Tour 2018: il trionfo di Thomas, il pistard che ha realizzato il sogno Maglia Gialla

Ciclismo
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I Campi Elisi hanno incoronato il 32enne gallese, nuovo re del Tour de France. Dai trionfi in pista con la Gran Bretagna fino al supporto a Chris Froome, Geraint si è conquistato sulla strada i gradi di capitano, con due successi di tappa e undici giorni in Maglia Gialla

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Prima di tagliare il traguardo sui Campi Elisi e festeggiare sul podio con vista Arc de Triomphe, Geraint Thomas non aveva mai chiuso un grande giro nella Top 10. Nelle 12 partecipazioni precedenti a questa, il suo miglior piazzamento era un 15° posto alla Grande Boucle nel 2015 e 2016. Lo scorso anno, al Tour, aveva indossato la sua prima Maglia Gialla dopo aver conquistato la crono iniziale di Dusseldorf, perdendola pochi giorni più tardi a La Planche des Belles Filles in favore del suo capitano Chris Froome. Il 2017 è stato stregato per il gallese di Cardiff, che è stato costretto al ritiro sia al Giro (dove era capitano del Team Sky e tra i grandi favoriti alla vigilia) che al Tour. Thomas ha aspettato la sua occasione, si è guadagnato la possibilità di battagliare con i migliori, convincendo sir Brailsford, il boss della corazzata Sky, di poter vincere questo Tour. Geraint ha preso la Maglia Gialla a La Rosiere, prima delle due affermazioni in questo Tour, a cui è seguita il giorno dopo l'impresa sull'Alpe d'Huez, nella frazione che ha tolto di mezzo uno dei suoi principali rivali, Vincenzo Nibali. Il 32enne di Cardiff ha poi gestito alla perfezione, controllando gli attacchi dei vari Dumoulin, Bardet, Landa, Quintana e sfruttando il grande lavoro dei compagni di squadra, compreso quel Chris Froome che non ha mai 'tradito' la sua squadra, rispettando la classifica generale. Gli undici giorni complessivi in Maglia Gialla sono il riconoscimento dell'impresa di Thomas, vincitore con merito del Tour 2018.

La storia di Thomas, dalle piste ai Campi Elisi

Nato a Cardiff nel 1986, il piccolo Geraint viene messo quasi subito su una bicicletta. Va forte, tanto che nemmeno 18enne viene inserito nel programma della British Cycling Olympic Academy, che raccoglie i migliori talenti del Regno nel ciclismo su pista. La Nazionale di Sua Maestà fa un grande colpo: dopo l'argento ai Mondiali di Bordeaux nel 2006, arrivano ben tre medaglie d'oro iridate e soprattutto due titoli olimpici a Pechino 2008 e Londra 2012, sempre nell'inseguimento a squadre. Thomas viene notato anche dai direttori sportivi su strada e dopo qualche stage, viene messo sotto contratto dalla Barlworld nel 2007, prima di passare al Team Sky nel 2010. Dal 2013 si dedica solo alla strada e, non a caso, arrivano i primi successi. Sembra un uomo da Classiche, come dimostra la vittoria nella E3 Harelbeke, il terzo posto alla Gand-Wevelgem, due Top 10 a Fiandre e Roubaix. Nel 2016, la svolta con la conquista della classifica generale alla Parigi-Nizza. L'anno dopo, arriva il successo al Tour of the Alps, in questa stagione quello al Giro del Delfinato. Proprio in Francia, Thomas stava facendo le prove generali per il suo capolavoro, quel Tour e quella Maglia Gialla sognati fin dai tempi della pista. 

Edward Clancy, Geraint Thomas, Steven Burke e Peter Kennaugh nella gara a inseguimento a squadre di Londra 2012 (Getty)