Nico e gli altri, vietato sbagliare: Montecarlo non perdona
Formula 1Da Rosberg a Hamilton, passando per i due ferraristi, l'imperativo è chiaro: a Monaco serve un'attenzione superiore alla media, perchè nel settimo appuntamento del Mondiale gli errori si pagano caro
A Montecarlo il valore del pilota conta di più, perchè far correre una Formula 1 tra le stradine del Principato per oltre 70 giri è un atto stra-ordinario di guida, di concentrazione, di resistenza. Ma non basta: l'errore a Monaco non viene perdonato e una prestazione impeccabile, è vero, non ti fa perdere. Ma nemmeno vincere. Anche su un asfalto stradale, poco aderente, pieno di sconnessioni e tombini, anche su una pista che molti ritengono anacronistica, l'aerodinamica e la meccanica contano, eccome.
Rosberg ha paragonato il terzo settore di Barcellona a Montecarlo. E lui se ne intende, perchè è di casa nel Principato, qui vive e qui ha vinto le ultime due eduzioni del GP. E' lui il favorito per la vittoria dopo l'ottima prestazione a Barcellona e una Mercedes che vola con il carico aerodinamico e un grande grip meccanico. Forse l'unico punto debole della SF15T, perchè se è vero che gli aggiornamenti portati a Barcellona devono essere affinati, la tradizione è legata più al telaio e alle sospensioni che non possono essere modificati in corso d'opera. Ma non cambia lo spirito rosso, testa bassa e piedi per terra, anche se la monoposto non sembra congeniale per una pista dove il pilota conta di più.
Rosberg ha paragonato il terzo settore di Barcellona a Montecarlo. E lui se ne intende, perchè è di casa nel Principato, qui vive e qui ha vinto le ultime due eduzioni del GP. E' lui il favorito per la vittoria dopo l'ottima prestazione a Barcellona e una Mercedes che vola con il carico aerodinamico e un grande grip meccanico. Forse l'unico punto debole della SF15T, perchè se è vero che gli aggiornamenti portati a Barcellona devono essere affinati, la tradizione è legata più al telaio e alle sospensioni che non possono essere modificati in corso d'opera. Ma non cambia lo spirito rosso, testa bassa e piedi per terra, anche se la monoposto non sembra congeniale per una pista dove il pilota conta di più.