Ferrari vuol dire fiducia. Ma la rimonta sembra impossibile
Formula 1Dopo il successo di Silverstone, la Rossa ha dato una scossa al Mondiale invertendo finalmente la tendenza. Sono tornati entusiasmo e velocità, arriveranno nuove migliorie. Per Alonso quasi una "mission impossible": ma qualcuno ce l'ha fatta
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Fernando Alonso e la Ferrari, dopo il successo di ieri a Silverstone, hanno dato il segnale di una possibile svolta nel Mondiale. Ma hanno davvero una chance di riuscire nella "remontada", come la chiama lo spagnolo? Oppure è una rimonta "impossibile" con 92 punti di distacco da Vettel dopo 9 gare su 19? I precedenti non sono favorevoli. E il tedesco della Red Bull è tutt'altro che in crisi: quando gli va male, arriva secondo. Come ieri.
Per perdere 9.2 punti ognuna delle prossime dieci gare dovrebbe arrivare mai più di terzo. Non è finora mai sceso così in basso. E Alonso non è secondo, ma terzo in campionato. E' anche vero che l'anno scorso, dopo Silverstone, aveva 18 punti in meno. In passato c'è stata una volta, facendo un paragone tra i diversi sistemi di punteggio della storia della F1, in cui con distacco analogo una "remontada" è riuscita, quella di James Hunt su Niki Lauda nel 1976, ma c'è un perché che esula dai rendimenti. E' difficile fare un confronto, essendo nel tempo cambiati più volte i punteggi e il numero delle gare di un mondiale. E anche la percentuale di distacco tra primo e secondo: fino agli anni '60 prendevano 8 e 6 punti. Poi 9 e 6. Dal '91 10 e 6. Dal 2003 10 e 8. Dall'anno scorso 25 e 18.
Il coefficiente migliore ora è dunque 2.5 (tra 25 e 10), col quale è plausibile fare un excursus nei precedenti.
1964 - John Surtees (Ferrari) ha 20 punti da Jim Clark (Lotus) e di 16 da Graham Hill (BRM). Alla fine vince di 1 punto su Hill, costretto all'epoca a scartare 2 dei propri punti.
1976 - Niki Lauda (Ferrari) domina e arriva a 39 punti su James Hunt (McLaren), ma ha il terribile incidente dell'1 agosto al Nurburgring e salta due gare. Alla fine Hunt vince per 1 punto. E' il massimo distacco colmato nella storia (9 punti al primo, coefficiente 2,8), equivalente più o meno a 103 punti attuali: ma è anche vero che Lauda, oltre a perdere 2 Gp, rimase scosso dal rogo al punto di ritirarsi nel diluvio di Fuji.
1979 - Jody Scheckter (Ferrari) è sotto di 17 punti, dopo appena 2 gare, su Jacques Lafitte (Ligier). Alla fine si impone sul compagno di squadra Gilles Villeneuve.
1988 - Ayrton Senna (McLaren) è dietro 18 punti al compagno di squadra Alain Prost. Vince alla fine con 3 punti di distacco.
2007 - Kimi Raikkonen (Ferrari) per buona parte del mondiale è sotto i due Mclaren Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Dopo gli Usa, gara 7 su 17, ha 26 punti in meno del britannico. Con i due successi nelle ultime due gare li supera entrambi di un punto. All'ultima gara si era presentato con 7 punti di distacco su Hamilton e 3 su Alonso. Una gara thrilling gli porta il titolo.
2009 - Sebastian Vettel (Red Bull) comincia dalla Cina una rimonta sulla Brawn Gp di Jenson Button, dopo essere stato sotto di 29 punti. Il periodo sfavorevole precedente pesa e non gli permette il recupero. Finisce a -11.
2010 - E' il paragone più adatto. Alonso (Ferrari) è 27-0 su Vettel (Red Bull) dopo due gare. I due si battono per tutto l'anno. Il massimo svantaggio del ferrarista arriva a -13. Ma poi torna su e arriva all'ultima gara ad Abu Dhabi in cui allo spagnolo basta non andare oltre il 4/o posto. Una sciagurata strategia, mirata sul compagno di squadra di Vettel, Mark Webber, lo relega al settimo posto. Vettel trionfa con 4 punti.
In Germania e in Ungheria arriveranno altre novità per la Ferrari. E ai box sono arrivati non solo allenamenti, ma anche nuovi materiali, e ora sembra tornata il box fortissimo che è sempre stato. Maranello lavora per una rimonta "impossibile".
