La Mercedes centra un'altra doppietta, caratterizzata dal 90° successo in carriera di Hamilton. Gara divisa in tre mini-gare per via degli incidenti: decisiva la seconda partenza da fermo, con Lewis che riesce ad avere la meglio su Bottas con un sorpasso alla San Donato. Negativa la domenica della Ferrari: il progetto è sbagliato, la SF1000 è carente in diverse aree e non solo a livello di potenza massima. A questo si somma un degrado degli pneumatici decisamente elevato
Lewis Hamilton, con la vittoria nel Gp del Mugello, si porta a 90 vittorie in carriera. Ormai il record di Schumacher di 91 vittorie è alla portata di Hamilton, che avrà l’opportunità di ottenere il record già in questa stagione 2020. Stagione che lo consacrerà per la settima volta campione del mondo, visto il vantaggio di 55 punti che ha nei confronti di Bottas. Ormai fuori dai giochi Verstappen, che con il doppio ritiro consecutivo ha un gap di ben 80 punti.
La Red Bull conquista il terzo posto con Alexander Albon, al suo primo podio in carriera. Il pilota thailandese ha dato un segnale molto importante al team di Milton Keynes, dopo le critiche ricevute nelle ultime settimane e dopo la vittoria di Gasly ottenuta a Monza con l’Alpha Tauri. Quarto posto per la Renault, che ha sfiorato il podio con Daniel Ricciardo. Male la Ferrari con Leclerc ottavo e Vettel decimo. Tra le due Rosse troviamo Raikkonen, che è riuscito a regalare punti preziosi all’Alfa Romeo.
È stato tutto facile per Mercedes?
Con Verstappen fuori al primo giro, la doppietta Mercedes non è mai stata messa in discussione. Nessuno aveva il passo per tenere il ritmo della scuderia anglo-tedesca. Ma la gestione della gara non è stata così semplice, visto le diverse interruzioni che hanno azzerato più volte il gap creato nei confronti degli avversari. Un altro fattore di stress per il muretto sono state le gomme, in special modo quelle di Bottas, che hanno fatto temere i brutti momenti di Silverstone 1. A partire dal giro 28, il pilota finlandese ha segnato dei grossi problemi di vibrazione e, per evitare ulteriori complicazioni, è stato richiamato ai box per una sosta anticipata che non era stata preventivata. Problemi che si possono notare anche dal grafico in basso, visto che c’è stato un innalzamento improvviso dei tempi sul giro.
Dall’analisi fatta dopo il pit stop, gli ingegneri anglo-tedeschi hanno potuto verificare che l’anteriore sinistra non aveva più gomma, mentre l’anteriore destra aveva soltanto il 10% di battistrada disponibile. Anteriore destra che però era prossima al danneggiamento, a causa di un detrito di carbonio presente in pista.
Problemi alle gomme che non si sono manifestati sulla vettura di Hamilton che, guidando in aria libera, è riuscito a gestire in modo corretto. Quando Bottas è andato in crisi gli pneumatici di Hamilton erano ancora in ottimo stato e questo lo si può vedere chiaramente dai tempi sul giro.
Perché a Bottas è stato montato lo stesso compound di Hamilton?
Il pilota finlandese, per cercare di avere la meglio su Hamilton, aveva chiesto di avere un compound diverso rispetto a quello montato da Hamilton. Il sei volte campione del mondo doveva montare secondo le previsioni il compound hard, quindi il finlandese avrebbe dovuto usare la media. Ma, dall’analisi dei dati, avevano visto che la media non ti garantiva di arrivare fino alla fine della gara, visto anche il degrado eccessivo avuto nel primo stint di gara. Per questo motivo sia a Bottas che ad Hamilton sono state montate le hard.
Qual è stato il momento decisivo della gara?
La gara del Mugello la possiamo dividere in tre mini-gare e il momento deciso è stata la seconda partenza da fermo, quando Hamilton è riuscito ad avere la meglio su Bottas con un sorpasso all’esterno alla San Donato. Il campione del mondo. Nella prima partenza, aveva avuto uno start piuttosto lento, tanto che, Bottas era riuscito a scavalcarlo. Successivamente la corsa è stata interrotta per un incidente che c’è stato sul rettilineo al momento della ripartenza da Safety Car. In questa seconda partenza Hamilton è riuscito a riprendersi la leadership della gara e l’ha mantenuta anche nel terzo e ultimo re-start.
