Froome: "Il sistema esenzioni è aperto agli abusi"

Ciclismo
Chris Froome attacca il sistema delle esenzioni di Uci e Wada (Getty)
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Dopo il furto degli hacker russi di Fancy Bears all'agenzia mondiale antidoping, in cui sono stati sottratti documenti relativi ai permessi medici di fare uso di sostanze dopanti, il ciclista attacca: "Alcuni non rispettano le regole, servono protocolli rigorosi"

Il sistema delle esenzioni terapeutiche "è aperto agli abusi". Lo scrive in un comunicato pubblicato su Twitter il ciclista britannico Chris Froome, che esorta Uci e Wada ad "affrontare con urgenza" la questione. Il tema è tornato di stretta attualità dopo le rivelazioni degli hacker russi di Fancy Bears, che stanno pubblicando a puntate i certificati di esenzione ottenuti da diversi atleti facendo emergere un ricorso a farmaci che normalmente sarebbero vietati dalle regole antidoping.

Lo stesso Froome ha fatto ricorso alle cosiddette Tue in due occasioni, anche se nella nota diffusa oggi il tre volte vincitore del Tour de France nega di avere commesso alcuna irregolarità: "Prendo la mia posizione in questo sport molto sul serio e sono consapevole che non solo devo rispettare le regole, ma anche andare al di là di questo per dare il buon esempio sia moralmente che eticamente", premette il capitano del team di Sky, prima di rivolgersi all'Unione ciclistica internazionale e all'agenzia mondiale antidoping.

"E' chiaro che il sistema Tue è aperto agli abusi ed è una cosa che Uci e Wada devono affrontare con urgenza. Allo stesso tempo ci sono atleti che non solo rispettano le regole in vigore, ma anche quelle del fair play". Froome precisa poi di non avere "mai avuto un approccio per 'vincere a tutti i costi'" e di non essersi mai spinto oltre i confini delle regole, aggiungendo poi che gli atleti dovrebbero "assumersi le responsabilità per se stessi, fino a quando non saranno messi in atto protocolli più rigorosi".