La Mercedes è stata imprendibile nelle qualifiche di Yas marina, mentre la Ferrari ha chiuso il Q3 con un errore che ha impedito a Leclerc di fare l'ultimo tentativo e migliorarsi. Gara in salita, ma il monegasco darà tutto per provare a chiudere il Mondiale con il terzo posto in classifica. Il GP di Abu Dhabi è in diretta oggi alle 14.10 su Sky Sport F1 (canale 207) e Sky Sport Uno (canale 201)
La pole position, ad Abu Dhabi, per il sesto anno consecutivo rimane feudo indiscusso Mercedes. Per Lewis Hamilton è la quinta di questa stagione. Mentre la Ferrari ha chiuso l’ultima qualifica dell’anno con un pasticcio. Per Mattia Binotto era un rischio calcolato, quello di far uscire per ultimi Sebastian Vettel e poi Charles Leclerc per poter sfruttare al meglio la pista che stava migliorando. Quello che ovviamente non si poteva calcolare era l’imprevisto di Carlos Sainz che ha rallentato di ben 23 secondi solo nell’ultimo settore rispetto al giro precedente, creando quel traffico in cui si sono trovati invischiati i due ferraristi. Traffico che entrambi hanno rispettato, ma che alla fine ha penalizzato solo il monegasco che ha preso bandiera non riuscendo a fare il suo ultimo tentativo.
Alla fine il tedesco non è nemmeno riuscito a migliorarsi a causa delle gomme fredde e così Leclerc partirà terzo e Vettel quarto grazie alla penalità che dovrà scontare Valtteri Bottas per il doppio cambio motore. Scatteranno, rispettivamente, con le soft ai piedi per quanto riguarda il tedesco, gomme più dure, le medie, per il monegasco. Due strategie diverse, condivise con entrambi, per provare tutte le carte possibili in questi ultimi 55 giri della stagione.
Davanti a loro, in prima fila, con le stesse gomme di Leclerc partiranno il poleman Hamilton con di fianco Max Verstappen. Per i ferraristi la strada verso la vittoria, su una pista come questa, si fa più complicata, ma è soprattutto il monegasco a non voler gettare la spugna. L’obiettivo per lui rimane ancora il terzo posto in classifica piloti, ma quello di entrambi è salvare l’onore di una stagione che non è andata, per molti versi, come doveva e poteva andare.