Il camionista residente in Germania che il 30 novembre scorso travolse e uccise Davide Rebellin sarà estradato in Italia. Intanto, come riportano i media locali, emergono i particolari dell'inchiesta: Rieke non sarebbe scappato subito ma sarebbe rimasto circa 15 minuti a pochi metri dal cadavere
Wolfgan Rieke, il camionista residente in Germania che il 30 novembre scorso travolse e uccise l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin, sarà estradato in Italia. La decisione è stata presa dal giudice tedesco che sta seguendo il caso. Spetterà ora, come riportano i quotidiani locali, alle autorità dei due Paesi concordare tempi e modi perché sia consegnato ai carabinieri. Nei giorni scorsi il suo difensore, l'avvocato Andrea Nardin, ha presentato ricorso al Tribunale del riesame di Venezia chiedendo che la misura cautelare venga annullata o sostituita con gli arresti domiciliari, facendo presente che l'uomo ora svolge esclusivamente mansioni di ufficio. L'udienza è fissata per il 14 luglio. Per il giudice italiano che ne chiese l'arresto, Rieke è invece "del tutto insensibile a qualsiasi forma di scrupolo". E e il suo comportamento denota "una stupefacente assenza di alcun segnale di rimorso".
Le carte dell'inchiesta: "Il camionista rimasto 15 minuti vicino alla salma"
Emergono intanto i particolari dell'inchiesta sulla morte di Davide Rebellin del 30 novembre scorso, pubblicati dai media locali. Il camionista tedesco, stava guidando il tir lungo il tratto della strada che attraversa Montebello Vicentino quando, all’altezza di una rotatoria, ha svoltato per entrare nel parcheggio di un ristorante senza accorgersi del ciclista perché non inserisce la freccia prima di sterzare. Se l’avesse fatto si sarebbe attivato il sistema di sicurezza che mostra su uno schermo presente in cabina ciò che avviene lungo la fiancata del mezzo. Le telecamere del ristorante, secondo quanto emerge dalle carte degli inquirenti, avrebbero ripreso tutta la scena con "ottima qualità delle immagini". Dai video esaminati "immediatamente dopo l’urto con il ciclista, il mezzo effettua un evidente sobbalzo". Particolare in contraddizione con quanto sostiene Rieke, e cioè di non essersi accorto di aver investito un uomo. Il camionista frena, scende dal mezzo lasciando lo sportello aperto, e si dirige verso il corpo di Rebellin. Intanto nel parcheggio arrivano altre auto e Rieke risale sul camion e lo posteggia qualche metro più in là. Di nuovo scende, e stavolta si mette a parlare con alcuni dei presenti. Secondo le carte dell'inchiesta, rese pubbliche dai media locali, c'è un primo tentativo del camionista di nascondere le proprie responsabilità: "Il conducente(…) dopo essersi passato la mano sulla bocca, l’aveva strofinata per due volte contro il paraurti, nell’obiettivo di eliminare le tracce derivanti dalla collisione con il ciclista". I video del ristorante lo riprenderebbero mentre resta fermo nel parcheggio, poi "con passo deciso" risale sul camion e riparte "a velocità sostenuta".
Il camionista rimasto vicino al cadavere per 15 minuti
Mentre fin dall'inizio si era ipotizzato che il camionista avesse iniziato la fuga subito, nell'ordinanza del gip è evidenziato come invece sarebbe rimasto a pochi metri dal cadavere di Rebellin per diversi minuti, circa 15. Da Montebello, l’autotrasportatore si è diretto prima a Montorso, dove ha caricato del materiale, e poi in una ditta di logistica di Verona. Infine, ha raggiunto la Germania. Sempre nelle carte si legge come nella fuga il camionista abbia evitato tutte le strade principali, per raggiungere la Germania attraverso strade secondarie, evitando i controlli che intanto si erano attivati.