Shanghai, tutto secondo i piani. Della Mercedes

Formula 1
La scatto con cui la Mercedes ha celebrato il doppio podio a Shanghai (Foto Getty)
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In Cina, oltre a Hamilton, ha dominato anche il numero 3: tante le vittorie del britannico su questo tracciato, terza doppietta stagionale del team tedesco, terzo gradino del podio per la Ferrari di Alonso. Via all'operazione riscatto per la Rossa?

di Lucio Rizzica

Hamilton ha vinto per la terza volta in Cina, ha vinto il terzo gran premio consecutivo per la prima volta, la Mercedes ha centrato la terza doppietta stagionale, sul terzo gradino del podio è salito Alonso con la Ferrari, lo spagnolo è ora terzo nel mondiale piloti. In Cina domina il numero tre. Ma anche il 34 (le pole in carriera di Hamilton), il 25 (le vittorie di Hamilton in Formula 1, come Niki Lauda e Jim Clark), il 2 (le volte che Ricciardo si è messo dietro Vettel).

Tutto più o meno come previsto. Le Mercedes vanno che è un piacere, sono le monoposto che meglio hanno compreso e meglio sfruttano i nuovi regolamenti. Hamilton ha praticamente corso da solo, consumando l'89% del serbatoio e utilizzando in maniera eccellente i recuperi di energia: il prototipo perfetto del pilota ibrido 2.0 e della F1 moderna. La Mercedes rispetto alla concorrenza appare davvero di un altro pianeta. Il package è perfetto e tutto conferma le prime sensazioni avute già dopo i test pre-stagionali.

Da Barcellona inizierà un altro mondiale. In Europa ogni team farà passi in avanti sotto l'aspetto tecnico e non avremo più lunghi rettilinei, ma Shanghai ha mostrato i veri (e più attendibili) gap fra le diverse macchine e ha messo in chiaro le leadership interne alle scuderie: Hamilton resta alle spalle di Rosberg nella classifica iridata ma ha un'altra cattiveria, Alonso ha confermato di aver compreso meglio di Raikkonen il funzionamento della F14T, Ricciardo ha aperto la crisi di autostima in Vettel nella stagione in cui il tedesco –pensando al ritardo della Red Bull- credeva di poter giustificare l'impasse e tirare un po' il fiato: invece si ritrova un compagno di squadra spietato e velocissimo che gli ha rifilato 24" di distacco sul traguardo.

Tornando alla gara, Hamilton è stato sempre in testa è ha costruito con intelligenza il proprio successo. La stessa intelligenza nel gestire la corsa dimostrata da Fernando Alonso. Lo spagnolo ci ha messo anche grinta. Ha attaccato, gestito, difeso e portato a casa un podio vche vale una vittoria. Un risultato che è figlio anche e soprattutto degli sforzi di Maranello, che aveva promesso miglioramenti in Cina. E miglioramenti sono arrivati. Una sorpresa pasquale che è un regalo d'addìo per Stefano Domenicali, le cui dimissioni sono state assieme gesto di responsabilità e amore per una squadra che aveva bisogno di uno choc, ma anche un bel benvenuto per Marco Mattiacci, nuovo responsabile in pista.

Mattiacci parla poco, studia e ha chiaro cosa va fatto per migliorare. Parla per slogan e lancia messaggi: "Questo incarico non è un lavoro. Essere qui  è una missione. Dobbiamo dare continuità. Questa è la strada. Questa è la Ferrari". Senza essere irriverenti, sembra un copione fatto e finito. Dalla fustigazione sportiva al paradiso agonistico, passando per una gioiosa Pasqua di resurrezione. Come Mel Gibson, meglio di Mel Gibson. Non è Pasqua per caso… Auguri…