Media belgi, corse più sicure: "Troppi incidenti"

Ciclismo
Non ce l'ha fatta Antoine Demoitié, travolto da una moto dopo una caduta durante la Gand-Wevelgem (Foto Getty)
demoitie_getty

Dal sito del quotidiano Le Soir a quello di Dernier Heure, dopo l'incidente in cui ha perso la vita Antoine Demoitié (travolto da una moto dopo una caduta durante la Gand-Wevelgem) vengono sottolineati gli eccessivi rischi cui sono sottoposti i ciclisti

In un Belgio ancora sconvolto dagli attentati di martedì scorso e in continua allerta terrorismo, il dramma ha investito anche quello che doveva essere uno sprazzo di serenità in un momento da incubo. Tutti i media dedicano ampio spazio alla morte di Antoine Demoitié, deceduto nel corso della notte in ospedale a Lille, in Francia, dopo essere stato investito da una moto durante la classica Gand-Wevelgem.

 

Sul sito del quotidiano Le Soir si punta il dito contro l'Unione ciclistica internazionale, che non farebbe abbastanza per garantire la sicurezza dei corridori, circondati spesso da troppi veicoli dell'organizzazione e dei team durante la corsa. Le Soir elenca alcuni recenti casi di incidenti simili, per fortuna con epiloghi meno gravi. Solo a febbraio il belga Stig Broeckx (Lotto-Soudal) è stato investito da una moto durante la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, riportando varie fratture, mentre Greg Van Avermaet era stato più fortunato dopo un altro incidente alla Clasica San Sebastian dell'estate scorsa.

 

Il sito di Dernier Heure sottolinea invece che un altro giovane corridore belga, il 22enne Daan Myngheer, è tra la vita e la morte ad Ajaccio, in Corsica, vittima di un infarto durante il Criterium international. Non basta: sempre alla Gand-Wevelgem di domenica, per un'altra caduta l'ex campione del Belgio Jens Debusschere ha riportato una commozione cerebrale e varie fratture.