VIDEO. Sprint vincente davanti a Boonen e Stannard (Team Sky). Ma nei 257,5 km della regina delle Classiche del Nord succede di tutto: cade il favorito Cancellara, cade l'italiano Puccio (Team Sky) dopo una gara strepitosa, rimane attardato Sagan
In una splendida giornata di sole, la Parigi Roubaix edizione numero 114 (27 settori per 52,8 km di pavé su una percorrenza totale di 257,5 km) doveva mettere in scena la battaglia tra Peter Sagan e Fabian Cancellara (caduto e fuori dai giochi, purtroppo), in mezzo ai due favoritissimi si è messo Salvatore Puccio del Team Sky. Protagonista di una gara magnfica fino alla caduta che l'ha tolto di mezzo, come del resto magnifica è stata la corsa di Tom Boonen. E soprattutto come l'impressionante belga Sep Vanmarcke (quarto alla fine). Ma è il 37enne australiano Matthew Hayman della Orica-GreenEdge alla sua sedicesima partecipazione che trionfa nella regina delle Classiche del Nord con un'azione poderosa, regolando allo sprint Tom Boonen, Ian Stannard del Team Sky e Sep Vanmarcke. Hayman succede nell'albo d'oro al tedesco John Degenkolb (Giant-Alpecin), assente per infortunio.
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Undicesimo finisce il campione del mondo in carica, lo slovacco Peter Sagan (Tinkoff), con un ritardo di 2'20", mentre il migliore degli italiani è Marco Marcato (Wanty-Groupe Gobert), 32esimo a 7'12" davanti a Salvatore Puccio, 33esimo. Quarantesimo a 7'35" lo svizzero Fabian Cancellara (Trek-Segafredo), distanziato come detto a causa di una caduta ma capace comunque , al traguardo, di salutare per la sua ultima Roubaix il pubblico del Velodromo.
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Hayman è stato protagonista della principale azione di giornata, quando una quindicina di corridori - tra i quali l'italiano Puccio, poi caduto ed escluso da ogni possibile chance - ha cercato l'avventura prendendo fino a oltre tre minuti sul gruppo con Sagan e Cancellara. L'azione ha man mano perso mordente, sfilacciata dal susseguirsi dei tratti in pavé e a 60 km dall'arrivo si sono fatti sotto alcuni inseguitori tra cui Boonen, Tony Martin, Edvald Boasson Hagen, Ian Stannard, Sep Vanmarcke. Hayman ha tenuto sollevate le antenne, pronto a rispondere a tutti i tentativi di allungo e abile a inserirsi in quello decisivo, lanciato a na ventina di chilometri dal traguardo da Boonen e Vanmarcke. Nelle ultime battute è stato un susseguirsi di affondi mai andati a buon fine tra i due belgi, Boasson Hagen, Stannard e Hayman, rimasti soli a giocarsi la vittoria all'ingresso del velodromo.
Con una pedalata ancora netta dopo 258 km di corsa, l'australiano ha avuto la forza di battere in volata gente ben più abituata alle vittoria, tenendosi dietro nell'ordine Boonen, Stannard, Vanmarcke e, più staccato, Boasson Hagen. Hayman è diventato così il secondo australiano a finire nell'albo d'oro della Roubaix dopo Stuart O'Grady nel 2007. Tra dieci giorni potrà festeggiare il 38° compleanno e la seconda vittoria in carriera, dopo la Parigi-Bourges nel 2011. "A pensare che cinque settimane fa mi sono rotto un braccio e ho ripreso la bici solo da una settimana non posso credere a quanto è successo - ha detto al traguardo-. La Roubaix è la mia corsa preferita in assoluto, l'ho sempre sognata. Quest'anno non avevo nemmeno il coraggio di sognare e invece...".
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