Montreal: per essere veloci, qui bisogna saper frenare
Formula 1VERSO IL GP DEL CANADA. Qui, domenica, si correrà la prossima tappa del Mondiale. Il Circuit Gilles Villeneuve è una pista da "stop and go": non presenta curvoni veloci, ma una serie di chicane inframmezzate dai rettilinei
Sorge nel Parc Jean-Drapeau, sull'isola artificiale di Notre-Dame. Stiamo parlando del Circuit Gilles Villeneuve che, domenica prossima, ospiterà il Gran Premio del Canada.
Lungo 4.361 metri, il tracciato presenta lunghi rettilinei e 15 curve che spezzano un po' il ritmo, altrimenti velocissimo. Non presenta curvoni veloci, ma una serie di chicane inframmezzate dai rettilinei. Per tale motivo, si parla del circuito di Montréal come da "stop and go", con brusche frenate e continue accelerazioni.
Saper frenare per essere veloci - Per fare un ottimo giro veloce a Montréal, bisogna saper frenare bene e avere una monoposto perfettamente bilanciata. Secondo i dati forniti da Brembo, infatti, questo circuito è il banco di prova più impegnativo per l'impianto frenante delle monoposto. Le staccate sono tutte molto forti e ravvicinate, tanto che la temperatura d'esercizio dell'intero impianto è sempre molto elevata e non ha tempo di raffreddarsi a sufficienza nei brevi rettilinei.
Basso carico aerodinamico - Uno dei motivi che rendono il Gran Premio di Canada così impegnativo è rappresentato dal fatto che le monoposto tendono a correre con basso carico aerodinamico, per massimizzare la velocità in rettilineo. Questo influenza sia il carico sui freni, sia sugli pneumatici. Queste sono infatti chiamate a svolgere tutto il lavoro in curva, mettendo l'accento sulla meccanica piuttosto che sul grip aerodinamico.
Le gomme - Pirelli porterà per questo evento gomme PZero White Medium e Red SuperSoft. Le gomme posteriori sono particolarmente sollecitate a Montréal, a causa della trazione richiesta in uscita dalle curve lente e nei tornanti. Spesso è facile che si verifichi del pattinamento, perché - per la sua natura stradale - l'asfalto di questo tracciato risulta spesso irregolare.
Il lavoro sulle sospensioni - Diventerà fondamentale. Bisogna lavorare per trovare la giusta combinazione di rigidezze verticali e rollio, proprio per trovare una grande stabilità in frenata e trazione, senza però trascurare un importantissimo elemento per questo circuito: il salto sui cordoli. Ulteriore particolare che stressa molto la meccanica e gli pneumatici, dato che le vetture colpiscono a circa 130 Km/h l'ultima curva, quella vicina al famoso "Muro dei Campioni".
Lungo 4.361 metri, il tracciato presenta lunghi rettilinei e 15 curve che spezzano un po' il ritmo, altrimenti velocissimo. Non presenta curvoni veloci, ma una serie di chicane inframmezzate dai rettilinei. Per tale motivo, si parla del circuito di Montréal come da "stop and go", con brusche frenate e continue accelerazioni.
Saper frenare per essere veloci - Per fare un ottimo giro veloce a Montréal, bisogna saper frenare bene e avere una monoposto perfettamente bilanciata. Secondo i dati forniti da Brembo, infatti, questo circuito è il banco di prova più impegnativo per l'impianto frenante delle monoposto. Le staccate sono tutte molto forti e ravvicinate, tanto che la temperatura d'esercizio dell'intero impianto è sempre molto elevata e non ha tempo di raffreddarsi a sufficienza nei brevi rettilinei.
Basso carico aerodinamico - Uno dei motivi che rendono il Gran Premio di Canada così impegnativo è rappresentato dal fatto che le monoposto tendono a correre con basso carico aerodinamico, per massimizzare la velocità in rettilineo. Questo influenza sia il carico sui freni, sia sugli pneumatici. Queste sono infatti chiamate a svolgere tutto il lavoro in curva, mettendo l'accento sulla meccanica piuttosto che sul grip aerodinamico.
Le gomme - Pirelli porterà per questo evento gomme PZero White Medium e Red SuperSoft. Le gomme posteriori sono particolarmente sollecitate a Montréal, a causa della trazione richiesta in uscita dalle curve lente e nei tornanti. Spesso è facile che si verifichi del pattinamento, perché - per la sua natura stradale - l'asfalto di questo tracciato risulta spesso irregolare.
Il lavoro sulle sospensioni - Diventerà fondamentale. Bisogna lavorare per trovare la giusta combinazione di rigidezze verticali e rollio, proprio per trovare una grande stabilità in frenata e trazione, senza però trascurare un importantissimo elemento per questo circuito: il salto sui cordoli. Ulteriore particolare che stressa molto la meccanica e gli pneumatici, dato che le vetture colpiscono a circa 130 Km/h l'ultima curva, quella vicina al famoso "Muro dei Campioni".