Il primo GP della Malesia a Sepang nel 1999 non è solo una data importante per la Formula 1 che abbraccia una nuova nazione, ma passa alla storia per il Gran Ritorno del fenomeno Schumacher che, dopo sei gare di forzata assenza, rientra in pista mettendosi tutti alle spalle con una prestazione straordinaria.
Il GP di Malesia entra a far parte del calendario del mondiale Formula 1 nel 1999, collocato a fine stagione subito prima della classica chiusura di Suzuka.
Si corre a Sepang, non distante dalla capitala Kuala Lampur, su un gran bel tracciato, veloce e con sequenze di curvoni estremamente spettacolari.
Nel 1999 la Ferrari è al terzo anno dell’era Schumacher. Il tedesco è arrivato a Maranello nel 1996, e assieme al team ha dovuto incassare prima l’uno-due della Williams con Hill nel ‘96 e Jacques Villeneuve nel ‘97, quindi il colpo pesantissimo della McLaren con Hakkinen campione del mondo nel 1998.
La stagione ’99 vive ancora sul duello tra la Ferrari e la casa di Woking che sfrutta il motore Ilmor/Mercedes. I contendenti per il titolo piloti non sono però Schumacher ed il finlandese Hakkinen, perché il tedesco ha dovuto abbandonare la lotta per il mondiale a partire da Silverstone. Subito dopo la partenza si è infatti schiantato alla curva Stowe fratturandosi tibia e perone della gamba destra. I resoconti ufficiali riferiscono di un problema ai freni, le immagini raccontano di un tentativo di sorpasso forse azzardato al compagno di team che non lascia strada. E’ certo che, qualunque sia la causa, la gara era già stata interrotta con bandiera rossa ma nessun pilota aveva fatto in tempo ad accorgersene. Una vera beffa.
Inaspettatamente la Ferrari, che ha sostituto il caposquadra con Mika Salo, trova in Eddie Irvine, seconda guida dichiarata e conclamata, un validissimo alfiere per la lotta al titolo. L’uomo giusto per contrastare i sogni di una doppietta mondiale da parte di Hakkinen e della McLaren. L’irlandese ha dalla sua la capacità di sfruttare l’affidabilità della F399, capitalizzando l’incredibile serie di disavventure di Hakkinen vittima di errori tattici, ruote che si staccano, forature e crash col compagno Coulthard. Tutto questo fa si che si arrivi a Sepang con Irvine pienamente in corsa per la lotta al titolo piloti che manca alla Ferrari da Scheckter nel 1979. E restano solo due gare per terminare la stagione.
L’evento clou del primo GP della Malesia nelle storia della Formula 1 è il gran ritorno in corsa del fenomeno Schumacher. Dopo sei gare di forzata assenza il tedesco si riprende l’abitacolo della sua F399. Mika Salo libera prontamente il sedile, dopo che i suoi onesti punti per la classifica costruttori li ha portati, eccome, fino a rinunciare alla vittoria in Germania a favore di Irvine in lotta per il titolo. La prestazione di Schumacher nel week end malese è superba: pole al sabato con un secondo di vantaggio su tutti, giro piu’ veloce in gara e vittoria ceduta magnanimamente e molto professionalmente ad Irvine. Nel dopo gara però si passa velocemente dalla gran festa alla gran preoccupazione. Le due F399, su denuncia McLaren, vengono infatti trovate con i deviatori di flusso laterali 10mm oltre il regolamento. Scatta la squalifica. Ci vorrà tutta l’abilità di Todt e dei legali Ferrari per far si che pochi giorni dopo a Parigi, sede della FIA, la squalifica venga di fatto annullata. Il Gran Ritorno si conclude quindi nel migliore dei modi. La doppietta Ferrari non è più in discussione e Irvine può presentarsi a Suzuka in testa al campionato (70 punti contro il 66 di Hakkinen).
I sogni di gloria però anche per il 1999 devono essere accantonati. A Suzuka tutto va storto, il Mondiale lo vince Hakkinen. La Ferrari può comunque consolarsi con il titolo costruttori che manca a Maranello dal 1983 (Tambay e Arnoux) e la consapevolezza di essere all’inizio di un’avventura straordinaria.