"Povero Gabbiano": Leclerc cita la canzone tormentone alla fine del GP del Bahrain. VIDEO

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La festa Ferrari in Bahrain ha una coda esilarante. Nel team radio subito dopo aver tagliato il traguardo, Charles Leclerc ha preso in giro il Team Principal Binotto: "Chissà che faccia hai fatto quando ho detto che c'erano problemi al motore. Povero gabbiano che ha perso la compagna", ha detto il monegasco citando la canzone di Gianni Celeste, diventata tormentone social. Domenica si va a Jeddah: tutto il weekend sarà  in diretta su Sky Sport F1 (canale 207)

LECLERC SCHERZA: "HO PROBLEMI AL MOTORE" - HIGHLIGHTS

"Ho problemi al motore". Con queste parole Charles Leclerc ha freddato il box Ferrari pochi secondi prima di tagliare il traguardo del GP del Bahrain, che ha riportato la Rossa al successo dopo oltre due anni di digiuno. Uno scherzo che dimostra il senso di famiglia e confidenza che si respira a Maranello nella nuova era. Il tutto però ha una coda ancora più divertente. Subito dopo la bandiera a scacchi, nel consueto team radio di esultanze e ringraziamenti, il monegasco ha parlato in italiano con Mattia Binotto: "Sto già immaginando la faccia che hai fatto quando ho detto che c'era qualcosa che non andava col motore. Povero gabbiano che ha perso la compagna". Il rimbrotto bonario e con il sorriso sulle labbra del Team Principal ("Mai più questi scherzi") arriva dopo una citazione che sta facendo impazzire i social, quella della canzone "Povero Gabbiano" del cantante neomelodico Gianni Celeste

Perché povero gabbiano è diventata virale?

'Povero Gabbiano' è un tormentone divenuto vero e proprio tormentone nelle ultime settimane su Tik Tok e Instagram e che ha portato al successo un brano che in realtà  il cantante neomelodico, Gianni Celeste originario di Catania, aveva prodotto  nel 1988 con il titolo 'Tu Comm'a Mme'. È la storia di un gabbiano abbandonato su una scogliera e che si tormenta per la fine di una storia d'amore. Sui social si sono moltiplicate le versioni parodia del brano originario utilizzato per prendere in giro chi è rimasto male per qualcosa che gli hanno fatto.