Ciclismo, Ullrich racconta la crisi: "Ho fatto cose di cui mi pento"
CiclismoArrestato pochi giorni fa a Maiorca dopo essersi introdotto nella villa del vicino Til Schweiger, l'ex ciclista tedesco e oro olimpico a Sydney 2000 ha confessato alla Bild i problemi di alcol e droghe: "Sto facendo terapia per amore dei miei figli. È stata una delle prove più difficili della mia vita"
ULLRICH VICINO "MOLESTO": ARRESTATO PER VIOLAZIONE DI DOMICILIO
Pochi giorni fa l'arresto a Maiorca, episodio causato dalla violazione di domicilio ai danni del vicino-regista Til Schweiger come riportato dalla Bild. Lo stesso quotidiano tedesco ha quindi raccolto le parole di Jan Ullrich, ex ciclista con trionfi al Tour de France (1997) e alla Vuelta (1999) nonché oro olimpico a Sydney nel 2000. Già coinvolto nella nota "Operación Puerto" che gli costò una squalifica di due anni con formula retroattiva, Ullrich ha spiegato gli eccessi balzati alle cronache nelle ultime ore: "La separazione da Sara e la distanza dei miei figli, che non vedo da Natale e con i quali non sono quasi riuscito a parlare, mi hanno portato a fare e prendere cose di cui mi pento molto". Il riferimento è ai problemi legati all’abuso di alcol e droghe, inferno contro il quale sta combattendo il 44enne tedesco: "Per amore dei miei figli sto facendo terapia. Non potevo dormire, sono diventato agorafobico. È stata una delle prove più difficili della mia vita".
La crisi di Jan Ullrich
Il nome di Ullrich era tornato d’attualità nel weekend a seguito dell’arresto a Maiorca, dove vive dal 2016, con l’accusa di violazione di proprietà privata e minacce al regista Til Schweiger. Noto alle nostre latitudini per l’interpretazione di Hugo Stiglitz in "Bastardi senza gloria" di Quentin Tarantino, il noto vicino in ambito cinematografico stava tenendo un party esclusivo per l’uscita del suo nuovo film ("Honey in the Head") quando Ullrich avrebbe scavalcato la recinzione della sua villa cercando di aggredire uno degli ospiti con il manico di una scopa. Una versione contestata dal connazionale ed ex ciclista: "Ho suonato e siccome nessuno mi apriva, ho deciso di entrare. Ed è stato un amico di Til a perdere il controllo, ha cercato di colpirmi con un calcio in stile Kung Fu che sono riuscito a schivare e poi è arrivata la polizia".
Prima dell’episodio controverso, tuttavia, il rapporto tra i due era molto cordiale come raccontato da Schweiger alla Bild: "Era diventato quasi uno di famiglia, purtroppo quando è stato lasciato dalla moglie ha iniziato a prendere anfetamine. Mi raccontava che dormiva solo due ore, iniziava a bere birra alle 6 del mattino e continuava per tutto il giorno. Mi disse anche che aveva una ricetta per assumere cocaina poiché meno dannosa delle anfetamine". Gravi difficoltà personali quelle di Ullrich, sebbene non mancasse mai un pensiero verso la famiglia come ha proseguito il regista tedesco: "Mi ha anche detto che non voleva invecchiare, voleva solo riavere i suoi soldi di modo che i figli potessero avere un buon futuro". L’altra voce interpellata è proprio quella dell'ex ciclista, reduce da una notte in prigione: "Un’esperienza in condizioni disumane. Non mi capivo con gli ufficiali di polizia, non parlavano inglese ma solo spagnolo. Non ho potuto nemmeno chiamare un avvocato". Non è mancato proprio il commento dell’avvocato Wolfgang Hoppe, pronto a destinarlo in una clinica per disintossicarsi: "Può entrarci quando vuole. Speriamo tutti che si rimetta al più presto e cercheremo di aiutarlo al meglio possibile".