Hamilton: ''Troppa politica in F1, mi sono stancato''

Formula 1
Lewis Hamilton e Bernie Ecclestone, i due mondi della F1: il pilota e il politico
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Il campione del mondo della McLaren è stufo di udienze, interrogatori, inchieste e scandali: "Voglio essere un pilota, non sono qui per fare il politico. Prima mi piaceva quello che facevo e ora non è più così''. GIOCA A FORMULA SKY

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"Voglio essere un pilota, non sono in Formula 1 per fare il politico. Tutto questo mi ha stufato". Lewis Hamilton non ne può più. Il pilota inglese della McLaren-Mercedes è nel circus da poco più di due anni: in questo breve periodo ha dovuto impegnarsi tanto in pista quanto nelle aule di tribunale tra udienze, interrogatori, inchieste e scandali. Nel 2007, la sua stagione d'esordio, ha vissuto la spy story che è costata al suo team una maximulta e la cancellazione dei punti conquistati nel Mondiale costruttori. All'inizio del campionato attuale, è stato protagonista di un'altra vicenda poco edificante: ha mentito ai commissari del Gp d'Australia, provocando la provvisoria penalizzazione della Toyota di  Jarno Trulli, prima di essere smascherato.

"So che è sbagliato ciò che è accaduto in Australia ", dice Hamilton al quotidiano The Times. I frequenti confronti con i commissari hanno lasciato un segno. "E' come se una persona finisse in prigione, pur essendo consapevole che non dovrebbe essere dietro le sbarre. Tutto questo - aggiunge - non ha condizionato il mio modo di guidare, non permetterò che questo accada. Ma condiziona la mia vita: mi godevo la Formula 1 e ora in parte non è più così''.

E' cambiato anche il rapporto con i media. "Una volta era divertente rilasciare interviste e parlare con le tv. Adesso - dice - le cose sono cambiate: la parte migliore arriva quando stacchi la spina da tutto e indossi il casco". La 'vera natura' del circus ha sorpreso il pilota inglese. "Quando sono arrivato, non pensavo che avrei trovato tanta politica. E' stato assolutamente uno choc", dice  Hamilton. "Si finisce per perdere davvero tanto tempo. Purtroppo - prosegue il campione del mondo - la Formula 1 funziona in questo modo per qualche motivo. Nelle categorie inferiori è molto più divertente, la gente e le squadre lì pensano solo a correre", aggiunge il 24enne, che nelle prime 5 gare della stagione 2009 ha  raccolto appena 9 punti, complice la scarsa competitività della sua  monoposto.

"Di sicuro, non è una gran sensazione sapere che non si può vincere una gara anche se si fa un ottimo lavoro. E' dura da  sopportare, ma bisogna accettare la situazione", ammette. Il suo team gli ha promesso una 'supercar' da 3 milioni di sterline se riuscirà vincere 3 titoli iridati. "La macchina è il mio sogno, ma i 3 titoli al momento sembrano lontani. Dovrò aspettare un po"', dice. Per  inseguire il sogno, deve resistere in un mondo che non apprezza come prima. "Non ho dubbi - afferma -: posso tornare a divertirmi come ho fatto in passato. Solo, non adesso".