivo, con Paolini che rompe gli indugi e accelera deciso, guadagnando qualche centinaio di metri che alla fine risulterà decisivo. L'ultimo chilometro sembra non finire mai, la l'alfiere della Katusha è ormai imprendibile e anzi chiude alla grande, rifilando ben 11 secondi a Terpstra e Thomas, secondo e terzo (gli altri ex compagni di fuga accusano alla fine anche fino a 2' di ritardo).

Un trionfo per il ciclismo italiano che era dal 2012 che attendeva una vittoria in una gara di questa importanza. Lo deve aver capito anche Paolini stesso che si è alzato sui pedali a un centinaio di metri dal traguardo toccandosi testa e cuore, come dire "ho vinto con l'istinto ma anche con la razionalità". Il suo capitano Kristoff regolerà poi Sagan nella volata del gruppo, che taglia il traguardo con quasi 7 minuti di ritardo.