Si ritira il campione spagnolo, trionfatore in 9 grandi corse a tappe che diventeranno però 7 in seguito a due anni di squalifica. Colpa del clenbuterolo, una sostanza dopante per la quale nel 2010 Alberto incolpò una fettina contaminata...
Due anni di squalifica per una bistecca. Condìta al clenbuterolo anziché con l’insalata. Alberto Contador, 34enne campione di Spagna che con un video postato sui social annuncia il suo ritiro dopo la Vuelta 2017, scioccò il mondo dello sport per quel presunto menu indigesto.
Era il 21 luglio 2010 quando venne trovato positivo all’antidoping, la sostanza proibita fu assunta nel corso del Tour di quell’anno. Vinto. Lui incolpò la carne contaminata. Acquistata, disse il suo entourage, da un macellaio poco affidabile. Creduto meno di un vegano che dicesse di amare il filetto, Alberto ricevette dal Tas di Losanna una stangata pesante con efficacia retroattiva dopo quasi due anni d’inchiesta (durata dal 30 settembre 2010 al 9 febbraio 2012). Con annessa cancellazione delle vittorie del Tour 2010 e del Giro 2011 ottenute nel frattempo. E tanti saluti alle Olimpiadi di Londra.
Ma il Pistolero, come viene chiamato per la sua maniera western di festeggiare le vittorie al traguardo, essendo abituato a vincere non si dà per vinto. Anzi: sua la Vuelta dell’agosto 2012, pochi giorni dopo il ritorno sui pedali. In tutto, il suo curriculum di scalatore e cronoman dotato di un telaio umano esile ma indistruttibile come il fil di ferro, parla di tre trionfi al Tour de France (2007, 2009 e il fatidico 2010), tre Giri d’Italia (2008, il 2011 della radiazione e 2015), tre Vuelta di Spagna (2008, 2012 e 2014). Nove trionfi in grandi giri a tappe, che diventeranno sette per via giudiziaria. Lascia insomma il ciclismo un fuoriclasse discusso, ma autentico. Madrileno classe 1982, pro dal 2003, alto 1 metro e 76 per 62 kg, Contador ora promette scintille alla Vuelta per l’ultima volta: “Sarà il miglior scenario possibile per dire addio alla bici e ai miei tifosi”.