Schumi: "Ferrari o Mercedes? Storie diverse ma amo entrambe"

Formula 1
Michael Schumacher a "I Signori della Formula 1" (Getty)
schumacher_michael_getty

I SIGNORI DELLA F1. Il sette volte campione del mondo della Formula 1 ripercorre la sua carriera nella rubrica che andrà in onda lunedì alle 20.30 su SkySport F1 Hd. "Il titolo vinto nel 2000 è stato il più importante. Da allora la mia vita è cambiata"

"Ferrari o Mercedes? Non ho problemi a dire che amo sia la Ferrari che la Mercedes. In Ferrari ho vissuto un periodo fantastico, forse il migliore in quanto a vittorie e amicizie, ma mi sono trovato bene anche alla Mercedes, dove sono stato felice di poter lavorare con tante brave persone. Sono due cose diverse, ma nella vita è giusto variare un po'". L'ex pilota di  Ferrari e Mercedes, Michael Schumacher, parla così a 'I Signori della  Formula 1' che andrà in onda lunedì alle 20.30 su Sky Sport F1 HD.

"Ai miei tempi la preparazione fisica era molto importante, la Formula 1 richiedeva molti sforzi a livello fisico. Quando ho iniziato fattori come velocità, fatica, assenza del servosterzo e cambio manuale rendevano necessario avere una grande forza fisica. Oggi, invece, l'aspetto atletico incide meno: la velocità è rimasta invariata, - spiega il 7 volte campione del mondo - ma si possono utilizzare il servosterzo e i freni idraulici, oltre ad altri elementi tecnici che permettono di focalizzarsi più facilmente sulla guida. La preparazione fisica non è più così fondamentale, ma certamente può aiutare. Io mi sono sempre allenato per essere al 150%, 200%, perché sono convinto che si debba essere pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto".

Sulla sua carriera, Schumi dice che: "i 7 titoli mondiali rappresentano ovviamente il mio record più importante, in fin dei  conti l'obiettivo è vincere i campionati, non si fanno sforzi e sacrifici solo per vincere una gara. Il titolo conquistato nel 2000 è stato il più importante e prestigioso per tutti noi. Jean Todt quel giorno sul podio disse che la vita da quel momento sarebbe cambiata".

Il pilota tedesco parla anche di Flavio Briatore. "Flavio non era un esperto di Formula 1, era tutto nuovo per lui. Grazie a certe situazioni e a qualche coincidenza, entrò a far parte del team per occuparsi degli aspetti commerciali, mentre Tom Walkinshaw e il suo gruppo erano responsabili della parte tecnica. Io avevo appena esordito a Spa, Briatore era arrivato da poco e insieme a Walkinshaw pensò proprio a me. Flavio è Flavio - racconta Schumi -, in quel team il suo lavoro è stato fenomenale, è stato capace di gestire gli aspetti finanziari e organizzativi alla grande, in più conosceva bene i suoi limiti, sapeva di non essere un ingegnere e non interferiva con il lavoro dei meccanici. Aveva creato un equilibrio  fantastico. Era un businessman molto tenace, finché risultavi funzionale ai suoi affari non c'era nessun problema, e questo era il mio caso. Siamo diventati buoni amici passando un bel periodo insieme.

Sul ritorno alle corse con la Mercedes, aggiunge: "quando sono tornato ero consapevole di quello che mi aspettava, così come quando mi sono ritirato definitivamente. Ho sempre avuto una vita oltre alla Formula 1 e ora posso viverla più intensamente, la famiglia è molto importante per me, in più ho tante passioni e hobby ai quali mi dedico. Dal punto di vista professionale sono ambasciatore della Mercedes e testimonial per diverse aziende con le quali sto sviluppando alcuni progetti. Sono felice dell'equilibrio che ho trovato fra lavoro e vita privata".

Poi sul Mondiale di quest'anno, spiega: "la stagione in corso non è molto diversa dalle precedenti, a parte forse qualche problema in più dovuto alle gomme. L'anno scorso dopo il GP del Bahrain avevo già fatto notare che qualcosa non andava, che c'erano dei problemi, adesso se ne sono accorti tutti. A parte questo, come sempre, vince il migliore. Ed è giusto che sia cosi'".

Secondo Shumacher non c'è un pilota più forte di altri oggi. "Vettel, Alonso, Raikkonen, Hamilton attualmente sono i migliori in Formula 1, insieme a qualcun altro che forse dimentichiamo. Sono tutti umani, certamente hanno dei punti deboli ma lavorano tanto per nasconderli, che poi è il segreto per cercare di risultare sempre forti e senza debolezze. Non credo sia il caso di analizzarli ulteriormente, aggiungo solo che il migliore dovrebbe  vincere".