Kers, diffusori, nuove regole. Brawn Gp, Red Bull, Ferrari e McLaren "non pervenute". Ma cosa sta succedendo in F1? Vincono i Carneadi, ma non pare la stessa storia del Chievo che stupì il calcio pur essendo un nano sportivo. Fiorello dice che...
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"Button è veloce come un paracarro e Barrichello è un pilota in pensione". Parole provocatorie, probabilmente anche offensive, di uno che non ha studiato a Eton come Flavio Briatore, pronunciate di venerdì 17. Giornata notoriamente infausta. "Se lui non è al vertice della Formula 1 pensa che ogni team danneggi la credibilità del Mondiale", aveva più o meno risposto al marito della Gregoraci il pilota inglese-paracarro, reduce sino a venerdì scorso dai trionfi nel Gp d'Australia e di Malesia ma da oggi, in Cina, anche terzo sul podio, dietro alle Red Bull.
Polemiche e invettive personali a parte, rimane in effetti qualche interrogativo da porsi sul Mondiale in corso. Come genialmente, e velenosamente, soffia Fiorello sul palco di Roma: "Hanno ricavato le Brawn Gp dai pezzi di ricambio della Duna, e quelle adesso vincono le gare". La Duna, per chi non ricorda, fu un imbarazzante modello Fiat di qualche decennio fa, diventata oggetto di culto del kitsch, o cattivo gusto, planetario. Un'auto di terrificante bruttezza, le cui performance su strada erano direttamente proprozionali alle sue (inesistenti) qualità estetiche.
Allora: Kers? Diffusori? Piogge monsoniche (dalla Malesia alla Cina, sono due settimane tonde che l'Asia sembra Udine a novembre, eppure le gare diventano sempre un caos)? Ma come funziona questo Mondiale? Ma che sport è diventato questa F1? Dite e pensate quel che volete, ma non si capisce più niente. La Ferrari, di cui lo stesso presidente Montezemolo dice "Meglio che io non parli" per poi lanciare addirittura un saio da frate francescano sul tavolo dei box auspicando un ritorno all'umiltà del team, è per ora dichiarabile "non pervenuta". Tre Gp, tre flop. Minaccia di piovere? Loro montano le gomme da pioggia un quarto d'ora prima degli altri (vedi Sepang, Malesia) e poi non piove, e le Rosse intanto consumano il battistrada. Il Kers? Non lo mettono in valigia partendo per la Cina, e già dalle prove Raikkonen & Massa sembrano due neopatentati col foglio rosa. Però la Red Bull, senza il famigerato Kers né i gli altrettanto famigerati diffusori, vince la gara. E allora? La Brawn Gp, col pilota-paracarro e con quello in pensione come spara Briatore, usa invece sia Kers che diffusori e, come detto, trionfa nei primi due Gp piazzandosi terza nel terzo. Boh.
Sempre il Briatore aveva sospettato, venerdì, che questo Mondiale può vincerlo anche uno come Timo Glock (qualcuno sa chi è?), tant'è un Mondiale strambo e incomprensibile. Ora: l'austero proprietario del Billionaire, abituato alla sobrietà dei modi, stavolta può anche averla fatta fuori dal vaso, esagerando. Ma l'impressione è che, a differenza dei campionati (pochissimi) di serie A in cui anche le provinciali potevano aspirare a sogni di gloria (il Chievo di Del Neri la parabola più recente), nella F1 il tramonto di Ferrari e McLaren non significhi l'emergere di outsider irresistibili. Se ha ragione Fiorello, è un segno di decadenza e declino. Se ha torto, qualcuno ci spieghi perché. Se poi in Bahrein vincesse davvero Timo Glock, beh, allora ne riparliamo.
(Paolo Pagani)
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"Button è veloce come un paracarro e Barrichello è un pilota in pensione". Parole provocatorie, probabilmente anche offensive, di uno che non ha studiato a Eton come Flavio Briatore, pronunciate di venerdì 17. Giornata notoriamente infausta. "Se lui non è al vertice della Formula 1 pensa che ogni team danneggi la credibilità del Mondiale", aveva più o meno risposto al marito della Gregoraci il pilota inglese-paracarro, reduce sino a venerdì scorso dai trionfi nel Gp d'Australia e di Malesia ma da oggi, in Cina, anche terzo sul podio, dietro alle Red Bull.
Polemiche e invettive personali a parte, rimane in effetti qualche interrogativo da porsi sul Mondiale in corso. Come genialmente, e velenosamente, soffia Fiorello sul palco di Roma: "Hanno ricavato le Brawn Gp dai pezzi di ricambio della Duna, e quelle adesso vincono le gare". La Duna, per chi non ricorda, fu un imbarazzante modello Fiat di qualche decennio fa, diventata oggetto di culto del kitsch, o cattivo gusto, planetario. Un'auto di terrificante bruttezza, le cui performance su strada erano direttamente proprozionali alle sue (inesistenti) qualità estetiche.
Allora: Kers? Diffusori? Piogge monsoniche (dalla Malesia alla Cina, sono due settimane tonde che l'Asia sembra Udine a novembre, eppure le gare diventano sempre un caos)? Ma come funziona questo Mondiale? Ma che sport è diventato questa F1? Dite e pensate quel che volete, ma non si capisce più niente. La Ferrari, di cui lo stesso presidente Montezemolo dice "Meglio che io non parli" per poi lanciare addirittura un saio da frate francescano sul tavolo dei box auspicando un ritorno all'umiltà del team, è per ora dichiarabile "non pervenuta". Tre Gp, tre flop. Minaccia di piovere? Loro montano le gomme da pioggia un quarto d'ora prima degli altri (vedi Sepang, Malesia) e poi non piove, e le Rosse intanto consumano il battistrada. Il Kers? Non lo mettono in valigia partendo per la Cina, e già dalle prove Raikkonen & Massa sembrano due neopatentati col foglio rosa. Però la Red Bull, senza il famigerato Kers né i gli altrettanto famigerati diffusori, vince la gara. E allora? La Brawn Gp, col pilota-paracarro e con quello in pensione come spara Briatore, usa invece sia Kers che diffusori e, come detto, trionfa nei primi due Gp piazzandosi terza nel terzo. Boh.
Sempre il Briatore aveva sospettato, venerdì, che questo Mondiale può vincerlo anche uno come Timo Glock (qualcuno sa chi è?), tant'è un Mondiale strambo e incomprensibile. Ora: l'austero proprietario del Billionaire, abituato alla sobrietà dei modi, stavolta può anche averla fatta fuori dal vaso, esagerando. Ma l'impressione è che, a differenza dei campionati (pochissimi) di serie A in cui anche le provinciali potevano aspirare a sogni di gloria (il Chievo di Del Neri la parabola più recente), nella F1 il tramonto di Ferrari e McLaren non significhi l'emergere di outsider irresistibili. Se ha ragione Fiorello, è un segno di decadenza e declino. Se ha torto, qualcuno ci spieghi perché. Se poi in Bahrein vincesse davvero Timo Glock, beh, allora ne riparliamo.
(Paolo Pagani)