F1, GP Messico: l'analisi delle prove libere

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Cristiano Sponton

Il circuito messicano si conferma favorevole alla Red Bull, con Verstappen uomo da battere e Mercedes in difficoltà. La Ferrari è più veloce di una McLaren non a proprio agio, ma attenzione all'Alpha Tauri di Gasly, che potrebbe insidiare la Rossa come terza forza del weekend. Tutto in diretta su Sky Sport

GP MESSICO, LA DIRETTA DELLA GARA

Il tracciato messicano, come previsto alla vigilia, sembra esaltare il pacchetto Red Bull e la sua forza l’abbiamo vista nelle Prove Libere 2 con Verstappen che ha inflitto un gap piuttosto importante nei confronti del duo Mercedes. La RB16B, su una pista molto “green”, ha dimostrato di volare specialmente nel secondo e terzo settore dove è fondamentale il carico aerodinamico. Tutte le vetture in pista hanno accusato una mancanza di grip in questi tratti di pista ad eccezione dei due piloti di Milton Keynes che sembravano guidare sui binari. Tutti i team sono scesi in pista con ali da alto carico aerodinamico similari a quelle utilizzate a Monaco proprio per cercare di trovare la massima downforce. Il Gp del Messico viene corso ad un altitudine di 2.285 m e questo comporta una riduzione di ossigeno di circa il 25% (rispetto al livello del mare 0 m). Questo aspetto causa delle problematiche non solo ai motori ma anche al carico aerodinamico delle vetture che, a parità di ali, è ridotto di circa il 25% rispetto agli altri circuiti ( 0 m s.l.m.).

 

Anche i motori soffrono questo aspetto, infatti un propulsore aspirato avrebbe una perdita di potenza quantificata in circa il 20-25 % mentre con quelli turbocompressi il deficit di potenza è stimato intorno al 5 %. Detto in poche parole più si riesce a far girare velocemente il gruppo turbocompressore e meno sarà la perdita di potenza.

Ma ciò non è libero perché la velocità massima del gruppo turbocompressore è fissata dal regolamento tecnico in 120.000 giri/min. Questo livello di rotazione non è raggiunto da nessun motorista in quanto i motori sono progettati e pensati per la maggior parte dei percorsi in calendario che sono ubicati a meno di 500 m sul livello del mare. Qui sta il vantaggio di Honda che può contare su un gruppo turbocompressore di dimensioni maggior rispetto agli altri che è in grado di avvicinarsi, senza troppi problemi, al limite massimo imposto dal regolamento tecnico. Honda in questo campo può contare anche sull’esperienza maturata nel campo aeronautico che sicuramente ha portato un grosso vantaggio.

 

Se analizziamo i singoli intertempi possiamo notare la forza del pacchetto Red Bull e di Honda. L’Alpha Tauri, spinta dal motore nipponico, è stata la più rapida nel primo settore dove è presente un rettifilo di oltre 1 km. Nei restanti settori il dominio di Verstappen è stato netto nei confronti di tutti i competitors.

Se analizziamo la simulazione di qualifica della Ferrari possiamo dire che il team di Maranello deve ritenersi abbastanza soddisfatto. La SF21 ha sofferto la mancanza di grip sull’asfalto ma si è comunque ben difesa nei confronti di McLaren che, come era preventivato alla vigilia, sembra essere in grande difficoltà. L’obiettivo per il team di Maranello sembra essere la terza fila nelle qualifiche di domani in quanto il due Red Bull e Mercedes sembra essere inattaccabile. Il nuovo sistema ibrido, da quello che si percepisce nell’analisi dei tempi, è stato utilizzato da Sainz abbinato al motore endotermico di vecchia specifica. Solo domani, durante le prove libere 3,

entrambi i piloti utilizzeranno la specifica di endotermico più fresca abbinata al nuovo sistema ibrido che ben si è comportato nelle ultimissime gare.

 

Da quello che si è visto oggi il team che può infastidire la Scuderia Italiana, sia in qualifica che in gara, sembra essere l’Alpha Tauri di Gasly che, nella giornata odierna, si è piazzato al sesto posto con un “ideal lap” migliore rispetto a quello di Sainz. C’è da dire che, il pilota spagnolo, ha ottenuto il suo miglior tempo al terzo giro cronometrato a dimostrazione che si poteva ottenere un crono decisamente più competitivo. 

 

Se ci concentriamo sulla simulazione di gara troviamo dei risultati che rispecchiano quanto visto durante la simulazione di qualifica. Tra i top team solo la Mercedes ha deciso di testare le gomme rosse all’inizio dello stint. Questo può essere dipeso semplicemente dal fatto che le hard che avevano utilizzato all’inizio delle libere 2 avevano già percorso diversi giri e, entrambi i piloti, avevano effettuato un bloccaggio che aveva provato uno “spiattellamento”. Secondo Pirelli la differenza prestazionale tra la soft e la media è di solo 6 decimi e per questo, durante le qualifiche di domani, i team più forti cercheranno di qualificarsi durante il Q2 con le medie in modo da sfruttarle nella prima parte di gara. La “rossa”, con le condizioni di pista viste quest’oggi, non sembra essere la gomma giusta per la gara e i team sembrano orientati ad usare prevalentemente la medium e la hard.

Se analizziamo i tempi la Red Bull si conferma il team da battere con Verstappen che è stato il più veloce anche con il pieno di benzina seguito dal compagno di squadra Checo Perez. La Mercedes non ha brillato con nessuna delle due mescole a dimostrazione che il team anglo-tedesco ha molto lavoro da fare per cercare di mettere pressione al rivale per il titolo mondiale.

 

Per il ruolo di terza forza si conferma la competitività di Gasly che è stato autore di un ottimo long run con un passo gara migliore rispetto a quello di Leclerc e Sainz. Anche con il pieno di benzina la McLaren non ha brillato ma aspettiamo le prove libere 3 di domani prima di trarre conclusioni troppo affrettate. Nella tabella dei tempi è degno di nota il long run di Fernando Alonso con gomme hard che è stato

particolarmente veloce e costante a dimostrazione che il compound più duro potrebbe essere quello migliore per la gara di domenica che, da previsione Pirelli, dovrebbe essere a singolo pit stop con i migliori che monteranno la media al via per poi usare la hard fino alla bandiera a scacchi.