Ciclismo, Terpstra vince il Giro delle Fiandre 2018: altro trionfo della Quick Step nelle Classiche del Nord
CiclismoLa vittoria di Niki Terpstra nel Giro delle Fiandre 2018 è l'ennesima dimostrazione di quanto sia importante il gioco di squadra nel ciclismo. Ripercorriamo la storia di successi della Quick Step nelle "Classiche del Nord"
Dicono che il ciclismo non sia uno sport di squadra, e lo dicono soprattutto gli ordini di arrivo, fatti di nomi, anzi dei nomi dei vincitori. Così il Fiandre dell’olandese Terpstra, che dà un senso più compiuto, a quasi 34 anni, alla sua carriera, con un altro monumento da aggiungere alla Roubaix del 2014, tra qualche tempo non verrà ricordato come un successo di squadra, della Quick Step. Un nome che nel ciclismo gira da vent’anni, che è stato prima a fianco della Mapei, poi di altre sigle, o direttamente come primo sponsor sulle maglie di Museuuw e di Bettini, di Boonen e di Gilbert, vincitore lo scorso anno del Fiandre e contento per la vittoria del compagno Terpstra, quasi come se avesse tagliato lui il traguardo per primo.
Philippe Gilbert taglia il traguardo con la bici in mano dopo aver dominato il 101° Giro delle Fiandre grazie a una fuga di 55 km
E con Gilbert non c’entrano premi o soldi, è uno che ha vinto tutto, che ha voluto mettersi addosso la casacca Quick Step, del manager Lefevere, che ha fatto lo stopper alle spalle di Terpstra. Gioco di squadra, appunto. Il mondiale della Quick Step si corre in 2-3 settimane e si chiama “classiche del nord”. Quest’anno la squadra ha già messo assieme 21 vittorie, ma 20 le avrebbero barattate tutte per il Fiandre o la Roubaix. Nella Gand-Wevelgem la disperazione del neo arrivato Viviani, che batte i pugni sul manubrio e piange, è personale però è anche un modo per far capire quanto pesino nella squadra queste corse, per legittimarsi come grande leader. Se Peter Sagan fosse stato in squadra con la Quick Step probabilmente si sarebbe trovato al posto di Terpstra, che ha avuto grandi gambe, certo, grandi compagni, Stybar compreso, grande scelta di tempo nell’usare Nibali a 27 km dall’arrivo come punto di riferimento e molla per partire e togliersi di dosso gli altri favoriti, grande esperienza, ma anche e soprattutto la tattica e magari il suggerimento giusto arrivato dall’ammiraglia, da chi conosce e vive muri, strade e pavè come corridoi e stanze di casa. Forse meglio ancora.