In cima alla storica salita alpina vince Warren Barguil, il miglior scalatore del Tour de France. Chris Froome difende la maglia gialla dagli attacchi di Bardet e Uran. Fabio Aru in difficoltà, per lui 1'22'' di ritardo al traguardo: adesso è quinto in classifica generale
Doveva essere l’ultima opportunità per provare a riconquistare il podio del Tour de France e invece per Fabio Aru è stata la salita della resa. Troppo le energie spese nelle prime due settimane dallo scalatore sardo, rimbalzato come ieri sul Galibier da una salita che doveva essere il suo punto di forza e invece lo ha costretto a fare i conti con le sue difficoltà. Purtroppo per Aru l'impresa non è arrivata; il Cavaliere dei Quattro Mori infatti è apparso da subito in difficoltà sulle prime rampe dell’ascesa finale, prima di cedere definitivamente a quattro chilometri dal traguardo, quando le accelerazioni del gruppetto dei migliori si sono fatte insostenibili per la sua condizione. Alla fine sul traguardo il ritardo di Aru è di 1’22’’ da Warren Barguil, il vincitore di giornata assieme a Chris Froome. Lo scalatore francese infatti fa centro portandosi a casa in un solo colpo il secondo successo di tappa in questo Tour e l’aritmetica certezza di vestire a Parigi la maglia a pois, già conquistata durante il tragitto dopo che erano rimasti a disposizione "soltanto" 46 punti a fronte dei 49 di vantaggio su Roglic secondo. Sull’Izoard quindi, lo scatto di Barguil aveva come scopo quello di andare a riprendere Atapuma, unico sopravvissuto di una fuga da 51 corridori, ed entrare così nella storia del Tour, conquistando il successo in una tappa che per la prima volta è terminata sulla storica salita su cui Coppi e Bartali si diedero battaglia nel 1949, dove la Grande Boucle era transitata già 39 volte e dove Froome ha definitivamente messo il sigillo sulla sua maglia gialla, che adesso nessuno sembra più in grado di potergli togliere.
Chris Froome, sempre più vicino il 4° successo al Tour
E già, perché la vera notizia di giornata è che Froome è sempre più vicino alla conquista del suo quarto Tour de France, il terzo consecutivo che Bardet e Uran hanno provato a strappargli negli ultimi tre chilometri; partiti forse troppo tardi, ma sfiduciati dopo che si sono ogni volta prontamente visti rispedire al mittente tutti i loro attacchi, messi definitivamente in riga quando a dare un colpo di pedale più deciso è stato lo stesso Froome. Uno strapotere a cui ha dato ancora più risalto una squadra di gregari impareggiabile, con Mikel Landa che in alcuni momenti è sembrato poter essere l’unico in grado di mettere in discussione il successo del suo capitano di squadra. Alla fine lo spagnolo ha fatto in maniera egregia il suo lavoro, ricompensato anche dal quarto posto in classifica generale conquistato proprio ai danni del nostro Aru, scivolato adesso a 1’55’’ di distanza dalla maglia gialla. Con la cronometro di Marsiglia alle porte, terreno fertile per il britannico, le insidie maggiori sembrano ormai essere alle spalle per Froome, mentre resta viva la lotta per un secondo posto su cui a pesare potrebbero essere i secondi d’abbuono conquistati da Bardet nella volata finale in cui è riuscito a beffare gli altri e a conquistare il terzo posto all'arrivo. Adesso infatti sono sei i secondi di distanza tra lui e Uran; cinquanta metri di vantaggio nella cronometro da 22.5 chilometri di dopodomani. Meglio di niente, ma un margine che lascia ancora tutto da decidere, almeno per quel che riguarda la piazza d’onore. Chi salirà sul gradino più alto del podio lungo gli Champs Elysees invece sembra ormai essere scritto, in quello che per Froome ormai è diventato un gesto abituale. Gli altri per portare a casa una maglia gialla devono sperare al massimo che vada a buon fine un retweet.