Anatomia di un Touricidio annunciato

"Ses envolées constituent désormais le signe de la délivrance pour ses adversaires, qui ont franchi le stade de l’agacement, celui de l’irritation, et ressentent aujourd’hui comme un cruel complexe d’incapacité". "Le sue fughe sono ormai un segno di liberazione per i suoi avversari, che hanno superato la fase del fastidio, dell’irritazione, e oggi provano una sorta di crudele complesso di inferiorità". – Pierre Chany, L’Équipe, dopo la terza Sanremo di Eddy Merckx 1ª tappa, sabato 5 luglio Lille Métropole – Lille Métropole Vincitore: Jasper Philipsen Maglia gialla: Jasper Philipsen Pippo, così fa male Giornata cupa più del cielo spazzato dai venti del Nord. Dura 117 km il Tour per Filippo Ganna, primo – illustrissimo – caduto, dopo 52 km, e ritirato della prima tappa, 185 km quasi piatti con partenza e arrivo a Lille. Scivolato in una banale curva a destra con Sean Flynn ai -132 km, ancora una volta più Paperino che Pippo, il gigante della Ineos-Grenadiers ha picchiato schiena e un fianco, rotto la scarpetta destra e sfruttato la scia della propria ammiraglia salvo poi salirci dopo una sessantina di doloroso inseguimento verso uno sprint presto scolorito da sogno giallo a chimera. La volata – pilotata dal treno della Alpecin-Deceuninck con Silvan Dillier, sua maestà Mathieu van der Poel e Kaden Groves – l’ha stravinta il belga Jasper Philipsen su Biniam Girmay e Søren Wærenskjold. Ottimo quinto il nostro Matteo Trentin, pur dovendo tirare per Marius Mayrhofer, il velocista designato della Tudor. Giornata da dimenticare anche per l’altro corazziere tricolore Jonathan Milan – sorpreso nei ventagli prima di regolare – da 39° a 39” – il gruppo con big quali Remco Evenepoel e il duo della Red Bull-Bora-hansgrohe: Primož Roglič & Florian Lipowitz. Per il 27enne Jasper 'the Master' terza vittoria stagionale, la decima e prima maglia gialla in carriera al Tour dopo la verde del 2023. Solo per lui, e i dioscuri di quest’epoca Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard – bravi a star sempre davanti – il plumbeo cielo del Nord è un orizzonte ancora tutto da colorare. 5ª tappa, mercoledì 9 luglio Caen – Caen Vincitore: Remco Evenepoel Maglia gialla: Tadej Pogačar Remco dio Chrono che mangia se stesso Evenepoel doveva essere, ed Evenepoel è stato: come l’anno prima a Gevrey-Chambertin. Senza più Ganna, a casa già alla prima tappa, Remco contro il tempo fa – semplicemente – un altro sport: 33 km piatti ma ventosi intorno a Caen a 36’42”02, unico a sfiorare i 54 km orari di media; 53,950. Se non si sale troppo, altro pianeta. Nuova maglia bianca e 63ª vittoria per il 25enne, che a cronometro è campione del mondo e olimpico . Bravissimo terzo, a soli 33”, Edoardo Affini, campione d’Europa e bronzo mondiale di specialità. Un altro sport, ma contro i big della generale, lo fa pure Pogačar: lo sloveno ritrova la gialla, la 41ª, più la verde e mantiene quella à pois, chiude secondo a 16” e rifila 1’05” a Vingegaard. Così, tanto per gradire. Ah, quanto ingannevoli e illusori erano stati quei 17,4 km a crono del Delfinato: a Saint-Péray, l’11 giugno scorso, il danese si piazzò secondo a 21” da Evenepoel, che a sua volta ne inflisse addirittura 49” a Tadej: un’enormità. Pogi là si fermò poi a guardare la bici della concorrenza, compresa quella di Vingo. Qua, neppure l’ha mai visto: 13° Jonas, a 1’21” da Evenepoel, che in classifica lo ha scavalcato insieme con Kévin Vauquelin: Pogačar ha ora 42” sul fenomeno belga, 59” sulla grande speranza francese e 1’13” sul rivale di sempre. Il Tour – splendido ancor prima delle montagne – è appena cominciato eppure sembra già finito. 