Questione di pole: a Montecarlo le qualifiche valgono oro

Formula 1

Mara Sangiorgio

Lewis Hamilton è stato il più veloce nella prima e nella seconda sessione del Gp di Monaco (Foto Getty)

Chiudere davanti a tutti sabato significa essere a metà dell'opera: è questa la principale regola del circuito di Montecarlo, come dimostrano i risultati degli ultimi 10 anni

Sarà facile destreggiarsi nel traffico e arrivare in pista con il motorino, per dirla alla Raikkonen, ma poi concentrarsi e costruire la pole per le vie del Principato è cosa da pochi eletti. Impresa che vale quasi più della gara. I numeri parlano chiaro: negli ultimi 10 anni chi ha fatto la pole ha poi vinto la domenica, un'unica eccezione nel 2008 quando davanti scattava Massa ma a vincere fu Hamilton.

Sembrerà strano, ma qui il campione del mondo la pole non l'ha mai fatta, proprio lui che su queste strade sembra trovarsi così a suo agio ma che, come ci ha confidato qualche giorno fa, non è mai stato perfetto. E in effetti quello che serve per conquistarsi la pole position a Montecarlo è proprio la perfezione. Già all'inizio del giro, alla prima staccata, quella della Santa Devota. Dove ancora con l'incertezza che le gomme siano già alla giusta temperatura, bisogna avere il coraggio di bloccare profondi e cercare il limite.

Anche uscendo dal tunnel, quando il gioco buio luce può coglierti impreparato, c'è un'altra insidia: bisogna fare attenzione al dislivello in frenata della chicane, e lo sa bene proprio Raikkonen che nel 2008 sbandò e andò poi a sbattere contro Sutil. Per costruire il giro perfetto anche i cordoli delle Piscine vanno affrontati in maniera aggressiva e poi la curva finale a destra, quando con il tempo già in mano puoi rischiare ancora di baciare le barriere. Un giro da fiato sospeso, ma che poi ti lascia solo emozione.