F1, GP Brasile: Interlagos, dove nulla può essere dato per scontato
GP BRASILEIl circuito brasiliano offre una sola certezza: l'imprevedibilità. Sono tanti gli ingredienti che ci portano a una gara dove non bisogna mai dare nulla per scontato. Tutto il weekend è live su Sky Sport F1 (canale 207)
Sono i tre team che hanno dominato gli ultimi anni: Mercedes, Ferrari e Red Bull, ma quali sono i circuiti in cui ognuno di questi ha vinto nel 2017, 2018 e 2019? (il 2020 ed il 2021 li accantoniamo, viste le notevoli alterazioni al calendario). Ebbene sono solo due i tracciati in cui ognuno dei tre suddetti ha vinto, impedendo agli altri di aumentare il proprio bottino. Si tratta di Monaco, in cui nel 2017 vinse la Ferrari (Vettel), nel 2018 la Red Bull (Ricciardo) e nel 2019 la Mercedes (Hamilton) e Interlagos: 2017 Ferrari (Vettel), 2018 Mercedes (Hamilton), 2019 Red Bull (Verstappen).
È un dato importante, non solo perché i circuiti sono solo due su ventidue, ma anche e soprattutto perché, in questo periodo (2017-2019), sono stati solo loro tre a vincere, un “triumvirato” spezzato dall’AlphaTauri di Gasly nel pazzo GP di Monza 2020.
Montecarlo e Interlagos dunque: ma se a Montecarlo il risultato è in qualche modo condizionato dalle qualifiche ed una gara in genere senza sorpassi, ad Interlagos è l’esatto opposto. I dati parlano chiaro: nel Principato, negli anni considerati, ci sono stati rispettivamente 6, 6, e 2 cambi di posizione dopo il primo giro (pit-stop esclusi), mentre a Interlagos 37, 39 e 52!
Il pronostico è quindi incredibilmente aperto, anche se tendenzialmente gli ultimi due team che hanno vinto qui, Mercedes e Red Bull, sono ovviamente attesi come protagonisti assoluti. Al pari di Monaco, le qualifiche possono fornire una vaga idea del vincitore: nelle ultime 12 gare corse qui si è vinto sempre dalla prima fila, un dato in aperto contrasto con il dato sui sorpassi, e con il fatto che in questo periodo ci sono state due gare e 4 qualifiche bagnate. Nel 2012, con la pioggia presente sia al sabato che alla domenica, si registrarono ben 112 sorpassi!
Interlagos quindi simile e opposta a Montecarlo: simile in quanto il vincitore in genere si qualifica in prima fila, ma opposta perché la gara è un continuo susseguirsi di sorpassi e colpi di scena. Ad aggiungere ulteriore pepe a questo scenario, il fatto che, piazzato a fine stagione, il GP del Brasile in genere è teatro di numerose penalità per cambio di componenti delle Power Unit. Le ultime tre edizioni ne sono un esempio: nel 2017 Ricciardo (era in Red Bull) dovette partire 14°, scontando 10 posizioni, e rimontò fino al 5° posto, mentre Hamilton (vittima di un incidente in Q1), da 20° terminò 4°. In due misero a segno 21 sorpassi.
Nel 2018 ci fu un rimescolamento di carte continuo dal via in poi, con il colpo di scena del doppiato Ocon che speronò il leader Verstappen, dando la vittoria ad Hamilton, nonostante Max fosse stato in grado di passare Hamilton in pista, una scena non comune quell’anno. L’edizione 2019 sembrava avviata ad una sorte piuttosto lineare, senza scossoni, ma una Safety Car nel finale fece diventare, di nuovo, il GP del Brasile una corrida: l’incidente tra le due Ferrari, le Alfa Romeo che da doppiate finiscono 4^ e 5^, Hamilton che sperona Albon negandogli il primo podio, dandolo a Sainz (dopo una penalità)… La garanzia di Interlagos è incertezza ed imprevedibilità: gli ingredienti sono molti e non bisogna mai dare nulla per scontato.