Sono passati 119 giorni dalla fine di un Mondiale da incubo per la Ferrari, senza vittorie. Ne è appena ripartito un altro... rovesciato
Down Under, il mondo sottosopra, non a caso si chiama così l'Australia e down under sottosopra è partito questo mondiale. La Ferrari a fare la Mercedes e la Mercedes a fare errori, non certo da tre volte campione del mondo.
Un po' di arroganza, forse troppo, ripagata con una cocente sconfitta, tanto cocente da far sbattere il pugno tre volte a Toto Wolff, contro la singola, di quando i suoi piloti si sono presi in Austria 2016. La sconfitta brucia, ma la Mercedes questa gara l'ha persa non solo per la forza Ferrari, ma anche per quella arroganza che l'ha portata a sbagliare completamente la strategia. Era davanti, se Hamilton fosse rimasto fuori per Vettel sarebbe stato comunque difficile passare, per di più, l'inglese è stato rimesso in pista alle spalle di Verstappen.
Non sappiamo come sarebbe finita diversamente, ma poco interessa, interessa avere ritrovato una scuderia che non può stare troppo tempo lontana dalla lotta per il mondiale. Dal 2007 non vinceva in Australia, allora Raikkonen oggi Vettel, allora mondiale adesso chissà, l'inizio è ottimo, ma la strada è lunga. Piedi per terra, anzi ginocchia, come Arrivabene mercoledì, a curare un dettaglio rilevatosi poi decisivo, quello del pit stop. Orgoglio italiano perché in molti han detto su Ferrari, senza inglesi, a capo, non si vince. Questa Rossa, mai cosi italiana dagli anni 70, sa vincere eccome.