Dopo le frecciate degli scorsi giorni lanciate da Alonso contro la Pirelli per la modifica delle mescole a campionato in corso, ora a sferrare il contrattacco mediatico sono i siti anglosassoni. E nella discussione si inserisce anche Hamilton...
di Chiara Baroni
Se non ci si può nascondere dietro un dito, non si può farlo nemmeno dietro una gomma: l'analisi della stagione fatta da Ferando Alonso all'indomani di Singapore - Pirelli determinante nella rimonta e fuga della RedBull - in Inghilterra non è piaciuta, anche perché nell'analizzare chi ha beneficiato delle modifiche apportate in estate alle gomme, lo spagnolo ha chiamato in causa la Mercedes, o meglio Lewis Hamilton, che assieme a Sebastian Vettel, ha finito per ottenere ciò di cui aveva bisogno: una mescola più simile a quella dell'anno precedente. La Ferrari farebbe meglio a guardare all'interno del proprio box - tuonano i siti inglesi - e a cercare fra muretto e progetto della F138 le vere cause del blackout che l'ha scaraventata - a sei gare dalla fine del mondiale - a 60 punti da Vettel.
E allora, gomme o non gomme? Comunque si parteggi, la polemica è sterile perché non sapremo mai come sarebbe andato il campionato senza quel cambio in corsa, considerato che uno dei grandi pregi della RedBull è la capacità di adattarsi alle situazioni gara dopo gara, riuscendo sempre a chiudere le stagioni in crescendo. Una rimonta fisiologica, insomma, che probabilmente si sarebbbe compiuta anche senza l'intervento della Pirelli. Il campionato però non è ancora finito: se Vettel è scappato via, alle spalle di Alonso, a -36 , c'è un Hamilton fermamente intenzionato a soffiargli la piazza d'onore. Ancora più delicata la situazione in classifica costruttori, con solo 7 punti a fare da cuscinetto tra Ferrari e Mercedes.
E allora, gomme o non gomme, ci sarà ancora da lottare. Fino all'ultima curva. Intanto ci si dedica con tutte le forze umane e tecniche al progetto 2014, per dimostrare agli inglesi che idee e progettazione della vettura sapranno sfruttare al meglio un motore nuovo e tutte le gomme che verranno.
Se non ci si può nascondere dietro un dito, non si può farlo nemmeno dietro una gomma: l'analisi della stagione fatta da Ferando Alonso all'indomani di Singapore - Pirelli determinante nella rimonta e fuga della RedBull - in Inghilterra non è piaciuta, anche perché nell'analizzare chi ha beneficiato delle modifiche apportate in estate alle gomme, lo spagnolo ha chiamato in causa la Mercedes, o meglio Lewis Hamilton, che assieme a Sebastian Vettel, ha finito per ottenere ciò di cui aveva bisogno: una mescola più simile a quella dell'anno precedente. La Ferrari farebbe meglio a guardare all'interno del proprio box - tuonano i siti inglesi - e a cercare fra muretto e progetto della F138 le vere cause del blackout che l'ha scaraventata - a sei gare dalla fine del mondiale - a 60 punti da Vettel.
E allora, gomme o non gomme? Comunque si parteggi, la polemica è sterile perché non sapremo mai come sarebbe andato il campionato senza quel cambio in corsa, considerato che uno dei grandi pregi della RedBull è la capacità di adattarsi alle situazioni gara dopo gara, riuscendo sempre a chiudere le stagioni in crescendo. Una rimonta fisiologica, insomma, che probabilmente si sarebbbe compiuta anche senza l'intervento della Pirelli. Il campionato però non è ancora finito: se Vettel è scappato via, alle spalle di Alonso, a -36 , c'è un Hamilton fermamente intenzionato a soffiargli la piazza d'onore. Ancora più delicata la situazione in classifica costruttori, con solo 7 punti a fare da cuscinetto tra Ferrari e Mercedes.
E allora, gomme o non gomme, ci sarà ancora da lottare. Fino all'ultima curva. Intanto ci si dedica con tutte le forze umane e tecniche al progetto 2014, per dimostrare agli inglesi che idee e progettazione della vettura sapranno sfruttare al meglio un motore nuovo e tutte le gomme che verranno.