12ª tappa, giovedì 17 luglio Auch – Hautacam Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Tadej Pogačar HautaCampionissimo Un tappone, il primo del trittico pirenaico, tutto fuori soglia. In primis quella del dolore – indicibile, incommensurabile – per la vita spezzata a 19 anni di Samuele Privitera, omaggiato con un minuto di silenzio al via ad Auch; e nella dedica del dominatore Pogačar all’arrivo dopo 180,6 km con tre GPM e un totale di 3794 metri di dislivello positivo. Nell’ultimo chilometro "ho pensato a lui e alla sua famiglia e a quanto crudele sa essere il ciclismo", ha detto al traguardo di Hautacam lo sloveno, tornato in giallo dopo due giorni , e al terzo successo dopo Rouen alla 4ª e Mûr-de-Bretagne alla 7ª. Per lui 20ªa vittoria al Tour, la 102ª in carriera, la 14ª in stagione e 19ª top 3 nel 2025. Tadej è scattato quando i fuggitivi, a una cinquantina di secondi, erano ai -11,8 km, dopo le tirate dei suoi: Tim Wellens prima e la sparata di Jhonatan Narváez poi. Vingegaard è salito, e saltato, del proprio passo. Come nel 2022 ma a ruoli invertiti: allora, scortato da Wout Van Aert, il danese vinse in giallo con 1’04” sullo sloveno, e in classifica lo cacciò giù a 3’26”. Ed era già la 18ª tappa. Qua, appena alla 12ª, Pogi lo ha staccato di 2’10” e nella generale adesso lo precede di 3’31”. Evenepoel, oltre che dalle pericolose bandiere locali sventolategli in faccia a bordo strada, s’è salvato a 3’35” e ora è terzo a 4’45”. Bravi, ma già parecchio indietro dai big, i giovani Florian Lipowitz , Kévin Vauquelin e Oscar Onley . Settimo a 7’30” nonno Primož Roglič (coi suoi impresentabili fantasmini. Almeno qui, il 'Volenteroso' Emmanuel Macron ha scelto il momento giusto per apparire. 13ª tappa, venerdì 18 luglio Loudenvielle – Peyragudes Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Tadej Pogačar La solitudine del numero primo Numero 1 di dorsale e di fatto. L’asso pigliatutto viaggia leggero e cala il poker, si prende in back-to-back il secondo dei tre tapponi pirenaici e guarda tutti dall’alto di una superiorità persino imbarazzante tanto è smaccata. Nella cronoscalata di 10,9 km da Loudenvielle ai 1580 metri di Peyragudes – pendenza massima del 16% nel penultimo km e 900 metri finali al 13% di media – ha chiuso in 23’ netti, unico oltre i 28 km orari di media. Quasi irreali i suoi 7,48 watt/kg tenuti per 17’25”, su un tratto di 6,95 km all’8.36%. Come il giorno prima a Hautacam, ancora secondo Vingegaard, che rispetto a Pogi ha scelto, casco spaziale e bici da crono con monocorona, e stavolta almeno ha limitato i danni a 36”. Terzo a 1’20” il redivivo Roglič. Seconda giornata difficile consecutiva per Evenepoel, bi-iridato e olimpionico di specialità, addirittura superato in vista del traguardo da Vingegaard, partito due minuti dopo di lui. Per quanto su un tracciato che non gli si addiceva, lo specialista belga ha finito 12° a 2’39”. E in ottica podio e maglia bianca deve guardarsi da Lipowitz, 4° a 1’56” all’arrivo e distante appena 6” nella generale, che Pogačar guida ora con 4’07” su Vingegaard e 7’24” sullo stesso Remco. Distacchi da fine Tour, che – tocca ripetersi – non sembra mai iniziato. 14ª tappa, sabato 19 luglio Pau – Luchon-Superbagnères Vincitore: Thymen Arensman Maglia gialla: Tadej Pogačar Il gran giorno di Arensman e triste, solitario y final per Remco Non era la tappa-regina, l’ultima del trittico. Ma con freddo, 5020 metri di dislivello e il Tourmalet – il 'Gigante dei Pirenei' – ci si aspettava uno scontro fra titani. Invece, è stato il gran ballo del debuttante Thymen Arensman – al secondo successo in un grande giro dopo quello alla Vuelta 2022 e quello solo accarezzato a Le Mont-Dore alla 14esima . È stato anche il giorno triste di Remco Evenepoel, che la Grande Boucle l’ha salutata ai -100 km dall’arrivo, e dopo appena trecento metri di Tourmalet. Per il 25enne belga terzo grande giro non finito su sei. Urge riflessione su preparazione, e su che cosa fare da grande. Quanto ai titani, maglia gialla mai stata in discussione. Figuriamoci