Il campione dell'Astana, sardo di Villacidro, 25 anni il 3 luglio, papà agricoltore di arance e mandarini, madre insegnante, il 25 maggio 2014 partì sulla salita dove il Pirata mise alle corde e poi sconfisse Tonkov. E a Trieste conquistò il podio
Tutta l'Italia è con lui. È Fabio Aru. #Giro pic.twitter.com/5K719hZ6eu
— Giro d'Italia (@giroditalia) 29 Aprile 2015
Ringrazia sempre la squadra, Fabio Aru, come i grandi. Sardo di Villacidro, 25 anni il prossimo 3 luglio, papà agricoltore di arance e mandarini, madre insegnante a San Gavino Monreale, la capitale dello zafferano, il 25 maggio partì sulla salita dove il Pirata mise alle corde e poi sconfisse - staccandolo nettamente - il russo Pavel Tonkov. Non uno qualunque. Da allora, la fantasia ha fatto passi da gigante. Il podio del Giro, conquistato a Trieste, è stato il coronamento di una crescita palpabile. Tant'è che oggi le speranze del ciclismo italiano sono tutte sulle spalle di questo ragazzo di appena 60 chili, alto 181 centimetri.
"Sono tranquillo, ho lavorato al meglio e parto per far bene, consapevole dell'attenzione che avrò su di me - minimizza Aru, che sarà l'uomo di punta della corazzata kazaka Astana, visto che Nibali ha scelto il Tour de France -. E' un bel Giro quello disegnato quest'anno con diverse tappe che potranno offrire molti spunti interessanti a chi vuole attaccare. Per me, le tappe che stabiliranno le gerarchie sono la crono che partirà da Treviso e la tappa dell'Aprica".
Suscita parecchi interrogativi la cronometro del Prosecco, da Treviso a Valdobbiadene: quasi 60 km di tensione emotiva, tutti d'un fiato. Una sfida contro il tempo e se stessi. Una crono che esce da ogni logica, per la sua lunghezza. Un rebus. "Sarà la mia prima esperienza, durante l'inverno ho lavorato molto per migliorarmi - osserva Aru -. A parte la condizione atletica e la lunghezza, il meteo e le caratteristiche del percorso sono altre varianti da tenere in debita considerazione. La crono di Treviso ha una prima metà sostanzialmente piatta e una seconda mossa. Per quelle che sono le mie caratteristiche potrei andare meglio su una distanza di 60 km piuttosto che di 45. La mia condizione era già buona prima e, dopo il contrattempo delle scorse settimane (un virus gli ha impedito di prendere parte al Giro del Trentino), adesso sto recuperando la condizione".
Aru teme Alberto Contador, ma non le responsabilità. "Di certo - ammette il sardo volante - non mi spaventano. L'assenza di Nibali? Vincenzo ha un programma diverso dal mio, ma ci saranno altre occasioni per correre insieme". Aru non lo dice, ma punta quantomeno a confermare il terzo posto al Giro d'Italia. Chissà qual è il suo podio al 98° Giro d'Italia. "Dico Contador e Uran, ma potrebbero esserci delle sorprese. Parto per fare bene e il podio rimane sicuramente il mio obiettivo. Su quale gradino, poi, si vedrà. Il Tour? Punto al Giro d'Italia, in futuro non so".