Dal 2010 al 2013: la lunga scia di trionfi targati Vettel

Formula 1
Sebastian Vettel, quattro volte campione del mondo (GETTY)
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IL CURRICULUM. Il tedesco anche quest'anno ha dimostrato di non avere rivali. Il quarto Mondiale conquistato in scioltezza lo proietta nella storia della Formula 1. Ecco come ha fatto

di Gianluca Maggiacomo

Quattro volte sul tetto del mondo. Quattro perle. Una di fila all’altra. Un poker che per Sebastian Vettel significa storia: solo Michael Schumacher e Manuel Fangio sono riusciti a mettere insieme una striscia di vittorie così lunga. Nel 2010 il primo successo. L’ultimo è arrivato matematicamente lo scorso fine settimana in India. In mezzo i primi posti del 2011 e dell’anno passato. In quattro stagioni, il tedesco ha alternato dominio e suspance. Mondiali vinti in scioltezza e quelli portati a casa all’ultimo respiro.

Un 2010 sul fil di lana –Doveva essere l’anno di Alonso e della Ferrari. E invece la spunta Vettel. Il testa a testa è avvincente, l’annata combattuta. Ad aspirare al titolo ci sono anche Mark Webber e Lewis Hamilton. I conti si chiudono ad Abu Dhabi, ultimo appuntamento della stagione. Prima della gara di Yas Marina Alonso è il leader del Mondiale con 246 punti. Dopo di lui Webber con 238 e Vettel con 231. Sul circuito arabo il tedesco si aggiudica pole position e gara, mentre il pilota della Ferrari, malgrado il pronostico sia tutto dalla sua parte (bastava anche un quarto posto), incappa in una giornataccia e sciupa tutto con un deludente settimo posto. Non va meglio a Webber: ottavo. Il doppio sorpasso è fatto. Vettel chiude a +4 punti sull’asturiano e si porta a casa il suo primo titolo mondiale.

Un 2011 di dominio – E’ l’anno della conferma. Il tedesco inizia la stagione da favorito e non tradisce le attese. Troppo forte lui, palesemente superiore la sua monoposto. Vettel domina dall’inizio alla fine e conquista matematicamente il titolo nel Gp del Giappone, con quattro gare d’anticipo sulla chiusura del Mondiale. Jenson Button, secondo, conclude l’annata con 122 punti di ritardo. I numeri di Vettel: 11 primi posti, 17 podi (su 19 gare) e 15 pole position.

2012: è come l'anno scorso – Un titolo sudato, quello dell’anno scorso. Arrivato non senza patemi d’animo. Contro Vettel la concorrenza è agguerrita. Il campione in carica parte con qualche incertezza. Arriva sesto in Australia, nel Gp d’apertura. Poi quinto in Malesia, addirittura undicesimo in Cina. La prima vittoria stagionale in Bharein. Il tedesco comincia la risalita a settembre: vittorie a Singapore, in Giappone, in Corea del Sud e in India. Quattro successi di fila che gli regalano la testa della classifica piloti. Il capolavoro, però, lo compie ad Abu Dabhi, dove parte in ultima fila (irregolarità nelle qualifiche) e, complice il doppio ingresso in pista della safety car, agguanta il terzo posto dietro ad Alonso, secondo in classifica generale. A due Gp dalla conclusione il tedesco riesce a mantenere lo spagnolo a 10 punti. Che diventano 13 dopo il Gp degli Stati Uniti, in cui Vettel arriva secondo e Alonso terzo. Il Mondiale si decide in Brasile, nell’ultimo appuntamento. A Interlagos il gradino più alto del podio lo conquista Jenson Button. Vettel arriva solo quarto, ma gli basta per cucirsi addosso il terzo titolo consecutivo, perché Alonso non è andato oltre il secondo posto e, in classifica, si è fermato a -3 dal biondo della Red Bull.

E sono quattroIl 2013 è il presente, è storia dei nostri giorni. Con il campione in carica ancora a dominare e gli altri a tentare (invano) di inseguirlo. Alonso ci ha provato all’inizio della stagione, ma poi ha desistito. Idem Raikkonen. Mai davvero in gioco Hamilton e Rosberg. Il Mondiale è chiuso. L’esito già scritto da diverse settimane. Vettel ha sventato l’assalto. Se ne riparlerà a marzo 2014.