per i due scattini di Vingegaard ai -4 km e ai -2,2 km, cui Tadej Pogačar ha risposto sprintando – con una spruzzata di arroganza, quasi onnipotenza agonistica – per il secondo posto e sfilargli altri 4” più 2” di abbuono sul traguardo, classicissimo, della Pau-Luchon-Superbagnères. Vingo ora insegue a 4’13”. E difficilmente, in discussione, quella maglia lo sarà, dopo il riposo, sul Ventoux martedì, sul Col de la Loze giovedì e a La Plagne venerdì. Le vere tappe regine, per un unico gigante. Sempre più Re Solo. 16ª tappa, martedì 22 luglio Montpellier – Mont Ventoux Vincitore: Valentin Paret-Peintre Maglia gialla: Tadej Pogačar La festa di san Valentin e l’O.K. Corral sul Ventoux La morale è sempre quella, più lo attaccano e più Pogačar guadagna. Ma che spettacolo sul mitico Mont Ventoux. Solo chi l’ha scalato può capire davvero cosa significhi arrampicarsi fin lassù, specie sotto la canicule spazzata dal mistral. Valentin Paret-Peintre, bruciando Ben Healy e Santiago Buitrago ha infilato l’impresa della vita. Primo successo francese in questa edizione, e primo al Tour del 24enne già vincitore a Bocca della Selva al Giro 2024 e coi suoi 52 kg il peso-piuma del gruppo. Ma lo show che più conta è 43” dietro. Il miglior scalatore contro il corridore più forte di quest’epoca. Quattro attacchi quasi chirurgici di Vingegaard: ai -7,4 km, ai 6,1 km, ai -3,2 km e ai -2,2 prima di uno di Pogačar , sempre a ruota ma meno impassibile, imperturbabile del solito. Mai visto, in questo Tour, un Pogi così a bocca aperta. Jonas ci riprova a un km dalla vetta, ma poi parte Tadej che all’arrivo – quinto alle spalle di un commovente Ilan Van Wilder, decisivo per il compagno Paret-Peintre – sfila a Vingo altri due secondi: adesso la maglia gialla comanda con 4’15” sul danese e 9’03” sulla maglia bianca Florian Lipowitz. Mancano ancora Col de la Loze giovedì e La Plagne venerdì, e poi per lo sloveno sarà poker-apoteosi. Ma a 'questo' Vingegaard, chapeau bas. 17ª tappa, mercoledì 17 luglio Bollène – Valence Vincitore: Jonathan Milan Maglia gialla: Tadej Pogačar Milan, Man in Green A Valence alla 17ª come a Laval all’ottava. Due maglie ciclamino e 4 vittorie in due Giri; bis, e verde sempre più speranza come la barba promessa a Parigi, da super matricola al Tour: altri 50 punti per Jonathan Milan, e ora +72 su Pogačar, in giallo acceso alla vigilia dei due tapponi alpini con 4’15” su Vingegaard. Sotto la pioggia per 160,4 km da Bollène, capolavoro della Lidl-Trek – in particolare con Quinn Simmons prima e Jasper Stuyven poi – a proteggere e pilotare il 'Toro di Buja', pronto a incornare tutti. Il resto ce lo ha messo lui scattando alla sua maniera ai -200 metri in terza ruota con Davide Ballerini, partito lungo e poi quinto davanti ad Alberto Dainese. Quando è l’anno buono, tutti i pianeti si allineano : a Laval, la foratura di Tim Merlier ai -12 km; qui a Valence, la maxi-caduta che a un km dal traguardo ha tagliato fuori lo stesso belga, attardato nello slalom, e Biniam Girmay, rimasto a terra malconcio. Come la prima maglia gialla Philipsen, caduto e ritiratosi già alla terza tappa, prima ancora di arrivare a giocarsi la volata di Dunkerque poi vinta da Merlier proprio su Milan. Ancora in sella per miracolo invece Arnaud De Lie, poi quarto dietro al futuribile Tobias Lund Andresen , dopo aver rischiato di arrotarsi con Milan, che ha bruciato di mezza bici Jordi Meeus, suo rivale sin da junior quando Johnny correva nel Team Friuli. Ventiquattresima vittoria in carriera, l’ottava in stagione a soli 24 anni. Ancora Courchevel e La Plagne a denti stretti, poi – 15 anni dopo Alessandro Petacchi – un italiano sfilerà in verde sui Campi Elisi. 