Mondiale, in Bahrain trionfa la formula 'low profile'
Formula 1L'OPINIONE. Dietro al vincitore Vettel, chi ha fatto il 'botto' nella terza prova del Mondiale è stata la Lotus Renault, che nonostante il budget ridotto ha portato Raikkonen e Grosjean sul podio
di Biagio Maglienti
Una formula uno a basso costo; eh sì perché il podio del Sakhir ha sentenziato che le due macchine sulle tre che hanno festeggiato, sono frutto della nuova politica “low profile”. La Lotus Renault è la monoposto che ha trionfato in Bahrain. A dire il vero si è ripresentato Sebastien Vettel sul gradino più alto, rimettendo a posto le logiche dinamiche di un campionato che nelle prime tre gare lo aveva visto comprimario. Qualche aggiustamento tecnico, una sospensione ridisegnata all’anteriore e soprattutto nuovi scarichi, hanno decretato una Red Bull ancora veloce e vincente. Ma alle spalle del due volte campione del mondo c’è un Kimi Raikkonen che non saliva sul podio da Monza 2009 con alle spalle il compagno di team a testimoniare della bontà del progetto Lotus. Progetto veloce e affidabile nonostante tutto, è proprio il caso di affermarlo, visto le difficoltà economiche della squadra inglese, sull’orlo del fallimento. E allora la Renault ritorna in corsa e si appropria di diritto di una Lotus in difficoltà, ma estremamente semplice, particolarmente veloce e poco costosa, visto che il budget a disposizione è stato ampiamente ridimensionato negli ultimi due mesi.
Anche i piloti hanno subito un netto taglio degli stipendi e si sono comunque dimostrati alquanto veloci e concentrati nella difficoltosa trasferta in Bahrain. Raikkonen certo non lo si scopre adesso, ma la lontananza dal circus e dai gran premi sembrava potesse averlo arrugginito, quando al contrario da subito si è dimostrato lo stesso pilota prima del ritiro. Anche il campionato targato 2012 sembra aver riscoperto una buona verve; i regolamenti ben assimilati dai teams e dai piloti, hanno animato decisamente sorpassi e staccate al limite. Così Vettel trionfa ma è il quarto pilota su quattro gare a vincere, come a dire l’incertezza regna sovrana e il mondiale di formula uno è aperto a qualsiasi soluzione. Basti pensare che la Ferrari, sicuramente in difficoltà, continua a navigare a dieci lunghezze dal leader del campionato e dieci punti per Fernando Alonso su Sebastien Vettel sono recuperabilissimi. Gara gettata via al contrario per una serie di errori madornali dalla McLaren che con Hamilton avrebbe potuto aspirare a qualcosa di meglio, ma purtroppo ha sprecato un cospicuo vantaggio lasciando ben 22 secondi al pit stop, anzi nei due pit stop malamente portati a termine dai meccanici.
Rosberg, ultimo vincitore, non è stato mai in grado di impensierire il leader se non capace di portare fuori pista con una manovra particolarmente azzardata un imbufalito Fernando Alonso. Alla Ferrari e allo stesso Alonso la possibilità di trovare nuove soluzioni e una macchina un po’ piu’ veloce con gli imminenti test al Mugello, prima di rituffarsi in quel di Barcellona, dove cercherà di recuperare quei dieci punti che lo separano dal leader.
Una formula uno a basso costo; eh sì perché il podio del Sakhir ha sentenziato che le due macchine sulle tre che hanno festeggiato, sono frutto della nuova politica “low profile”. La Lotus Renault è la monoposto che ha trionfato in Bahrain. A dire il vero si è ripresentato Sebastien Vettel sul gradino più alto, rimettendo a posto le logiche dinamiche di un campionato che nelle prime tre gare lo aveva visto comprimario. Qualche aggiustamento tecnico, una sospensione ridisegnata all’anteriore e soprattutto nuovi scarichi, hanno decretato una Red Bull ancora veloce e vincente. Ma alle spalle del due volte campione del mondo c’è un Kimi Raikkonen che non saliva sul podio da Monza 2009 con alle spalle il compagno di team a testimoniare della bontà del progetto Lotus. Progetto veloce e affidabile nonostante tutto, è proprio il caso di affermarlo, visto le difficoltà economiche della squadra inglese, sull’orlo del fallimento. E allora la Renault ritorna in corsa e si appropria di diritto di una Lotus in difficoltà, ma estremamente semplice, particolarmente veloce e poco costosa, visto che il budget a disposizione è stato ampiamente ridimensionato negli ultimi due mesi.
Anche i piloti hanno subito un netto taglio degli stipendi e si sono comunque dimostrati alquanto veloci e concentrati nella difficoltosa trasferta in Bahrain. Raikkonen certo non lo si scopre adesso, ma la lontananza dal circus e dai gran premi sembrava potesse averlo arrugginito, quando al contrario da subito si è dimostrato lo stesso pilota prima del ritiro. Anche il campionato targato 2012 sembra aver riscoperto una buona verve; i regolamenti ben assimilati dai teams e dai piloti, hanno animato decisamente sorpassi e staccate al limite. Così Vettel trionfa ma è il quarto pilota su quattro gare a vincere, come a dire l’incertezza regna sovrana e il mondiale di formula uno è aperto a qualsiasi soluzione. Basti pensare che la Ferrari, sicuramente in difficoltà, continua a navigare a dieci lunghezze dal leader del campionato e dieci punti per Fernando Alonso su Sebastien Vettel sono recuperabilissimi. Gara gettata via al contrario per una serie di errori madornali dalla McLaren che con Hamilton avrebbe potuto aspirare a qualcosa di meglio, ma purtroppo ha sprecato un cospicuo vantaggio lasciando ben 22 secondi al pit stop, anzi nei due pit stop malamente portati a termine dai meccanici.
Rosberg, ultimo vincitore, non è stato mai in grado di impensierire il leader se non capace di portare fuori pista con una manovra particolarmente azzardata un imbufalito Fernando Alonso. Alla Ferrari e allo stesso Alonso la possibilità di trovare nuove soluzioni e una macchina un po’ piu’ veloce con gli imminenti test al Mugello, prima di rituffarsi in quel di Barcellona, dove cercherà di recuperare quei dieci punti che lo separano dal leader.