Tour de France, Uran vince la 9^ tappa. Froome resta in giallo
CiclismoIl colombiano della Cannondale-Drapac beffa al fotofinish Barguil e Froome. Il ciclista del team Sky consolida la sua leadership nella classifica generale, allungando a +18'' su Aru. Ritiri per Thomas e Porte
LA CLASSIFICA GENERALE 10^ TAPPA, CARATTERISTICHE E ALTIMETRIA
Uran del team Cannondale-Drapac conquista al fotofinish la 9^ tappa della Grande Boucle. Il colombiano arriva per primo al traguardo di Chambery, seguito da Barguil e Froome, che mantiene la maglia gialla salendo a +18’’ su Fabio Aru, ora al secondo posto nella classifica generale dopo la caduta e il ritiro di Geraint Thomas. Fuori dai giochi anche Richie Porte e il nostro Manuele Mori, entrambi caduti nel mezzo della gara. Continuano a deludere invece Contador e Quintana che difficilmente potranno competere per la maglia gialla. Domani il Tour osserva un turno di riposo, mentre martedì si ripartirà da Perigueux alla volta di Bergerac: 178 km di percorso prevalentemente pianeggiante.
La tappa
Nona tappa che caratterizza il primo grosso ostacolo di questo Tour de France. Oltre a 4 salite non eccessivamente complicate, i corridori, partendo da Nantua, si trovano ad affrontare le prime Hors Categorie della Grande Boucle, l’ultima delle quali è il Mont du Chat: una durissima ascesa di 8,7 km al 10,3% di pendenza media. Da lì, rapida picchiata e ultimi chilometri pianeggianti fino al traguardo di Chambery.
Prime salite
La gara si apre subito con lo scatto del belga Wellens. Messi alle spalle i primi 3,5 km i corridori sono costretti già ad affrontare la prima salita di giornata, la Côte des Neyrolles, un GPM di 2^ categoria lungo 3,2 km e con pendenza del 7,1%. A conquistarlo è Thibaut Pinot. Poco dopo invece la corsa deve registrare la prima caduta di gruppo odierna che coinvolge anche il nostro Manuele Mori, costretto al ritiro poco dopo per una frattura alla scapola. Ciò crea subito un distacco di circa un minuto tra il gruppo di testa, costituito da circa 40 elementi, e il plotone alle spalle, guidato dal team Sky. Differente la strategia tra quest’ultimi e il resto delle squadre candidate alla vittoria, le quali preferiscono mandare in avanscoperta i propri uomini invece che procedere compatti. All’11° km ecco il secondo GPM di giornata, il Col de Berentin, Gran Premio della Montagna di 4^ categoria, lungo 4,1 km e con pendenza del 6,1%, che si aggiudica ancora una volta il francese del team FDJ. Deve invece accontentarsi del terzo posto al GPM di 3^ categoria della Côte de Franclens: 2,4 km di salita al 6% di pendenza media completati per primo da De Gendt davanti a Lutsenko.
Roglic e Berguil in cima
Dopo un terzo di gara arriva la prima Hors Categorie del Tour, la Col de la Biche: 10,5 km di ascesa con pendenza media del 9%, con punte dell’12%. A guidare inizialmente il gruppo in salita è Ten Dam, mentre il gruppo maglia gialla preferisce non forzare e accumula un ritardo di circa sette minuti. Roglic, con uno scatto negli ultimi 1000 metri, porta a casa il primo HC della Grande Boucle, conquistando 20 preziosi punti per la maglia a pois. In discesa arriva un’altra caduta e questa volta tra i coinvolti c’è anche Geraint Thomas, secondo in classifica generale e gregario fondamentale per Froome, che si procura una frattura alla clavicola concludendo anzitempo il Tour. Sono 7 i corridori ad arrivare compatti al secondo HC di giornata, la Grand Colombier, lunga 8,5 km con pendenza media del 9,9% con punte massima addirittura del 22%. La lunga e complicata salita taglia il fiato di alcuni ciclisti che cominciano a mollare lasciando in testa il duo Benoot-Berguil. Quest’ultimo vince il GPM, mentre il plotone segnala un ritardo di cinque minuti e mezzo.
Le Mont du Chat e lo spunto di Uran
Con il gruppo di testa un po’ in confusione, si arriva al traguardo volante di Massignieu-de-Rives, tagliato per primo da Matthews. Alle sue spalle non mollano Gallopin e soprattutto Bakelants che riesce a sprintare e vincere il quarto Gran Premio di Montagna di giornata, GPM di 4^ categoria della Côte de Jongieux. A 33 km dall’arrivo i corridori sono pronti ad affrontare il Mont du Chat, l’ultima e più complicata salita della tappa lunga 8.7 km con il 10,3% di pendenza media. Un problema meccanico frena Froome proprio all’inizio della salita, ma si mantiene in corsa grazie al prezioso aiuto di Henao. Aru prova a staccare il leader della maglia gialla, ma i suoi tentativi di fuga sono isolati. La corsa diventa a questo punto una lotta tra i big, con i gregari lasciati dietro. Barguil vince l’ultimo GPM e rafforza il primo posto nella maglia a pois, mentre Contador e Quintana continuano ad accusare difficoltà. Dopo 161 km un’altra terribile caduta, forse la più brutta della giornata, con protagonista Richie Porte. Il ciclista della BMC taglia troppo una curva, finisce fuori dall’asfalto e colpisce Martin. Quest’ultimo riesce a riprendere la corsa, mentre per l’australiano servono i soccorsi dell’ambulanza. Martin ricade poco dopo, Bardet invece allunga in discesa lasciandosi alle spalle Froome, Aru e Barguil, provando la fuga per la vittoria. Il transalpino si fa recuperare dai suoi inseguitori a 2 km dal traguardo; è qui che tenta il forcing Froome, seguito dall’allungo in volata di Fulgsang. Il danese molla proprio negli ultimi metri, Barguil è pronto a festeggiare ma al fotofinish Rigoberto Uran lo beffa. Froome sale sull’ultimo gradino del podio, guadagnando 4’’ di abbuono e aumentando a +18’’ il vantaggio su Aru, quinto classificato nella tappa di oggi.
FDJ dimezzata
Finisce male, anzi peggio, il 104° Tour de France per i padroni di casa della FDJ. Il team ha comunicato sul proprio account ufficiale di Twitter che il campione francese Arnaud Demare, insieme ai gregari Mickael Delage, Ignatas Konovalovas e Jacopo Guarnieri, sono stati estromessi dalla corsa a tappe per essere arrivati sul traguardo fuori tempo massimo. In mezza giornata, pertanto, l'equipe francese per eccellenza si è trovata dimezzata, restando in corsa con soli cinque corridori. Anche il fratello del campione del mondo su strada, Peter Sagan, Juraj, con Mark Renshaw e Matteo Trentin sono giunti fuori tempo massimo. Per tutti il ritardo è stato di 58' dal vincitore di tappa.