F1, il Mondiale che verrà: cambierà tutto. O forse no

Formula 1
La Ferrari F14-T (Foto Getty)
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L'ANALISI di Lucio Rizzica. Dai nuovi motori all'ERS; dalle presentazioni delle vetture, trasformate in streaming on-line poco maestosi, all'attesa per la Ferrari F14-T. E non mancheranno chiacchiere e dispetti

di Lucio Rizzica

Quando gli schieramenti vengono ufficializzati, i numeri attribuiti e le monoposto svelate al mondo intero allora vuol dire che la stagione di Formula 1 è proprio alle porte. Quest'anno con tempi e ritmi più serrati a causa delle molte novità regolamentari che hanno stravolto le monoposto e imposto uno sviluppo totalmente nuovo per tutti.

Non è una novità, ed era ampiamente previsto, che si sarebbe tentato di sfruttare ogni momento utile della pausa invernale per presentarsi ambiziosi ai vernissages di quelle opere d’arte e di ingegno che sono le Formula 1. Debutti oramai trasformatisi da eventi spettacolo in streaming on line poco maestosi: il massimo della globalizzazione mediatica con la minima spesa. Ma toccherà ancora impegnarsi fino all’ultimo giorno disponibile perché il progetto motoristico forse più rivoluzionario della massima serie a quattro ruote possa rispecchiare finalmente le previsioni di ognuno.

C'era grande attesa per la nuova rossa la F14-T, partorita a Maranello al termine di un lavoro collegiale durato un paio di anni, teso a far nascere una macchina affidabile e aerodinamicamente vincente, per quanto il focus del cambiamento si concentri molto sulla meccanica e sulle unità motrici. Un progetto che nasconde poco il legittimo desiderio di consentire al presidente Luca Cordero di Montezemolo e ai fans della Ferrari di vivere finalmente una stagione da numeri uno. Toccherà al nuovo Dt James Allison e ai due piloti -Fernando Alonso e Kimi Raikkonen- portare il più in alto possibile la nuova rossa. Meglio se davanti a tutti e in particolare a Vettel, alla Red Bull, Newey e a un package vincente oramai da quattro campionati.

Ma non sarebbe Formula 1 se attorno alla pista e al rombo dei muovi bolidi, non si muovesse –ognuno con le proprie orbite- un affollato sistema satellitare di notizie, polemiche e risvolti giallo-rosa-neri che sembrano fatti apposta per movimentare ulteriormente acque già abbastanza agitate dalla posta in palio e dalle rivalità ai box. Tengono già banco l’Ecclestone para-dimissionario e il dito puntato di Mercedes e Renault contro la Ferrari e la sua interpretazione dei regolamenti. I propositi di rivincita di Hamilton e le tristezze di Button, orfano dell’amico papà. Le sfide sulla carta fra il pull-rod e le pance strette, i musi a papera e quelli a tapiro o asimmetrici, il push-rod e il mercato dei tecnici. Tra corse in notturna, sponsor che arrivano e capitali che potrebbero venire a mancare (come quelli dell’Union des Banques Suisses, ad esempio).

Il 2014 sarà insomma un anno diverso ma anche uguale. Uguale nel suo contorno di chiacchiere e dispetti. Diverso per gli aspetti tecnici: meno cilindri, meno cubatura, l’innesto fondamentale dell'ERS che integrerà fortemente i propulsori. Macchine in definitiva più magre, dagli chassis ridotti e dalle geometrie delle sospensioni  spesso decisive, più basse, con meno appendici e gomme più strette che non mancheranno di finire presto anch’esse al centro dell’attenzione. Sarà una formula uno da ‘anno zero’. Che archivierà presto il recente passato e le quattro iridi di Sebastian Vettel. Ma senza dimenticarsi di proiettare nel futuro la speranza di tutti che, un giorno non lontano, il più grande interprete della F1 moderna, Michael Schumacher, possa riaprire gli occhi e riscoprire assieme a tante novità anche la prepotente gioia di tornare a vivere…