19ª tappa, venerdì 25 luglio Albertville – La Plagne Vincitore: Thymen Arensman Maglia gialla: Tadej Pogačar Dopo i Pirenei, le Alpi: questo è un lavoro per ArenSuperman Superbagnères in fuga sui Pirenei , La Plagne davanti ai big sulle Alpi. Sa scegliersele bene, le imprese, Thymen Arensman. Secondo tappone al primo Tour per il 25enne neerlandese, scattato forte due volte ai -14,3 km e -13 km dall’arrivo in vetta, ai 2052 metri di altitudine, dove nel 1987, l’anno magico della sua tripla corona, Stephen Roche virtualmente si vestì di giallo dopo essere stato soccorso con la maschera dell’ossigeno. Nel secondo e ultimo tappone alpino, accorciato da 129,9 km a 93,1 km per l’epidemia di dermatite bovina scoppiata in 34 follicoli negli allevamenti sul col des Saisies, è lui che infila Pogačar e Vingegaard, più impegnati a far perdere l’altro che a vincere loro, mentre Lipowitz dietro blindava maglia bianca e podio sull’altro baby-rivelazione Onley. A due giorni da Parigi, tutto deciso o quasi: per la terza volta dopo Dunkerque e Laval , ma la prima in tappe di montagna, mette la ruota davanti alla maglia gialla, che gli lascia sì 2” al traguardo ma in classifica lo precede di 4’24”. Lipowitz resta terzo ma a 11’09” e con 1’03” su Onley. Milan sempre più verde a +80 punti su Pogačar, stanco e stressato come l’addetto alla sicurezza che sul traguardo stava per travolgere lui e Vingegaard. A la Plagne, come in ogni fine Tour, si arriva sempre senza fiato. 21ª tappa, domenica 27 luglio Mantes-la-Ville – Paris/Champs-Élysées Vincitore: Wout Van Aert Maglia gialla: Tadej Pogačar Tutti in piedi, Wout per primo Un capolavoro da esporre al Louvre, hollywoodianamente attraversato in scia dal plotone, questo – inedito e riuscitissimo – epilogo di Tour #112. Cinquant’anni di parata ai Campi Elisi celebrati però senza la classica passerella prima della volatona. Anticipata da quella sporca e inzuppata mezza dozzina scappata sulla terza e ultima ascesa dell’olimpica Montmartre. Pogačar, che la sua quarta Boucle l’ha 'già' vinta; i nostri Davide Ballerini e Matteo Trentin; Matteo Jorgenson per Van Aert; e Matej Mohorič, rientrato in discesa. Causa maltempo, tappa neutralizzata dopo 82 km e per gli ultimi 50. La maglia gialla si rasserena e così cerca il pokerissimo , Van Aert il bis del 2021. Allora, bruciò Jasper Philipsen e Mark Cavendish. Qui, se ne va ai -6,5 km, a meno di 400 metri dalla vetta, come e meglio che a Siena al Giro su Isaac Del Toro. Sue le tappe più scenografiche dei due grandi giri: dopo Piazza del Campo, gli Champs-Elysées. Per il belga, decimo sigillo in carriera al Tour. E una Photo-Opportunity For the Ages: in piedi sui pedali trionfante dopo essersi tolto di ruota la maglia gialla sull’ascesa in pavé di rue Lepic nel terzo e ultimo passaggio a Montmartre. Immortale. Dietro, il Ballero batte i due sloveni. E subito dopo, per la rabbia, il pugno sul manubrio. Peccato. Gran gamba, il canturino. Non fosse caduto nella prima settimana, proprio quella a lui più congeniale, chissà che cosa si sarebbe – e ci avrebbe – potuto regalare. Idem per Simone Velasco, tanto generoso quanto sfortunato. E che però deve darsi una calmata: va bene l’uovo-scherzetto a Remco, meno gli insulti a Jordan Jegat, che l’italiano non lo capisce ma l’esperanto dei gesti sì, eccome. Piccola postilla: il francese fino a quattro anni fa faceva l’operaio in fabbrica, e nel 2022 era ancora dilettante di terza. I genitori premevano perché lasciasse il ciclismo e si dedicasse al lavoro. JJ chiese loro ancora un anno di tempo, si pagò camp in altura e nutrizionista. E nella penultima tappa, entrando malvisto senza tirare nella fuga non più tollerata dai big, ha sfilato all’Aussie Ben O’ Connor la top ten. Se non è fiaba da Cenerentolo questa… Quasi sempre primo sia all’arrivo sia nella generale fra i 10 nostri rimasti in gara , il 29enne bolognese meritava però almeno una fra le tappe di Boulogne-sur Mer e Pontarlier . In ogni caso, un finale eccezionale per un Tour – finalmente – straordinario