Se osserviamo i tempi di questa ultima mini-gara, possiamo notare la velocità di Hamilton che in uno stint di soli 12 giri ha girato in media 3 decimi al giro più veloce di Bottas rifilando, alla bandiera a scacchi, un distacco di 5 s al compagno di squadra. Da questo grafico si nota la “lentezza” della Ferrari, che ha girato con un passo più lento rispetto alla Mercedes di ben 1.8 s al giro.
Come è stata la gara della Red Bull?
Per il team di Milton Keynes il fine settimana al Mugello è stato alquanto negativo e il podio ottenuto da Albon non va a compensare il ritiro di Verstappen, che è stato speronato al via. Per Verstappen si tratta del secondo ritiro consecutivo, che lo va ad escludere dalla lotta per il titolo, visto che il divario nei confronti di Hamilton è di ben 80 punti. Per Verstappen ci sarebbe stato il ritiro anche senza la tamponata perché, fin dai giri pre-griglia, aveva accusato dei problemi alla Power Unit dovuti ad un surriscaldamento. Il pilota olandese a fine gara ha cercato di spiegare il problema avuto: “Già dal giro di formazione il motore è andato in stallo, penso che sia stato lo stesso problema che ho avuto a Monza, o almeno mi è sembrato molto simile. Contatto? Sì, ma non conta, è quello che succede quando ti trovi in una situazione come quella. Mi sarei ritirato comunque probabilmente, è andata come è andata”.
Il fine settimana è stato salvato da Albon, che è riuscito a cogliere il primo podio in carriera. È stata bravo a costruire la sua gara, visto che non era scattato bene dalla seconda partenza, scivolando dal quarto al settimo posto. Ma il pilota thailandese è riuscito a reagire, prima del pit stop si era portato al quinto posto (quarto dopo l’incidente di Stroll), prima di perdere nuovamente delle posizioni nella terza partenza. Ancora una volta si è ripreso ed è andato prendersi il podio con un sorpasso sulla Renault di Ricciardo. Arrivato in terza posizione ha cercato di insidiare Bottas, ma il pilota finlandese ha aumentato subito il ritmo.
Come è stata la gara della Ferrari?
Il quinto posto ottenuto in qualifica da Leclerc aveva creato delle false speranze, che si sono affievolite in gara. Il pilota monegasco, a causa del caos che si era creato in partenza, si era anche portato in terza posizione, ma poi è stato sopravanzato senza troppi problemi dalle Racing Point, Renault di Ricciardo e dalla Red Bull di Albon.
Nonostante i punti ottenuti con entrambi i piloti, non possiamo considerare positiva la gara della Rossa. Ormai è chiaro a tutti che il progetto è completamente sbagliato e nemmeno gli aggiornamenti previsti a Sochi potranno rendere competitiva questa vettura che è carente in diverse aree e non solo a livello di potenza massima.
La SF1000 del Mugello, oltre ad essere stata particolarmente lenta, ha avuto anche un degrado degli pneumatici decisamente elevato. Anche lo stesso Binotto, a fine gara, ha ammesso che la SF1000 ha bisogno di interventi molto strutturati e profondi per cercare di ritrovare performance: “Non abbiamo spiegazioni tecniche al momento. Abbiamo un degrado evidente delle gomme, penso che stia nella difficoltà di questo progetto dal quale non è scontato uscirne. Fare pochi sviluppi, appendici e quant'altro, non migliora la situazione. È una situazione di base più profonda, in cui serve uscirne almeno da qui a fine stagione e fare progressi. Qualche piccola novità la vedremo anche a partire dalla prossima gara, ma non saranno cose che faranno la differenza. Quando uno ha un problema come la nostra vettura, serve più tempo per fare quel passo indietro necessario che serve a riposizionarsi e poi fare dei passi avanti. Noi stiamo lavorando sodo, in maniera dura a casa e galleria del vento per correggere gli errori di base su questa macchina in vista anche dell'anno prossimo.