Giro, una pista ciclabile per l'Italia. Parte bene Aru

Ciclismo

Francesco Pierantozzi

Fabio Aru è stato uno dei più positivi, con la sua Astana, nella cronosquadre che ha aperto il Giro (Getty)
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L'ANALISI. La cronosquadre che ha aperto la corsa ha dimostrato che il nostro paese non è poi così diverso e lontano dalle buone “abitudini” ecologiche di altre nazioni. Tra i big Contador meglio di tutti, anche se il capitano dell'Astana fa ben sperare

Una pista ciclabile usata dal Giro d’Italia è una tappa fondamentale per dimostrare che il nostro paese non è poi così diverso e lontano dalle buone “abitudini” ecologiche di altre nazioni. Certo ce ne vorrebbero di più, le avremmo dovute fare prima, dovremmo farlo sapere per vendere meglio i prodotti dell’industria turistica, ma vederne una nella Liguria stretta e angusta è davvero un bel segnale.

Contenti e delusi - L’altro segnale arriva dalla Orica Greenedge, molto più scontato, perché la squadra australiana ci ha abituato alle cronosquadre vincenti, tipo un anno fa nell’esordio del Giro a Belfast e perché si tratta di una vittoria annunciata: il vero obiettivo di tutta la corsa a tappe. Speriamo che adesso non perda tutti i pezzi o quasi prima delle montagne con degli specialisti di “mezzi” giri per puntare verso il Tour. Tra quelli che devono vincere la corsa Contador meglio di Aru per 6 secondi, di Uran per una dozzina e di Porte per una ventina. Quello più contento deve essere proprio Aru, arrivato a Sanremo dopo un mal di pancia che lo ha veramente dimezzato facendogli saltare il programma di avvicinamento al Giro. Quello più scontento deve essere Porte.

Primo stop - Nel giorno in cui si ricorda Wouter Weilandt, morto 4 anni fa proprio in Liguria, discesa dal passo del Bocco, proprio al Giro d’Italia c’è anche lo stop per motivi di salute al neozelandese Bennett, fermato dalla sua squadra, la Lotto NL, per livelli di cortisolo basso, come successo nel recente passato a Theo Bos e Chris Horner. Meglio non pensare male. Lo facciamo sempre del resto, per esempio col nostro paese e poi scopriamo che magari le cose vanno meglio di quanto si pensi. Ricordiamoci della pista ciclabile usata dal Giro per la prima tappa. E’ una partenza positiva e basta!