Gioia Nibali: "Grande impresa, merito del team"

Ciclismo
Lo Squalo può festeggiare: suo la maglia rosa e il Giro (foto Getty)
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Dopo il capolavoro nell'ultimo tappone alpino che gli ha consegnato la maglia rosa e il Giro, le prime parole dello Squalo sono riservate ai compagni dell'Astana. Lo sconfitto Chaves: "Provo comunque soddisfazione. Se mi avessero detto che sarei arrivato sul podio non ci avrei creduto"

"Senza gioco di squadra non sarei riuscito in questa impresa". Vincenzo Nibali non nasconde l'emozione per il capolavoro messo a segno nella tappa alpina, ultima prima della passerella finale a Torino: maglia rosa e Giro conquistato. "Sono stati tutti grandiosi - dice il corridore siciliano - a Scarponi bisogna fare una statua. Una consapevolezza mi ha reso più forte: questo Giro non avevo né paura di perderlo né di vincerlo. Poi ad alta quota mi sono sentito bene, ho avuto fiducia, ho accelerato a 5-6 km dalla vetta e sono andato a tutta fino all'arrivo".

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"La svolta, ecco quando è arrivata" - "La svolta? Per me è stato un Giro logorante, anche perché partivo da favorito, con la testa di voler vincere. Mi aspettavo subito qualcosa in più, non correvo bene, ma pian piano ci siamo riallineati. Poi, finalmente, mi sono liberato dai pensieri e ho corso libero, come va va, mi dicevo e ieri ho sentito che stavo molto meglio". Il siciliano dell’Astana ha analizzato così la sua corsa. "Con Scarponi e con la squadra abbiamo fatto tanto lavoro - ha proseguito il campione siciliano -. Ieri ho visto che quando facevo le mie accelerate a 1.800/2000 metri ero quello che stava un po' meglio. Quindi oggi sapevo dove poter attaccare". Nibali ha ringraziato la squadra e i suoi tifosi che lo hanno sempre sostenuto. "Le Olimpiadi? Non so dire. E una gara di un giorno e tutto può succedere", ha concluso.

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Nibali ha ricevuto i primi complimenti all'arrivo dai familiari di Esteban Chaves, che ha dovuto cedere proprio allo Squalo la maglia rosa, quando ormai era chiaro il passaggio di testimone in cima alla classifica. Il campione siciliano, una volta tagliato il traguardo, ha atteso l'arrivo degli altri corridori stremato dalla fatica, a bocca aperta e accasciato sul manubrio. Una bellissima immagine che suggella questa impresa.

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Da parte sua il colombiano Esteban Chaves non perde il sorriso nonostante la delusione. "Provo comunque soddisfazione, se mi avessero detto nel 2013 che dopo tre anni fa che sarei arrivato sul podio del Giro non ci avrei creduto. Questa è la vita, questa è la vita vera", ha raccontato il corridore 26enne della Orica-GreenEdge, che tre anni fa fu vittima di un grave incidente al Trofei Laigueglia rischiando di dover lasciare la professione.