Giro d'Italia: la storia e la maglia rosa degli ultimi anni

Ciclismo

Al Giro 2019 non ci sarà Chris Froome, re della scorsa edizione, ma ci saranno Vincenzo Nibali e l'olandese Tom Dumoulin, trionfatori nel 2016 e 2017. Tre Giri - gli ultimi - che hanno regalato emozioni fortissime, ricordando le rimonte impossibili di Marco Pantani: 20 anni fa la sua impresa leggendaria a Oropa

GIRO, 2^ TAPPA LIVE

GIRO D'ITALIA 2019: LE DIECI COSE DA SAPERE

Abbiamo ancora negli occhi la fantastica marcia di Chris Froome al Giro del 2018: epica la fuga di 80 km del campione anglo-keniano nella 19^ tappa cominciata sul Colle delle Finestre e conclusa in trionfo a Bardonecchia, dove il capitano del Team Sky strappò la maglia rosa a Simon Yates mettendo le mani sul "Trofeo senza fine", sollevato il 27 maggio al cielo di Roma, affiancato dall'olandese Tom Dumoulin e dal colombiano Miguel Ángel López.

Il Tulipano Rosa

Ma se Froome non sarà della corsa, nell'edizione del 2019 tutti dovranno fare i conti con Dumoulin, vincitore nel 2017. Quando "onorò" nel migliore dei modi la montagna intitolata a Marco Pantani, partendo - tra l'altro - da Castellania, terra di Fausto Coppi. Fino alla conquista del Santuario di Oropa, dove il Pirata nel 1999 firmò il suo capolavoro. Per il tulipano quella 14^ tappa fu la conferma della sua forza, perché aveva già mostrato i muscoli nella cronometro Foligno-Montefalco e qui si era impadronito della leadership; ma Dumoulin a Oropa diede prova a Quintana, Pinot, Landa e Nibali di andare forte anche da scalatore, ponendo le basi per il successo finale. Certo, rischiando grosso: già per i problemi intestinali che lo avevano colto sullo Stelvio, costretto a chiudere a 2'18" dallo Squalo, primo - e unico - italiano a vincere una tappa nel Giro del 2017; lasciando la maglia rosa a Quintana a due tornate dalla fine; e scivolando addirittura al quarto posto alla penultima, caricando di suspense la cronometro conclusiva che tingerà di oranje in Piazza Duomo come non si vedeva dai tempi di Gullit, Rijkaard e Van Basten e del Milan di Sacchi, squadra del cuore di Pantani e dello stesso Nibali.

Lo Squalo 3?

Lo Squalo che, a 34 anni, sarà ai nastri di partenza a Bologna sabato prossimo dopo aver saltato un Giro... con l'obiettivo di fare il suo personalissimo triplete ed entrare nel "club" di Felice Gimondi, Gino Bartali, Bernard Hinault, Fiorenzo Magni, Giovanni Brunero e Carlo Galetti, quelli con 3 vittorie della corsa rosa. Nel 2013 Vincenzino fece suo il Giro con la cronoscalata da Mori a Polsa, terminando l'opera alla 20^ tappa, staccando tutti sulle Tre Cime di Lavaredo. Nel 2016 protagonista di un mezzo miracolo nella Pinerolo-Risoul, recuperando quasi 5 minuti su Chavez quando tutto ormai sembrava perduto dopo il crollo nell'arrivo di Andalo. Una "remuntada" storica, ma impossibile senza l'aiuto del compagno Michele Scarponi, sempre nei nostri cuori. 

Nessuno come Pantani 

Come non ci stancheremo mai di ricordare Pantani e l'impresa - probabilmente - più grande di sempre, sicuramente da quando esiste la televisione. Era, appunto, il 30 maggio del 1999, 15^ tappa di 160 chilometri da Racconigi a Oropa. Il Pirata è in maglia rosa, mancano due tappe, ma sulla salita che porta al Santuario, tra i centri abitati di Cossila San Grato e Cossila San Giovanni, a meno di una decina di chilometri dal traguardo salta la catena della bici al romagnolo. Grazie anche all'aiuto dei gregari supera 49 corridori, riprende Paolo Savoldelli (secondo in classifica generale) e a tre chilometri dall'arrivo stacca il francese Jalabert volando - letteralmente - su pendenze del 10-13 per cento. Non si accorge nemmeno di aver vinto, finché non sarà abbracciato dai compagni. Un paio di giorni più tardi a Madonna di Campiglio arriverà come un macigno la squalifica per ematocrito alto che sarà l'inizio della sua odissea. Ma nel Mito c'era già.