Aru e Nibali, che duello al Giro: "Siamo amici..."

Ciclismo

Alfredo Corallo

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Si accende già la rivalità tra il sardo e il siciliano, ex compagni di squadra, in vista della corsa rosa che nel 2017 celebrerà il suo Centenario. Entrambi concordano sulla difficoltà del percorso, che partirà il 5 maggio dalla Sardegna e farà tappa anche in Sicilia: "Veramente tosto"

L'ultima volta che il Giro passò dalle due isole maggiori era il 1961, ricorreva il Centesimo anniversario dall'Unità d'Italia e vinse il forlivese (di Bertinoro) Arnaldo Pambianco. A distanza di 56 anni, per il suo Centenario, la corsa rosa partirà da Alghero (il 5 maggio) e dalla splendida Riviera del Corallo attraverserà la Sardegna per volare in Sicilia e scalare l'Etna, dove potremmo forse già ammirare la prima, vera sfida tra Fabio Aru e Vincenzo Nibali, i due gioielli del nostro ciclismo che, dalla prossima stagione, saranno rivali e non più compagni di squadra. "Potrebbe essere anche un bene per questo sport - spiega Nibali, detentore del Trofeo senza fine, alla presentazione di Milano - i tifosi amano le rivalità, ma siamo ancora amici...". E con un'altra passione in comune, entrambi tifosi del Milan, ma soprattutto di Cagliari e Messina, come tengono sempre precisare.

Giro tosto. Sarà una grande prova di maturità specialmente per il 26enne sardo dell'Astana, che dovrà imparare a correre con le proprie gambe senza la presenza del suo vecchio capitano siculo. "Vincenzo mi ha insegnato tanto - spiega Aru - adesso mi sento più sicuro, anche nella gestione delle energie mentali durante la gara, e per lui avrò sempre una grande stima. Certo, ora ognuno dovrà pensare a fare il bene della propria squadra". Concordano sulla difficoltà del percorso. "Sono rimasto abbastanza sorpreso - confessa Aru - e mi piace molto, perché è completo: buono per scalatori, velocisti, cronoman. Accontenta tutti". Nibali è atteso da un appuntamento importante il 10 maggio, nella sua Messina potrebbe scendere dal Vulcano in maglia rosa. "Sarebbe un sogno - sorride lo Squalo - ma è veramente un Giro tosto, bisognerà farsi trovare subito pronti".

Ma ci saranno? Vincenzo, che inizierà la preparazione con la sua nuova "scuderia", la Bahrain-Merida, non ha ancora sciolto la riserva sulla partecipazione alla corsa. "È ovvio che mi piacerebbe tantissimo esserci per l'edizione del Centenario, ma dobbiamo stilare i programmi con la squadra, vediamo". Anche Aru preferisce non sbilanciarsi. "Sarebbe fantastico correre in mezzo alla mia gente, ma anch'io devo ancora conoscere le intenzioni del team". Con un invito speciale a Chris Froome, stella del Team Sky e ultimo vincitore del Tour: "Se venisse saremmo tutti contenti".

Miguelón, El Diablo e il Pirata. A proposito di rivalità, il Giro renderà omaggio a Bartali e Coppi con le partenze nei loro luoghi d'origine, Ponte a Ema e Castellanìa, e al Palazzo del Ghiaccio anche un cinquantenne caballero navarro ci fa tornare in mente duelli memorabili con Claudio Chiappucci e Marco Pantani: il leggendario Miguel Indurain, due doppiette Giro-Tour nel '92-'93, 5 Grand Boucle e un oro olimpico ai Giochi di Atlanta nel 1996, prima del ritiro. Miguelón, El Diablo e il Pirata furono protagonisti di una tappa epica il 5 giugno del 1994 sul Mortirolo. E alla fine trionfò il romagnolo. "Ogni occasione è bella per pensare a Marco - le parole di Indurain, nel suo italiano un po' "arrugginito" - e sono felice che l'Italia abbia due grandi ciclisti come Nibali e Aru, che in Spagna sono molto amati".

La tappa che partirà da casa di Coppi si concluderà a Oropa per celebrare l'impresa di Pantani nel 1999, ricordata anche da Nibali nel corso dell'evento organizzato da Rcs Sport-La Gazzetta dello Sport. "Lo vidi alla tivù, avevo 15 anni e sognavo di diventare un campione. Quella rimonta, dopo il salto della catena, rimane memorabile".