Il sciur Brambilla polenta e salame parte in rosa

Ciclismo
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Il nuovo leader del Giro, lombardo di Lecco, oggi scatta per primo nella crono del Chianti: "Con i miei 58 chili è difficile fare il cronoman, ma due anni fa, in una cronometro simile, quella del Barolo, mi sono difeso bene"

"Macché Promessi Sposi, sono più un tipo da polenta e salame". Il cognome tradisce le origini lombarde, ma la nuova maglia rosa del Giro d'Italia, Gianluca Brambilla, rivendica altre appartenenze: "Sono nato in provincia di Lecco, ma ciclisticamente sono cresciuto in Veneto e mi sento più veneto che lombardo". Ventinove anni ad agosto, un culto per Marco Pantani ("Mi ispiro a lui, come si alzava lui si pedali.."), Brambilla ha conquistato sabato la sua terza vittoria da pro, la più importante della carriera.


"Ma non è che nasco adesso - tiene a sottolineare - credo di aver fatto già delle cose nel ciclismo ed essere stato sempre davanti con i migliori. Certo quest'anno ho fatto degli exploit e ho cominciato a vincere delle gare". Successi dettati anche da una maturazione personale coincisa con la paternità: "L'ho chiamata Asia, un nome che mi piace. E' nata prima della Liegi-Bastogne-Liegi. Una grandissima emozione e una carica speciale, come questa maglia rosa".

I risultati di quest'anno sono frutto anche di una preparazione maniacale: "Non ho segreti, se non che lavoro tanto, mi alleno tutto l'anno. Ho ridotto le vacanze a dieci giorni e quando mi chiamano per una gara mi faccio trovare sempre pronto. Una cosa di cui vado fiero. E' sempre stato il mio sogno vestire la maglia rosa e ora che ce l'ho addosso mi sembra una strana sensazione".

Oggi la crono del Chianti lo vedrà partire per primo: "Con i miei 58 chili è difficile fare il cronoman, ma due anni fa al Giro, in una cronometro simile, quella del Barolo, mi sono difeso bene, arrivando quinto. Darò tutto me stesso e poi vediamo che succede" assicura la maglia rosa che quando sta a casa ama coltivare il suo hobby preferito, la cucina. "Mi vengono bene i risotti - assicura - e il giorno che avrò smesso di correre mi piacerebbe fare il cuoco di una squadra di ciclismo". Un sogno nel cassetto ancora di là da venire. Il primo, vestire la maglia rosa, l'ha coronato. E ora il sciur Brambilla vuole continuare a sognare.