Ferrari, rimonta impossibile? Discutine sul forum della Formula 1
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Fernando Alonso e la Ferrari, dopo il successo di ieri a Silverstone, hanno dato il segnale di una possibile svolta nel Mondiale. Ma hanno davvero una chance di riuscire nella "remontada", come la chiama lo spagnolo? Oppure è una rimonta "impossibile" con 92 punti di distacco da Vettel dopo 9 gare su 19? I precedenti non sono favorevoli. E il tedesco della Red Bull è tutt'altro che in crisi: quando gli va male, arriva secondo. Come ieri.
Per perdere 9.2 punti ognuna delle prossime dieci gare dovrebbe arrivare mai più di terzo. Non è finora mai sceso così in basso. E Alonso non è secondo, ma terzo in campionato. E' anche vero che l'anno scorso, dopo Silverstone, aveva 18 punti in meno. In passato c'è stata una volta, facendo un paragone tra i diversi sistemi di punteggio della storia della F1, in cui con distacco analogo una "remontada" è riuscita, quella di James Hunt su Niki Lauda nel 1976, ma c'è un perché che esula dai rendimenti. E' difficile fare un confronto, essendo nel tempo cambiati più volte i punteggi e il numero delle gare di un mondiale. E anche la percentuale di distacco tra primo e secondo: fino agli anni '60 prendevano 8 e 6 punti. Poi 9 e 6. Dal '91 10 e 6. Dal 2003 10 e 8. Dall'anno scorso 25 e 18.
Il coefficiente migliore ora è dunque 2.5 (tra 25 e 10), col quale è plausibile fare un excursus nei precedenti.
1964 - John Surtees (Ferrari) ha 20 punti da Jim Clark (Lotus) e di 16 da Graham Hill (BRM). Alla fine vince di 1 punto su Hill, costretto all'epoca a scartare 2 dei propri punti.
1976 - Niki Lauda (Ferrari) domina e arriva a 39 punti su James Hunt (McLaren), ma ha il terribile incidente dell'1 agosto al Nurburgring e salta due gare. Alla fine Hunt vince per 1 punto. E' il massimo distacco colmato nella storia (9 punti al primo, coefficiente 2,8), equivalente più o meno a 103 punti attuali: ma è anche vero che Lauda, oltre a perdere 2 Gp, rimase scosso dal rogo al punto di ritirarsi nel diluvio di Fuji.
1979 - Jody Scheckter (Ferrari) è sotto di 17 punti, dopo appena 2 gare, su Jacques Lafitte (Ligier). Alla fine si impone sul compagno di squadra Gilles Villeneuve.
1988 - Ayrton Senna (McLaren) è dietro 18 punti al compagno di squadra Alain Prost. Vince alla fine con 3 punti di distacco.
2007 - Kimi Raikkonen (Ferrari) per buona parte del mondiale è sotto i due Mclaren Lewis Hamilton e Fernando Alonso. Dopo gli Usa, gara 7 su 17, ha 26 punti in meno del britannico. Con i due successi nelle ultime due gare li supera entrambi di un punto. All'ultima gara si era presentato con 7 punti di distacco su Hamilton e 3 su Alonso. Una gara thrilling gli porta il titolo.
2009 - Sebastian Vettel (Red Bull) comincia dalla Cina una rimonta sulla Brawn Gp di Jenson Button, dopo essere stato sotto di 29 punti. Il periodo sfavorevole precedente pesa e non gli permette il recupero. Finisce a -11.
2010 - E' il paragone più adatto. Alonso (Ferrari) è 27-0 su Vettel (Red Bull) dopo due gare. I due si battono per tutto l'anno. Il massimo svantaggio del ferrarista arriva a -13. Ma poi torna su e arriva all'ultima gara ad Abu Dhabi in cui allo spagnolo basta non andare oltre il 4/o posto. Una sciagurata strategia, mirata sul compagno di squadra di Vettel, Mark Webber, lo relega al settimo posto. Vettel trionfa con 4 punti.
In Germania e in Ungheria arriveranno altre novità per la Ferrari. E ai box sono arrivati non solo allenamenti, ma anche nuovi materiali, e ora sembra tornata il box fortissimo che è sempre stato. Maranello lavora per una rimonta "impossibile".
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