Motori a "gettoni", così i team svilupperanno le power unit

Formula 1
La Ferrari ha lavorato molto per l'evoluzione della power unit 2015. Gli uomini della Rossa hanno la possibilità in questa stagione di modificare fino al 48% del propulsore rispetto al 2014 (Getty)
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LA SCHEDA. La seconda sessione di test a Montmeló è stato un altro passo importante per la messa a punto dei propulsori per il Mondiale 2015. Ecco come, attraverso un sistema particolare, i team possono modificare le loro power unit

Al GP d'Australia di Melbourne, primo appuntamento della stagione, mancano poco meno di tre settimane. Con gli ultimi test sul circuito catalano di Montmelò, tra il 26 febbraio e il 1 marzo. E il giorno seguente alla fine dei collaudi in Catalogna, il 2 marzo, sarà importante. Quella infatti è la scadenza (inizialmente prevista per il 28 febbraio, ma coincidendo con il week end si è posticipato a lunedì primo giorno lavorativo) entro la quale la Honda, rientrata come fornitore di motori nel 2015 con la McLaren, dovrà fare omologare dalla FIA la sua power unit.

Un'omologazione che a differenza del 2014 equivarrà a un atto importante ma non fondamentale e che metterà fine alla fase di sviluppo "libero" del motore della casa giapponese. Ma come funziona il lavoro sui propulsori, al centro di polemiche e discussione negli ultimi mesi? Ecco regole e funzionamento della "battaglia" dei motoristi.

Power unit "scongelate" – Rispetto al 2014 i motori utilizzati dalle vetture (in tutto 4 e non più cinque) non dovranno più essere "congelati" al 28 febbraio, ma potranno essere modificati durante l'anno. Anche se non completamente. I "vecchi" costruttori, ovvero Ferrari, Mercedes e Renault, potranno infatti cambiare al massimo il 48% delle loro power unit nell'arco di tutto il campionato.

La Honda, contrariamente alle restrizioni imposte nel 2014 ai nuovi fornitori (congelamento prima dell'inizio del campionato e modifiche solo per gravi problemi di sicurezza e affidabilità) potrà sviluppare la sua power unit durante la stagione, ma in base a quanto avranno lavorato Ferrari, Mercedes e Renault.

Un cambiamento a "gettoni" -
Per definire cosa si può modificare e cosa va mantenuto "congelato", la FIA ha creato un sistema di "tokens" (gettoni) individuando all'interno delle sei parti della power unit 42 componenti, corrispondenti a 66 gettoni, con un "costo" variabile (da 1 a 3 gettoni) a seconda dell'importanza e dell'incidenza delle modifiche.

I vecchi fornitori potranno "spenderne" 32 (il 48% del propulsore con il 92% dei componenti modificabili) tra pre-stagione e durante il 2015, mentre la Honda potrà utilizzare nel corso del campionato la media dei gettoni non "spesi" da Renault, Ferrari e Mercedes, al 16 marzo, dopo il GP d'Australia. Una quota di modifiche che sarà probabilmente intorno all'8% dell'intera power unit e che potrebbe penalizzare un fornitore alla prima esperienza con questo tipo di propulsore.

Uno sviluppo per il futuro – Il lavoro sul propulsore in questa stagione non sarà fondamentale solo per le prestazioni nel Mondiale 2015 ma anche per le prossime stagioni. Perché se non cambierà il regolamento, tra il 2016 e 2020 diminuiranno in maniera considerevole la percentuale delle componenti modificabili da una stagione all'altra (dal 48% attuale al 5% del 2019) e il numero di gettoni per anno (si arriverà a 15 nel 2018 e a 3 nel 2019). Regole che avvantaggiano chi avrà lavorato bene in questa stagione, portandosi "avanti" rispetto agli altri fornitori e riducendo il gap dei capoclassifica della Mercedes.