Giro, Nieve sui monti di Cividale. In rosa Amador

Ciclismo
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Montagne, ma soprattutto discese tecnicissime e ripide nella 13ma tappa da Palmanova a Cividale del Friuli (170 km). Trionfa per distacco lo spagnolo del Team Sky davanti a Visconti (in ospedale per sospetta frattura di una costola), cambio al vertice, Nibali sale al terzo posto. Sabato il tappone dolomitico

Montagne, ma soprattutto discese tecnicissime e ripide nella 13ma tappa del Giro, da Palmanova a Cividale del Friuli (170 km). Quattro i GPM di giornata, ultimo il Valle, posto a 14 km dal traguardo. Prima tappa di un trittico di frazioni di montagna messe a dare uno scossone importante alla classifica. Sulle Alpi Giulie, in provincia di Udine, fugge in solitaria verso il traguardo lo spagnolo Mikel Nieve del Team Sky (protagonista di un'azione personale partita a 35 chilometri dalla fine). E vince per distacco davanti all'italiano Giovanni Visconti. Alle loro spalle Vincenzo Nibali (terzo allo sprint di gruppo) e Alejandro Valverde, quarto. Bob Jungels perde la maglia rosa, che passa sulle spalle di Andrey Amador della Movistar.


Giovanni Visconti ha fra l'altro corso per circa 110 chilometri con una infrazione a una costola. Il corridore della Movistar è caduto rovinosamente in cima al primo Gran premio della montagna, quello del Matajur, al km 57,5. Stava sprintando con Damiano Cunego quando, per evitare un paio di massaggiatori che si erano troppo esposti sulla strada, questi si è allargato e ha provocato un contatto. Il corridore siciliano, medicato in corsa, ha proseguito lanciandosi all'inseguimento del vincitore Nieve. A fine gara Visconti è stato condotto in ospedale per una sospetta frattura alla costola. "Sono il primo a essere mortificato", si è scusato a fine gara Cunego sottolineando l'impedimento rappresentato dalla presenza dei massaggiatori.

 


Sabato giorno della verità - Da Alpago a Corvara, 210 chilometri durissimi con sei Gran Premi della montagna tra cui il Pordoi a 2240 metri e il Giau a 2236. E' il tappone dolomitico, una delle frazioni più temute dell'intero Giro quella in programma sabato, la 14ma. Uno dopo l'altro i corridori affronteranno il Passo Pordoi, il Passo Sella, il Passo Gardena, il Passo Campolongo, il Passo Giau, il Passo Valparola. Cime e strade - racchiuse in 150 km - che hanno fatto la storia del Giro. Dopo il Valparola, conclusa la discesa che porta a La Villa, a cinque chilometri dall'arrivo i corridori si imbatteranno nell'ultima insidia di giornata, lo strappo del Muro del Gatto con un tratto da 300 metri al 19% di pendenza. L'arrivo è a Corvara, per cinque volte sede di arrivo di tappa. Nel 1989 vinse Flavio Giupponi, nel 1992 il trionfo di Franco Vona, nel 1993 due arrivi, se li aggiudicarono Moreno Argentin e Claudio Chiappucci. Nel 2002 l'affermazione di Julio Perez Cuapio. E' una tappa da dentro o fuori. Chi dovesse crollare difficilmente potrà rientrare in gara per la vittoria finale.