anche per l’Italia: due vittorie al debutto per Jonny Milan in verde dopo Franco 'Cuore matto' Bitossi 1968 e 'Ale-jet' Alessandro Petacchi 2010. Sul podio di Parigi se possibile ancor più bella così bagnata – il sesto in fila per Pogi , il quinto per Vingo – anche Florian Lipowitz, terzo a 11’00” e maglia bianca davanti all’altra rivelazione, Oscar Onley. Il tedesco, fino al 2019 biatleta dall’irreale potenza aerobica , compirà 25 anni il 21 settembre. Lo scozzese ne farà 23 il 13 ottobre. Il futuro, forse, è già loro. A Ben Healy il premio di Supercombattivo. Il pubblico aveva votato per il norvegese Jonas Abrahamsen, la giuria è andata sul britannico naturalizzato irlandese, l’unico a vincerlo in tre tappe. Curiosità: a Dunkerque per mancanza di papabili non è stato assegnato, mentre a Laval se lo sono presi ex-aequo Mattéo Vercher e Mathieu Burgaudeau, compagni nella TotalEnergies. Dalla sua, oltre al 9° posto nella generale , per Healy anche la vittoria a Vire-Normandie centrata alla 6ª e solo accarezzata sul Ventoux alla 16ª, bruciato in cima da Valentin Paret-Peintre dopo 93 km al vento. Oltre all’unica ma memorabile, pure nella sofferenza – giornata in giallo. Un figlio, seppur adottivo, del Trifoglio non la vestiva dalla 'Tripla Corona' di Stephen Roche 1987. Quanto al premio, l’altro irlandese a vincerlo, nel 2018, era stato Dan Martin, nipotino dello zio Stephen. Momento deamicisiano da libro Cuore? Alla 9ª, Mathieu van der Poel in fuga dal Km Zero per 174 km e far salire sul podio almeno una volta in carriera l’amico e compagno Jonas Rickaert, poi staccatosi nel finale. MvdP – da quel giorno conficcato da qui all’eternità nel cuore della gente – ripreso ai -700 metri dall’arrivo a Châteauroux. Vittoria-bis sfumata ma mission accomplished. Poi dicono la grandeur: o ce l’hai, o non ce l’hai. Vive Le Tour! Le 21 tappe della 112ª Grande Boucle: T1: Lille Métropole – Lille Métropole Vincitore: Jasper Philipsen Maglia gialla: Jasper Philipsen T2: Lauwin-Planque – Boulogne-sur-Mer Vincitore: Mathieu van der Poel Maglia gialla: Mathieu van der Poel T3 : Valenciennes – Dunkerque Vincitore: Tim Merlier Maglia gialla: Mathieu van der Poel T4: Amiens Métropole – Rouen Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Mathieu van der Poel T5: Caen – Caen Vincitore: Remco Evenepoel Maglia gialla: Tadej Pogačar T6: Bayeux – Vire Normandie Vincitore: Ben Healy Maglia gialla: Mathieu van der Poel T7: Saint-Malo – Mûr-de-Bretagne/Guerlédan Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Tadej Pogačar T8: Saint-Méen-le-Grand – Laval/Espace Mayenne Vincitore: Jonathan Milan Maglia gialla: Tadej Pogačar T9: Chinon – Châteauroux Vincitore: Tim Merlier Maglia gialla: Tadej Pogačar T10: Ennezat – Le Mont-Dore Puy de Sancy Vincitore: Simon Yates Maglia gialla: Ben Healy T11: Toulouse – Toulouse Vincitore: Jonas Abrahamsen Maglia gialla: Ben Healy T12: Auch – Hautacam Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Tadej Pogačar T13: Loudenvielle – Peyragudes Vincitore: Tadej Pogačar Maglia gialla: Tadej Pogačar T14: Pau – Luchon-Superbagnères Vincitore: Thymen Arensman Maglia gialla: Tadej Pogačar T15: Muret – Carcassonne Vincitore: Tim Wellens Maglia gialla: Tadej Pogačar T16: Montpellier – Mont Ventoux Vincitore: Valentin Paret-Peintre Maglia gialla: Tadej Pogačar T17: Bollène – Valence Vincitore: Jonathan Milan Maglia gialla: Tadej Pogačar T18: Vif – Courchevel/Col de la Loze Vincitore: Ben O’Connor Maglia gialla: Tadej Pogačar T19: Albertville – La Plagne Vincitore: Thymen Arensman Maglia gialla: Tadej Pogačar T20: Nantua – Pontarlier Vincitore: Kaden Groves Maglia gialla: Tadej Pogačar T21: Mantes-la-Ville – Paris/Champs-Élysées Vincitore: Wout Van Aert Maglia gialla: Tadej Pogačar

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Anatomia di un Touricidio annunciato

Christian Giordano