Nel giorno della festa nazionale francese è Warren Bargui, in fuga per buona parte della tappa assieme ad Alberto Contador, Nairo Quintana e Mikel Landa. Fabio Aru risponde a tutti gli attacchi di Froome e Bardet e resta in maglia gialla
LA CLASSIFICA GENERALE 14^ TAPPA, CARATTERISTICHE E ALTIMETRIA
Fabio Aru resta in giallo e questa è la notizia più importante. Lo scalatore sardo tiene a lungo sotto controllo il gruppetto dei big, soffre nel finale i continui scatti nel tratto in pianura conclusivo dopo essere rimasto senza compagni di squadra, ma non perde mai le ruote di Froome e Bardet e conserva la testa della classifica generale. A passare sotto il traguardo di Foix a braccia alzate invece è Warren Barguil, scattato a oltre 50 chilometri dall'arrivo soltanto per provare a conquistare punti per la maglia a pois, per allungare in classifica su De Gendt e tutti gli altri che lo insidiano nella caccia al trono di miglior scalatore. Invece, dopo il lungo inseguimento concluso sul col de Pereguere, il francese è riuscito a ritrovare la vittoria dopo quattro anni di astinenza nel giorno più importante per un transalpino al Tour, quello della presa della Bastiglia. L'ultimo francese a vincere al Tour il 14 luglio era stato David Moncoutié nel 2005 e per il 25enne questo successo è il definitivo rilancio di una carriera fino a oggi trascorsa troppo spesso all'ombra. Alle sue spalle sulla linea del traguardo Nairo Quintana, Alberto Contador e Mikel Landa; trio di battuti che può per ragioni diverse comunque ritenersi soddisfatto al termine di una frazione anomala da soli 101 chilometri. Il colombiano infatti risale così la classifica in maniera prepotente - adesso ottavo a 2:07 dal nostro Aru. Ancora più su invece arriva Landa, per alcuni tratti di gara addirittura maglia gialla virtuale e quinto a 1:09 dopo l'arrivo di oggi. Infine Contador, un campione ferito nell'orgoglio dalle difficoltà di queste prime due settimane che ha voluto dimostrare l mondo e soprattutto a sé stesso di poter essere in grado di incidere in questo Tour.
Lo scatto di Contador e Landa sul Col d’Agnes
Le tappe da 101 chilometri sono per definizione atipiche non soltanto a causa della lunghezza, ma alle volte anche per conformazione altimetrica. Quella di oggi aveva tutte le carte in regola per sconvolgere i canoni rispetto alla solita corsa di montagna, con i tre colli piazzati al centro e una lunga discesa finale per accompagnare docilmente il gruppo fino al traguardo di Foix. Partire venti chilometri dopo il via sembrava tutt’altro che avventuroso per una volta e superato il primo colle, l’urgenza di uno scatto ha attraversato un po’ tutto il gruppo dinanzi a uno snodo cruciale che sembrava di colpo già in dirittura d’arrivo. E così la fretta ha messo le ali ai piedi ad Alberto Contador, uno degli sconfitti in queste prime due settimane di Tour, spesso rimbalzato contro le salite e scivolato a oltre sette minuti di distanza in classifica generale da quel Fabio Aru a tratti molto nervoso nel primo giorno della sua carriera con indosso la nuova divisa tutta gialla. In fuga assieme a Contador a preoccupare il Cavaliere dei Quattro Mori c’era anche Landa, che oltre ad avere meno di tre minuti di ritardo in classifica dal sardo, ha scritto sulla propria schiena "Sky" come Froome, possibile testa di ponte da sfruttare eventualmente più avanti nella corsa. L’esperienza da scalatori dei due spagnoli però, non permette agli uomini che lottano per la vittoria finale di tenere il gruppo compatto e così Contador e Landa sfondano il muro dei due minuti di vantaggio quando ancora la strada non smette di salire e lo striscione del traguardo dista oltre 50 chilometri.
Il col de Peguere, l’ultima salita di giornata
Lo scatto combinato di Bardet e Froome arriva in cima al secondo colle, ma è uno sfogo di pedale più che un vero e proprio allungo; un intermezzo prima dell’ultima ascesa, che il duo Contador-Landa riesce ad affrontare con un’agilità che non permette in una prima fase a Nairo Quintana e Warren Barguil di rientrare, col colombiano e il francese che restano a lungo a bagnomaria tra la testa della tappa e chi pensa al podio di Parigi. Sul finire dell’ascesa però, lo sforzo dei due inseguitori finalmente paga: Barguil infatti riesce nel suo intento primario di giornata, transitando per primo sul traguardo del col de Peguere e consolidando il primo posto nella classifica per la maglia a pois. Froome invece inizia a frullare soltanto sulle ultime rampe dell'ultimo colle, forte della presenza di un paio di compagni, ma senza riuscire a fare la differenza che vorrebbe, risultando soltanto controproducente in una logica di squadra che per alcuni minuti aveva portato Landa a vestire virtualmente la maglia gialla. Lo scorso anno il britannico nel giorno della presa della Bastiglia lasciò a terra la bicicletta improvvisandosi per qualche decina di metri maratoneta in salita, ma questa volta la bagarre (per sua fortuna) è stata molto più controllata e l'unico vero errore commesso dal britannico al traguardo sembra proprio questo.
La lunga discesa verso Foix e il successo di Barguil
La situazione di stallo in discesa è l'ultima insidia che separa Aru dal conservare la maglia gialla, preoccupato ogni volta che Froome o Bardet accennavano un affondo in discesa. Il sardo non riesce a mettere in riga il gruppo e gli scatti a quel punto si inseguono uno dopo l'altro, senza però incidere più di tanto sulla tenuta dell'azzurro. Di compagni di squadra neanche l'ombra per Aru, ma il supporto che Froome raccoglie per strada dai compagni in fuga non incide tuttavia nel riuscire a fare la differenza. Davanti nel frattempo il solo Landa riesce a mantenere i due minuti di vantaggio; unico obiettivo rimasto nella tappa in cui gli altri non vedono l'ora che arrivino gli ultimi 400 metri. In vista del traguardo è Contador a prendere l'iniziativa per primo, ma il suo scatto precede addirittura l'ultimo curvone prima del traguardo, quello in cui diventa chiaro che per Barguil può essere davvero una giornata storica. Il francese infatti esce bene dalle ruote dello spagnolo e si impone con discreta facilità negli ultimi metri in cui anche Quintana riesce a mettere la sua ruota davanti a quella di Contador, racimolando così altri secondi utili che vanno a rimpinguare il suo bottino. Alla fine Landa perde non solo i bonus all'arrivo, ma anche le ruote dei tre perdendo un paio di secondi, che non fanno più di tanto la differenza nella sua rinnovata classifica generale. Dopo 1:39 è il momento di Yates, che anticipa di pochi secondi Aru e tutti gli altri. Il sardo sprinta fin sulla linea del traguardo, ruota a ruota con Froome che resta a sei secondi di distanza. Per lui poter vestire anche domani la maglia gialla è la più dolce delle vittorie.