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Favola van Vleuten: dal terribile incidente di Rio all'oro di Bergen

Ciclismo

Claudio Barbieri

Annemiek van Vleuten ha vinto l'oro a Bergen dopo aver rischiato la vita un anno fa

Appena un anno fa, l'olandese era stata vittima ai Giochi di un'orrenda caduta che gli aveva provocato la rottura di tre vertebre. Oggi è la nuova campionessa del mondo a cronometro: "Non ho più gli incubi di quel giorno"

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Le compagne di Annemiek van Vleuten pensavano fosse morta quando, appena 12 mesi fa a Rio de Janerio, fu coinvolta in una terribile caduta che le procurò la frattura di tre vertebre della schiena. L'olandese era in testa, da sola, ad appena 11 km dal traguardo e dall'oro olimpico, quando perse il controllo della bicicletta e franò contro un marciapiede, picchiando violentemente la testa e soprattutto la schiena. "Quando sono passata di lì, l'ho vista davvero male. Avevo paura che non ce l'avesse fatta", spiegò la vincitrice di quella gara, la connazionale Anna ven der Breggen, subito dopo la premiazione. Annemiek restò qualche giorno in terapia intensiva, ma appena fuori dall'ospedale si rimise immediatamente sul sellino: dopo 15 giorni era già in bici e a ottobre partecipò ai Mondiali a Doha, dove giunse quinta, sempre nella prova contro il tempo. Un anno dopo quello schianto in Brasile, van Vleuten è campionessa del mondo Elite nella crono a Bergen, per di più ancora sotto la maledetta pioggia: aver visto la morte in faccia è stato uno stimolo per riprendersi ciò che le era stato tolto. 

"Rio non è più un incubo"

Subito dopo l'ufficialità dell'oro, Annieke ha attraversato la strada e si è buttata tra le braccia della madre: "Lo scorso anno mia madre stava guardando la gara di Rio in televisione, era il suo compleanno ed era insieme a molte persone - ha detto van Vleuten -. Deve essere stato davvero molto difficile per lei. Mio padre è morto nel 2008, così è stato naturale e molto bello poter celebrare con lei qualcosa di così bello nella mia carriera. In passato abbiamo condiviso tanti momenti tristi, quindi è importante festeggiare ed essere orgogliosi di quanto fatto, anche per ricordare doverosamente mio padre". Il brutto incidente di Rio ormai è un lontano ricordo: "Non ho più gli incubi della caduta dei Giochi - ha spiegato l'olandese, 35 anni il prossimo 8 ottobre -. Nel ciclismo ci sono alti e bassi, come in tutti gli sport. Non devi mai guardarti indietro e darti sempre nuovi obiettivi. Lo scorso anno ho avuto un down, quest'anno mi sono riscattata".

"Il miglior anno della mia vita"

Il ritorno di van Vleuten è qualcosa di eccezionale. In questo 2017, l'olandese aveva già conquistato La Course by Tour de France, la Cadel Evans Great Ocean Road Race e due tappe del Giro Rosa (la seconda con arrivo a Montereale Valcellina e la quinta, una crono a Sant'Elpidio a Mare), che le sono valsi la vittoria nella classifica a punti, in quella di miglior scalatrice e il terzo posto dietro alla nostra Elisa Longo Borghini e alla connazionale Anna van der Breggen. Proprio quella van der Breggen che martedì ha pagato un distacco di 12 secondi da Annemiek e che lo scorso anno, vedendola china ai bordi della strada, aveva temuto di perderla, sfilandole di fatto un oro che aveva già al collo. "Non avrei mai pensato di diventare campionessa del mondo, non pensavo ce l'avrei fatta. Ma alla fine ci sono riuscita, è sicuramente il miglior anno della mia vita", ha detto quasi commossa in conferenza stampa. La favola di van Vleuten non ha ancora scritto la parola fine: c'è un oro olimpico da andarsi a riprendere a Tokyo 2020...