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Essere Peter Sagan: il Giro d'Italia ha il suo "Joker"

Ciclismo

Alfredo Corallo

Il campione slovacco sarà la stella del Giro d'Italia 2020. Sagan parteciperà per la prima volta alla corsa rosa e porterà tutto il suo "repertorio" di classe e arte: quella di un talento poliedrico, imprevedibile e spettacolare anche giù dai pedali. Come quella volta che gli chiesero del "gemello" Ibrahimovic...

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"Why so serious?". L'essenza di Peter Sagan è tatuata sul suo fianco destro, nella smorfia di quel Joker modellato a sua immagine e somiglianza. Per la prima volta il fenomeno slovacco porterà in scena al Giro d'Italia il suo repertorio di classe e arte scenica, la galleria di un talento poliedrico al servizio della corsa rosa, imprevedibile e spettacolare, su e giù dai pedali. "Hulk" perché il verde della maglia a punti del Tour per lui è come una seconda pelle. "Rambo" per quei 30 punti (di sutura, al braccio) che non gli impedirono di risalire su una bici e mettere paura a un certo Lance Armstrong. "Terminator" - poi convertito inevitabilmente in TOURminator - perché così era soprannominato ai tempi della Mountain bike e specialmente nel 2008, quando il nostro supereroe non sbaglia un colpo: campione juniores di Slovacchia, campione nazionale, europeo e mondiale nello stesso anno. È una mitraglia, un cyborg della pedivella. Lui che per gli americani è "The rockstar of cycling" e pure il John Travolta/Danny Zuko di Grease che il gellatissimo Sagan "reinterpretò" veramente insieme alla moglie Katarina in versione Sandy-Olivia Newton John per augurare a tutti un buon 2016; quando - in un video - si trasformerà nel "Rocky" di Zilina, la sua città natale, con tutto il campionario del Balboa-workout, a spaccare legna come se non ci fosse un domani. Con i primi record e le abbuffate di Classiche, classicissime e titoli iridati (saranno tre, consecutivi, l'unico a riuscirci) il paragone con il più grande è scontato, con la benedizione dello stesso Merckx. Ma Peto non è un Cannibale, è molto di più: "Non sono il secondo Eddy Merckx, ma il primo Peter Sagan". Finché, un bel giorno, questo Prometeo 3.0 non si metterà in testa di scherzare con il fuoco e sfidare Dio in persona...

 

Ibrahimovic a chi?

Accadde sempre in quel caleidoscopico 2016, alla vigilia della Parigi-Roubaix. Ibrahimovic è ancora la stella del Psg e per i giornalisti francesi lo "spaccone" Sagan non può che essere l'Ibra del ciclismo. Sono gli istrioni di Aznavour, con il carattere dei duri e puri, testoni e capelloni, "gemelli" persino nella parlata. Va da sé che l'allora corridore della Tinkoff, incalzato sul paragone, risponda in perfetto Zeus-Zlatan style, come - supponiamo - avrebbe reagito ZZ se lo avessero paragonato al ciclista: "Ibrahimovic? E chi è?". 

 

"Messi o Ronaldo? Hamsik..."

Sono frequenti gli accostamenti tra Sagan le icone del calcio, anche lui amatissimo dalle nuove generazioni e idolo dei social. Spesso - per classe, ma anche perché entrambi, con le dovute proporzioni, campionissimi di marketing - viene ribattezzato il "Ronaldo delle due ruote"; una volta, David Brailsford, attuale direttore generale del Team Ineos, preferì fare un parallelismo con il miglior nemico di CR7: "Vederlo vincere è come essere allo stadio quando segna Messi". Ma perché non chiederlo direttamente all'interessato? Ci abbiamo provato noi, al termine della presentazione del Giro, a Milano. Messi o Ronaldo? "Wow, è la domanda del secolo - scherza il leader della Bora - non vorrei che qualcuno si arrabbiasse... Posso dire Hamsik?". D'altronde l'ex capitano del Napoli è un suo grande fan, oltre che un connazionale. Come l'interista Skriniar. "Non lo conosco personalmente - ci confessa - ma mi dicono sia fortissimo, uno dei difensori più forti del mondo, spero di incontrarlo presto".

Joker evolution

Chissà, magari proprio a Milano, teatro dell'ultima tappa del Giro che, con Sagan, acquisterà certamente anche in stravaganza. In bici e sul palco, che con lui diventa palcoscenico e realtà, capace di alternare esultanze non esattamente ortodosse a "impennate" di grande dolcezza e umanità come la dedica a Michele Scarponi dopo la conquista del suo terzo Mondiale.  Per il gusto di una follia, di un autografo in corsa o un vezzo da gentleman (ricorderete della donna col cane alla Tirreno-Adriatico che gli attraversò la strada in piena cronometro e lui: "Ero contromano e lei sulle strisce pedonali... aveva ragione la signora"). Rambo e Peter Pan, il Joker in bicicletta: in arte Sagan.