Giro 2018, Froome lancia la sfida: "Mi sento pronto". Aru: "Sono qui per vincere"

Ciclismo
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Il britannico del Team Sky è il grande favorito per la Maglia Rosa: "Non mi baserò solo sulle crono, ho una squadra completa per tutti i momenti della corsa". Aru raccoglie la sfida del vincitore di quattro Tour, così come il campione in carica Tom Dumoulin: "Ho più fiducia del 2017"

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Mancano poche ore al via del Giro 2018, edizione numero 101 della Corsa Rosa, al via con una crono individuale di 9.7 km a Gerusalemme. L'uomo più atteso è in Israele da alcuni giorni: Chris Froome tenterà l'assalto alla maglia rosa che ancora gli manca, per completare la Tripla Corona. Il britannico del Team Sky, quattro volte campione del Tour de France, è al Giro per vincere: "Partecipare al Giro d’Italia è stata una decisione presa con la squadra durante l’inverno. Sono passati quasi dieci anni dal mio esordio nella corsa del paese che mi ha accolto da neo professionista con la Barloworld e per la prima volta torno per vincere quest’evento - ha spiegato in conferenza stampa -. È una motivazione enorme provare a vincere tre grandi giri di fila. Dalle sensazioni che ho avuto al Tour of the Alps mi sento pronto, ma non posso prevedere il risultato che ci sarà fra tre settimane. Ho una squadra estremamente completa per tutti i momenti di corsa. Non mi baserò solo sulle crono per puntare alla Maglia Rosa. È una corsa che prevede tutti i tipi di terreno. Sono felice di essere andato a guardare certe tappe come lo Zoncolan e la crono (in Trentino). Conoscevo già il Colle delle Finestre. Ci sarà corsa dura. Eravamo preoccupati per la sicurezza prima di venire in Israele ma qui è tutto fantastico. Stamattina siamo andati in bici con i ragazzi della squadra juniores israeliana. Spero che la partenza del Giro sia di ispirazione per i giovani ciclisti locali e che qualcuno di loro diventi un campione del futuro".

Aru: "Sono qui per vincere il Giro"

Dopo due forfait consecutivi, torna al Giro Fabio Aru, che vuole conquistare il gradino più alto del podio dopo un terzo e un secondo posto: "Siamo arrivati in Israele ieri e abbiamo potuto notare che la temperatura è abbastanza alta - ha detto il sardo della UAE Team Emirates -. Dovremmo fare attenzione all'idratazione. Sulle strade della seconda e della terza tappa il vento sarà un elemento da non sottovalutare. La crono di apertura presenta dei saliscendi: non sarà facile. Avevo un grande desiderio di tornare al Giro. È un punto cruciale della mia carriera: il momento giusto per vincerlo. Non mi sono mai sentito giovane come ciclista perché quasi sin dall'inizio della mia carriera, nel 2014, ho corso con molta responsabilità sulle spalle, anche se l’ho fatto senza stress. Nella mia squadra sento l’armonia e la serenità per far bene. Ci sono più o meno quindici corridori per la generale. Oltre ai vari Pinot, Pozzovivo e Lopez, che erano in gran forma al Tour of the Alps con Froome in una condizione simile alla mia, Chaves, Yates, Bennett e Woods sono tra gli scalatori da tenere d’occhio. Non penso che saranno lo Zoncolan o lo Jafferau a decidere la corsa, saranno tutte e 21 le tappe".

Dumoulin: "Ho più fiducia dello scorso anno"

Il campione in carica Tom Dumoulin è tra i favoriti per il successo nella crono di apertura di Gerusalemme: "Non sarebbe la fine del mondo se andassi male nella crono di apertura, ma sarebbe bello ottenere un buon risultato e magari vincerla - ha detto l'olandese della Sunweb -. Non ho ancora visto il percorso, sulla carta sembra vallonato dunque adatto a me. La mia prima impressione di Israele è stata buona. Sono arrivato ieri sera e non ho resistito al desiderio di visitare Gerusalemme, ho preso una bici e sono andato a fare un giro nelle città vecchia. La gente mi guardava in maniera un po' strana perché avevo vestiti normali e una bici da corsa... Un anno dopo la mia vittoria al Giro, la differenza è il modo in cui la gente mi guarda ma io non sono cambiato. Forse all'inizio di stagione volevo far vedere a tutti quanto ero forte, volevo vincere ma le cose non sono andate bene. Ho riflettuto sulla mia situazione e ormai sono molto più fiducioso in me stesso rispetto a qualche mese fa. Ho anche imparato dall’esperienza dell'anno scorso come superare le difficoltà. Non ho provato le tappe di montagna di questo Giro".