Debuttanti al ballo: il primo giorno di scuola dei campioni
Formula 1Cominciamo un viaggio per rivivere la gara di esordio di alcuni dei più importanti piloti della storia della Formula 1. Da Fangio, che si ritirò a Silverstone, ad Ascari, secondo con la Ferrari a Montecarlo: ecco le loro mitiche storie
Il 17 marzo scatta il Mondiale 2013 di Formula 1. Al via, sul circuito di Melbourne, vi saranno cinque debuttanti: l'olandese Giedo van der Garde (Caterham), il finlandese Valtteri Bottas (Williams), il messicano Esteban Gutierrez (Sauber), l'inglese Max Chilton e il brasiliano Luiz Razia (entrambi su Marussia).
Tra uno di loro potrebbe nascondersi un futuro campione del mondo. Facciamo un salto indietro nel tempo per vedere il debutto (non sempre fortunato) di cinque grandi campioni.
JUAN MANUEL FANGIO (GP d'Inghilterra, 13 maggio 1950) - Finì con un ritiro, al termine di un appassionante duello con il compagno di squadra Nino Farina, il primo GP del futuro cinque volte iridato. Il pilota sudamericano, alla guida di un'Alfa Romeo 158, commise un'ingenuità ripartendo dai box prima che i meccanici terminassero il rabbocco dell'olio: il motore cedette e la vettura abbandonò Fangio a otto giri dal termine mentre si trovava in seconda posizione.
ALBERTO ASCARI (GP Monaco, 21 maggio 1950) - L'esordio del pilota che regalerà il primo titolo iridato a Enzo Ferrari nel 1952 non poteva che avvenire nello storico tracciato monegasco e si concluse con un gran secondo posto. Il milanese faticò non poco nelle qualifiche, centrando una settima posizione a 3''6 dalla pole position di Fangio. In gara però Ascari, con la Ferrari 125 S, fu un leone, e si arrese solo alla netta superiorità del pilota argentino dell'Alfa, che lo doppiò.
JACK BRABHAM (GP Gran Bretagna, 16 luglio 1955) - Arrivato in Europa nei primi mesi del 1955 con l'intenzione di rimanervi poco tempo, l'australiano cercò senza successo un ingaggio dalle scuderie italiane e tedesche. Così instaurò una partnership con la Cooper, assemblando autonomamente la monoposto per poter correre in Formula 1. Il suo debutto con la T40-Bristol, sul circuito di Aintree, non fu certo memorabile: qualificatosi all'ultimo posto, in gara venne costretto al ritiro al 31.o giro per la rottura del motore. Fu il primo di 127 Gp, con tre Mondiali vinti.
GRAHAM HILL (GP Monaco, 18 maggio 1958) - Il debutto di un futuro bi-campione del mondo non fu proprio fortunato. Se la location era di quelle memorabili (Montecarlo), la sua Lotus Climax decise di lasciarlo a piedi dopo 69 dei 100 giri previsti a causa della rottura del semiasse. Il papà di Damon, inoltre, non aveva incantato nemmeno in qualifica, dove aveva chiuso al 15.o posto.
JIM CLARK (GP d'Olanda, 6 giugno 1960) - La leggenda del pilota inglese, tragicamente scomparso nel 1968 a Hockenheim, cominciò con un fine settimana da dimenticare. Alla guida della Lotus Climax (che non abbandonerà per il resto della carriera e con cui vincerà due titoli mondiali), Clark strapperà un 11.o tempo nelle qualifiche, ma non terminerà la gara di Zandvoort a causa di un guasto alla trasmissione della sua monoposto dopo 42 giri.
Tra uno di loro potrebbe nascondersi un futuro campione del mondo. Facciamo un salto indietro nel tempo per vedere il debutto (non sempre fortunato) di cinque grandi campioni.
JUAN MANUEL FANGIO (GP d'Inghilterra, 13 maggio 1950) - Finì con un ritiro, al termine di un appassionante duello con il compagno di squadra Nino Farina, il primo GP del futuro cinque volte iridato. Il pilota sudamericano, alla guida di un'Alfa Romeo 158, commise un'ingenuità ripartendo dai box prima che i meccanici terminassero il rabbocco dell'olio: il motore cedette e la vettura abbandonò Fangio a otto giri dal termine mentre si trovava in seconda posizione.
ALBERTO ASCARI (GP Monaco, 21 maggio 1950) - L'esordio del pilota che regalerà il primo titolo iridato a Enzo Ferrari nel 1952 non poteva che avvenire nello storico tracciato monegasco e si concluse con un gran secondo posto. Il milanese faticò non poco nelle qualifiche, centrando una settima posizione a 3''6 dalla pole position di Fangio. In gara però Ascari, con la Ferrari 125 S, fu un leone, e si arrese solo alla netta superiorità del pilota argentino dell'Alfa, che lo doppiò.
JACK BRABHAM (GP Gran Bretagna, 16 luglio 1955) - Arrivato in Europa nei primi mesi del 1955 con l'intenzione di rimanervi poco tempo, l'australiano cercò senza successo un ingaggio dalle scuderie italiane e tedesche. Così instaurò una partnership con la Cooper, assemblando autonomamente la monoposto per poter correre in Formula 1. Il suo debutto con la T40-Bristol, sul circuito di Aintree, non fu certo memorabile: qualificatosi all'ultimo posto, in gara venne costretto al ritiro al 31.o giro per la rottura del motore. Fu il primo di 127 Gp, con tre Mondiali vinti.
GRAHAM HILL (GP Monaco, 18 maggio 1958) - Il debutto di un futuro bi-campione del mondo non fu proprio fortunato. Se la location era di quelle memorabili (Montecarlo), la sua Lotus Climax decise di lasciarlo a piedi dopo 69 dei 100 giri previsti a causa della rottura del semiasse. Il papà di Damon, inoltre, non aveva incantato nemmeno in qualifica, dove aveva chiuso al 15.o posto.
JIM CLARK (GP d'Olanda, 6 giugno 1960) - La leggenda del pilota inglese, tragicamente scomparso nel 1968 a Hockenheim, cominciò con un fine settimana da dimenticare. Alla guida della Lotus Climax (che non abbandonerà per il resto della carriera e con cui vincerà due titoli mondiali), Clark strapperà un 11.o tempo nelle qualifiche, ma non terminerà la gara di Zandvoort a causa di un guasto alla trasmissione della sua monoposto dopo 42 giri.