Adiós Contador: i 10 momenti da ricordare della carriera
CiclismoLa Vuelta che si è chiusa domenica a Madrid è stata l'ultima recita di uno dei più forti e discussi corridori di sempre. Ecco alcuni dei momenti più importanti della carriera dello spagnolo, fra trionfi, polemiche e imprese leggendarie
Alberto Contador scende dalla bicicletta dopo 15 anni di professionismo. Una carriera ricca di emozioni, tra alti e bassi, trionfi, polemiche e un mare di tifosi fedeli, come dimostrato dall’affetto enorme con cui Plaza Cibeles di Madrid lo ha salutato al termine della Vuelta 2017, la sua ultima corsa. Il 35enne è uno dei magici 6 a detenere la Tripla Corona, ovvero ad aver vinto i tre grandi giri. ‘Marca’ ha stilato i 10 migliori momenti di Contador, sicuramente uno dei ciclisti più emozionanti di sempre.
L’esordio da professionista nel 2002
Contador ha iniziato tardi con il ciclismo, a circa 12 anni, ma i risultati sono arrivati subito. Il salto tra i pro arriva nel 2002 con la Once, con il Circuito Montañés, dove chiuse secondo una crono dietro a Óscar Serrano. Nel 2003, nella sua prima stagione completa, ecco arrivare puntuale il trionfo nella crono del Tour di Polonia, alla tenera età di 20 anni.
L’aneurisma cerebrale del 2004
Contador corre per la Liberty Seguros e in pieno Giro delle Asturie, durante la prima tappa, cade a causa di forti capogiri e convulsioni. Dopo accertamenti, Alberto fu operato a Madrid a causa di un aneurisma cerebrale congenito: un intervento che gli lasciò una profonda cicatrice sul cranio. La riabilitazione fu dura e lunga: riprese a correre nel 2005 al Tour Down Under australiano, dove centrò un successo di tappa, uno dei più speciali e importanti di tutta la sua carriera.
Il debutto trionfale al Tour 2007
Dopo la sua implicazione come testimone nell’Operación Puerto, il madrileno passò alla Discovery Channel, con la quale debuttò nel 2007 al Tour de France, il suo grande amore giovanile. Vinse la tappa di Plateau de Beille, la classifica di miglior giovane e portò a casa anche la maglia gialla, visto che il danese Michael Rasmussen fu espulso a tre giorni dal termine della corsa. Alberto vinse così il Tour ad appena 24 anni: un fenomeno!
2008, l’anno del doblete
Il passaggio all’Astana comporta una dura rinuncia per Contador, che non può partecipare al Tour de France. Il team kazako, infatti, viene escluso per le positività dell’anno precedente di Vinokourov e Kashechkin. Alberto non si dispera, anzi, conquista il suo primo Giro (primo spagnolo a riuscirci dopo Miguel Indurain) e la sua prima Vuelta, in cui centra due tappe, tra cui il mitico Angliru.
2009, il secondo Tour e la rivalità con Armstrong
Il suo secondo anno con l’Astana, coincise con il clamoroso ritorno in sella di Lance Armstrong come compagno di squadra. L’americano, ancora detentore di 7 Tour prima dell’annullamento totale per doping, non prese bene il ruolo di seconda punta della squadra in Francia dietro allo spagnolo. Contador arrivò in maglia gialla ai Campi Elisi, il texano chiuse terzo, ma a fine stagione lasciò polemicamente l’Astana, portandosi con sé i migliori compagni e lasciando Alberto senza un team di livello.
La bistecca al clenbuterolo del 2010
Contador vinse il Tour del 2010 al termine di mille polemiche. All’opinione pubblica non era andato giù l’attacco nella tappa di Bagnères-de-Luchon a Andy Schleck, dopo che il lussemburghese era stato vittima della caduta della catena. A settembre, però, ecco il colpo di scena: Alberto risultò positivo al clenbuterolo in un controllo del 21 luglio, 50 picogrammi che lo spagnolo giustificò con una bistecca contaminata, acquistata in una macelleria di Irún.
La revoca dei titoli
La lunghezza degli atti processuali consentì a Contador di correre e vincere con autorità il Giro 2011 e di partecipare anche al Tour, dove terminò quinto. Nel febbraio 2012, il TAS confermò la squalifica per doping e l’UCI fu costretta a revocare il Tour del 2010 e il Giro del 2011. La sanzione, con effetto retroattivo, terminò nell’agosto 2012.
Il ritorno trionfale del 2012
Alberto tornò in sella con la Saxo Bank-Tinkoff nell’Eneco Tour, unica gara in preparazione del grande obiettivo, la Vuelta. In quella edizione della corsa spagnola, il madrileno vinse una delle tappe più memorabili della carriera, a Fuente Dé, quando attaccò a 50 km dal traguardo, riuscendo a strappare la maglia rossa a Purito Rodríguez e portandola fino a Madrid.
Ancora un Giro (e una Vuelta)
Nel Tour 2014, Contador dovette abbandonare dopo una brutta caduta nella discesa del Petit Ballon nel corso della decima tappa. Recuperato per la Vuelta, lo spagnolo conquistò la generale per la terza e ultima volta. L’anno successivo, ecco arrivare anche il secondo Giro d’Italia al termine di un entusiasmante duello con Fabio Aru e Mikel Landa. Sono questi gli ultimi trionfi di Alberto nei Grand Tour.
Il ritiro di un grande
Contador annuncia di volersi ritirare al termine del 2016, ma l’incompiuta del Tour (due cadute nelle prime tappe e abbandono della corsa) gli fece ritardare di un anno l’addio alla bici. Con il passaggio alla Trek, ecco tornare l’Alberto combattivo di un tempo: arrivano tanti piazzamenti (Vuelta a Andalucía, Paris-Nice, Volta a Catalunya e País Vasco) e il nono posto al Tour. Poco prima della Vuelta, annuncia che quella sarà la sua ultima corsa. Dà spettacolo dal primo all’ultimo minuto, vincendo la tappa sul mitico Angliru, dando così l’addio al ciclismo con i fuochi d’artificio.