Da vero campione del mondo le prime parole dello slovacco, che dopo il trionfo di Bergen celebra l'amico scomparso: "Voglio mandare un abbraccio a Michele e alla sua famiglia". Il ricordo di Scarponi ha accompagnato anche la Nazionale italiana per tutta la corsa
Peter Sagan è entrato nella storia del ciclismo a Bergen, conquistando la sua terza maglia iridata consecutiva. L'ennesimo capolavoro del 27enne slovacco, alla vittoria numero 101 da professionista, che appena sceso dalla sella ha voluto ricordare un amico speciale che non c'è più: "Sono davvero felice: voglio ringraziare i miei compagni e voglio dedicare il titolo al mio amico Michele Scarponi. Lunedì sarebbe stato il suo compleanno e vorrei mandare un abbraccio alla sua famiglia". Come sempre, Sagan si è nascosto durante la gara, piazzando la zampata vincente con un colpo di reni negli ultimi 50 metri che ha lasciato senza fiato il padrone di casa, il norvegese Kristoff: "Non è stato facile - ha detto lo slovacco -. In molti cambiavano direzione nel finale, ci ha provato anche Gaviria. Ho visto che bisognava sprintare e mi sono lanciato. Mi spiace per Kristoff che era a casa sua, ma è incredibile. E' qualcosa di speciale vincere per la terza volta. Non cambierà nulla, ma per me è una straordinaria sensazione. Non potevo prevedere quanto sarebbe accaduto, il gruppo era molto spezzettato. Sono arrivato nel finale a fare lo sprint, ma è stato davvero difficile vincere. E' un grande modo di finire questa stagione, sono molto felice".
Cassani: "Meritavamo una medaglia"
Volto scuro per Davide Cassani a fine corsa. Il ct aveva impostato tatticamente la gara in modo inappuntabile, con Moscon lanciato a inseguire Alaphilippe e Trentin nel gruppo dei migliori per lo sprint finale. Il quarto posto non ripaga degli sforzi fatti dagli azzurri nei 267.5 km di gara: "Peccato per Moscon, è stato fantastico - ha detto Cassani a Rai Sport -. E' caduto, si è sacrificato. Se fosse andato insieme ad Alaphilippe sarebbero arrivati in fondo. Non eravamo i favoriti, ma sapevamo di avere una buona squadra. Il quarto posto non ci soddisfa, ma abbiamo fatto un'ottima gara. Devo fare i complimenti a tutti, Trentin meritava un posto sul podio". Proprio Matteo Trentin si è dovuto accontentare della medaglia di legno, beffato per il bronzo dall'australiano Matthews: "I pimi due hanno fatto una volata di un altro livello - ha detto l'azzurro a Rai Sport -. Sono arrabbiato perchè il bronzo era possibile, ma invece è rimasto lì. Magari guardando le immagini penserò a qualcosa di diverso, ma nel finale sono arrivati due che andavano come pazzi. Ma questo è il ciclismo... Peccato, perchè la medaglia era possibile. Mi spiace per me ma soprattutto per la squadra, secondo me abbiamo fatto una grande corsa". La Nazionale ha corso ricordando Michele Scarponi, che lunedì avrebbe compiuto 38 anni, attraverso una foto sull'ammiraglia e uno striscione condiviso da tutta la squadra prima della partenza.