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Peter Sagan si racconta in My World

Ciclismo

Elisa Calcamuggi

Domenica scorsa ha sorpreso tutti modificando il cerimoniale UCI e consegnando di persona la medaglia di campione del mondo a Valverde. Oggi in Inghilterra - e tra una settimana in Italia - esce il suo libro My World che racconta il mondo di Peter Sagan, dove la noia non esiste

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La prossima settimana esce in Italia My World, il libro in cui Peter Sagan racconta il suo mondo che è il ciclismo, ma non solo. Perché il personaggio va oltre le due ruote proprio per il suo carattere e il suo modo di essere.

Peter Sagan è il ciclismo contemporaneo. È il corridore che stupisce e che inventa. Lui c’è sempre: è presente dalle prime corse di gennaio fino alla fine della stagione e in ogni corsa è lo showman per come corre o per ciò che dice.

È nato nel 1990 e viene da Zilina (Slovacchia) dove ama tornare appena gli impegni glielo permettono. È professionista dal 2010, ma prima è stato anche capace di diventare campione del mondo jr in mountain bike, che rimane una passione, un divertimento e perché no… anche un diversivo visto che all’Olimpiade di Rio 2016 decise di gareggiare proprio in questa disciplina e rinunciare alla strada perché il percorso non sembrava adatto alle sue caratteristiche. Inutile dunque perdere tempo. Meglio tentare un’alternativa. Purtroppo però due forature lo hanno fermato.

Ha vinto il Mondiale tre volte di fila, impresa mai riuscita a nessun ciclista prima di lui e domenica scorsa, giorno in cui ha dovuto cedere il titolo iridato a Alejandro Valverde, è riuscito a modificare il rigido cerimoniale dell’Unione ciclistica internazionale ed è salito sul palco lui per consegnare di persona al nuovo campione del mondo la medaglia d’oro. “Lo fanno nella boxe con il titolo di Campione del mondo, perché non lo facciamo anche noi?”.

In carriera ha collezionato 109 le vittorie fra cui: tre Mondiali di fila dal 2015, 1 Fiandre, 1 Parigi Roubaix, 3 Gand Wevelgem, 2 Gp del Quebec, 1 Harelbeke e Freccia del Brabante, 16 tappe al Tour of California, 16 al Giro di Svizzera, 11 al Tour de France ( e 6 maglie verdi) e 4 alla Vuelta.

Il Giro d’Italia non ha ancora visto la sua partecipazione, ma ha promesso che prima o poi ci sarà perché l’Italia gli piace molto e perché nel nostro Paese nel 2010 ha iniziato la sua avventura nei professionisti con il Team Liquigas Doimo.